Catania News

Oggi, venerdì 26 maggio, a partire dalle 20.30 in piazza Dante, il candidato  sindaco Maurizio Caserta chiuderà la campagna elettorale in vista del voto di domenica e lunedì prossimi. “Ho scelto di incontrare i cittadini, al mio fianco chi in questi mesi si è speso per costituire un’alternativa per Catania, con un programma nato dal confronto di idee, dai bisogni da soddisfare, dalle emergenze da superare, e che non ha certo bisogno di ricevere la “visita di cortesia” di pezzi del Governo, a riprova di come la scelta del candidato del centrodestra sia stata una vera investitura dall’alto, come se i catanesi avessero ancora voglia di sentire proclami”. “Credo che i catanesi, al contrario, hanno ben chiara la scelta da fare sull’amministrazione che guiderà la città nei prossimi anni: tra chi l’ha tenuta in mano negli ultimi 5 anni, per non dire che dal 2000 ad oggi, in  23 anni il centrodestra ha guidato, anzi “sbandato”, la città per 18 anni, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti e gestita in queste settimane di campagna elettorale come il trofeo da consegnare a Roma; e chi, invece, rappresenta il vero segno di discontinuità perché francamente, di quel sistema mal collaudato, non c’è proprio nulla da “conservare e nessuno ne sentirà la mancanza”.

Una chiusura diversa per Maurizio Caserta, senza passerelle di circostanza, che ha chiamato anche accanto a sé musicisti, attori, cantanti, giovani talenti. Saliranno sul palco di piazza Dante,  tra gli  altri, Mario Venuti, i Lautari, L’Elfo a rappresentare e a raccontare, e a cantare, quella parte di Catania che ha una gran voglia di tornare a vivere culturalmente ed essere protagonista sulla scena nazionale e internazionale, crocevia di culture, di nuove economie, di innovazioni. “Ho un sogno, quello di trasformare Catania in una grande Capitale del Mediterraneo – dice Maurizio Casertamoderna, sostenibile, con un patrimonio artistico e storico da sfruttare meglio, mettendo in connessione le tante anime effervescenti della città, non lasciando indietro nessuno. Una città capace di attrarre tanto i viaggiatori quanto gli investimenti. Investimenti veri che portino lavoro e modernità e non atti di sciacallaggio, creando opportunità di crescita collettiva ed individuale”. 

Una visione che per realizzarsi ha bisogno di un programma di azioni che ruotino attorno ad alcune parole chiave: buona amministrazione, legalità, lavoro, welfare, periferie, mobilità, presenza dello Stato, gestione dei rifiuti, infrastrutture, senza le quali ogni sogno rischia di  essere relegato ad utopia.

E si deve partire da alcune priorità: ristabilire innanzitutto un concetto di legalità che non significa solo il contrasto alla criminalità organizzata o alla delinquenza comune, ma è ordine e rispetto delle regole; è lotta ad ogni tipo di illecito, di prepotenza, di clientele, del diritto fatto passare per favore. In questo, la politica deve tornare a dare il buon esempio. “Catania è una città con una grande dignità, un grande senso dell’orgoglio che non vuole piegarsi a logiche non trasparenti, ma è anche una città in grande difficoltà. Solo una città più giusta è una città libera – dice CasertaUna rinascita culturale della città passa dal livello di istruzione dei suoi cittadini. Ci sono migliaia di famiglie che vivono in emergenza, che non riescono a far fronte ai bisogni primari. Una politica del welfare deve liberare le persone dalla schiavitù del bisogno che spesso spinge a fa bussare alla porta della criminalità, che non aspetta altro. La scuola deve creare una alternativa possibile, deve tornare ad essere conveniente”.

“Bisogna partire subito da una ricognizione delle risorse finanziarie dell’amministrazione – spiega – questo permetterebbe di avere gli strumenti per affrontare tutto il resto. Sono un economista e credo di saperlo  fare, di rappresentare un valore aggiunto”. C’è molto da rifondare, dunque, altro che “conservare”. Una buona amministrazione deve avere il coraggio di cambiare lo stato delle cose, di prendere per mano chi ha voglia di fare rispettando le regole della comunità”.

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