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“Aperitivo con l’artista”, la fortunata e apprezzata rassegna a cura del “Centro d’arte Raffaello”, torna dopo la parentesi estiva e giunge al quarto appuntamento.

Sabato 30 settembre, nella sede storica di via Resuttana 414, a partire dalle 18:00 è in programma un pomeriggio dedicato a Zazzà D’Anna, artista che si connota per la sensibilità ai temi sociali e alle dinamiche che attraversano la contemporaneità.

L’evento, a cura di Rossella Lo Bianco, è in perfetta sintonia con l’anima della galleria, sempre pronta ad abbracciare orizzonti e linguaggi nuovi, con particolare attenzione rivolta alla promozione di artisti che, come nel caso di Zazzà D’Anna, hanno una storia da raccontare e veicolano messaggi significativi di forte interesse collettivo.

Sollecitare le riflessioni e le emozioni degli osservatori, non a caso, è una delle prerogative di Zazzà D’Anna, che focalizza il suo sguardo sulle verità più pregnanti del presente, proiettandosi con l’immaginazione verso un futuro migliore.

Facendo leva su intime memorie e ricordi del passato, l’artista risveglia e rivela la componente emozionale di chi lo osserva, proprio come le tracce sui muri che si disvelano.

“Le sue opere – commenta la curatrice Rossella Lo Bianco – nascono come un grido o, meglio ancora, come uno strumento evocativo attraverso cui Zazzà D’Anna esprime valori come l’amore, la fratellanza, l’inclusione e la libertà”.

È da questo processo creativo che l’artista genera la serie “I Muri”.

Si tratta di una ripetizione di immagini che, come suggerisce lo stesso titolo, rappresentano i muri delle realtà urbane, simbolo del desiderio dell’uomo e del suo passaggio nella vita terrena.

L’artista, dunque, diviene narratore delle città e cronista delle sue opere, testimoniando uno scorcio di vita sociale e momenti fondamentali della storia, sia italiana che mondiale, come nel ciclo di opere “I Planisferi”.

Proprio nell’ambito di quest’ultimo, sarà esposta “Imagine”, evocativa della celeberrima canzone di John Lennon.

“L’artista – spiega Rossella Lo Bianco – invita a immaginare un mondo diverso da quello in cui viviamo, dove le differenze sociali sono celebrate e non temute”.

“La sua pittura – prosegue – è realizzata con tecniche miste, contraddistinte da tocchi creativi che donano alle opere un effetto cromatico dal forte impatto espressivo”.

La tecnica utilizzata è facilmente riconducibile ai grandi della Pop Art, come Andy Warhol e Roy Lichtenstein.

In tal senso, è possibile definire Zazzà D’Anna un designer poiché le sue opere sono facilmente collocabili negli ambienti moderni, in un piacevole gioco di forme e colori capaci di esaltare le forme essenziali del tempo presente.

“L’artista – conclude la curatrice – diventa viaggiatore di una realtà concreta e tangibile, che emerge dall’analisi della visione corale delle sue opere: ci si trova dinanzi a uno specchio probabilmente rotto, riflesso di una società che attende con ansia di rinascere attraverso il linguaggio universale dell’amore”.

“Le opere di Zazzà D’Anna – afferma Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’Arte Raffaello” – mirano dritte al cuore, estrapolando le nostre sensazioni per riunirle in emozioni universali che tutti possono condividere”.

“Il muro – osserva – diventa lo specchio che mette a nudo l’io interiore, sublimandolo al di là di preconcetti e pregiudizi”.

“Nell’arte di Zazzà D’Anna – aggiunge – la musica incontra la pittura e ne viene fuori un linguaggio universale che dona contenuti di pace e fratellanza”.

In tal senso, “Imagine” è un’opera emblematica: sul planisfero, infatti, si sovrappongono le parole dell’indimenticabile testo di John Lennon.

Opere come “Energy” – raffigurante un planisfero fluorescente che assorbe la luce diurna rilasciandola al buio – si inseriscono in dibattiti di stretta attualità come l’utilizzo dell’energia rinnovabile.

In “Ti amo”, “My Queen” e “Mi amo” il muro di cemento si traduce in un tenero messaggio d’amore, verso gli altri e se stessi.

La proposta culturale del “Centro d’arte Raffaello” si arricchisce dunque di echi della storia e di un passato attualizzato e vivo, di emozioni e poesia.

“Condivisione, passione, energie stimolanti, tradizione e innovazione – conclude il direttore artistico – conducono a un sentiero di incontri e confronti con il pubblico, all’insegna di un’offerta dinamica e in continua evoluzione”.

Durante la serata di sabato 30 settembre, Zazzà D’Anna allieterà gli ospiti con un live painting, una performance artistica imperdibile.

L’ingresso è libero e gratuito.

La mostra rimarrà fruibile fino al 4 novembre  negli spazi espositivi di via Resuttana 414, da lunedì a sabato, dalle 16:30 fino alle 19:30, festivi e domenica esclusi.

Per conoscere l’artista e le sue creazioni in modo più dettagliato, è possibile consultare il sito raffaellogalleria.com

CENNI SULL’ARTISTA

 Zazzà D’Anna è nato a  Palermo il 7 novembre del 1969.

Artista particolarmente attento al sociale, sente la necessità di comunicare e di relazionarsi con il prossimo attraverso le sue opere.

Osservandole, emerge la sua voglia di raccontarsi e di volersi esprimere in totale libertà, in un modo spensierato e spontaneo.

Dai suoi quadri si evince anche il forte desiderio di descrivere la società in cui vive.

Si definisce “artista dei muri” perché, per esternare il suo messaggio, riproduce i muri che osserva, con i quali crea una forte connessione.

Zazzà D’Anna li chiama “parlanti” perché non sono altro che il prodotto della società stessa, una società che in modo istintivo si è appropriata di parti della città per imprimere qualcosa di personale e per creare ricordi e legami.

Il linguaggio che utilizza è semplice e diretto, in grado di attirare immediatamente l’attenzione di chi guarda.

Il materiale, invece, richiama il contesto urbano che vuole ricreare.

Il cemento, per esempio, viene modellato prima che si asciughi del tutto e sovrappone scritte con una grafica elementare ed essenziale.

L’idea che vuole trasmettere è soprattutto quella del “tempo che scorre” ed è così che lascia il segno.

In molte sue opere, infatti, le scritte sono velate, sbiadite, per cui viene richiamata l’attenzione dell’osservatore nel tentativo di decifrare il suo messaggio.

Addirittura, alcune di esse invitano chi guarda a toccarle, ponendo come soggetto dell’opera un codice di scrittura per ciechi, che ha il potenziale di divenire universale.

L’opera ha quindi l’intento di mettere in connessione tutti indistintamente, alla scoperta di un linguaggio unico che si basa sull’amore e sull’unione.

Le sue opere parlano di vita e lo fanno in modo vero, diretto.

Tutti possono rispecchiarsi nei concetti che l’artista vuole esprimere e rappresentare, perché si tratta di emozioni e situazioni proprie della quotidianità: una storia d’amore, un dibattito politico, la multietnicità delle città.

Pertanto, l’approccio alla sua arte deve essere privo di pregiudizi e preconcetti, un confronto attento e attivo, come se ci si trovasse di fronte a uno specchio.

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