Cronaca

Pensare a chi devolvere il proprio cinque per mille è un impegno importante che si ripresenta tutti gli anni, quando giunge il momento di presentare la dichiarazione dei redditi. Non si è obbligati a farlo, comunque, nel senso che è prevista la possibilità di non destinare tale quota delle proprie imposte a nessuno. È chiaro, però, che se si sceglie di non donare a nessuno si rinuncia all’opportunità di dare il proprio supporto a una causa benefica, come quella promossa da un ente che aiuta persone in situazioni di emergenza.

Medici Senza Frontiere

Chi sceglie di versare il proprio 5 x mille a Medici Senza Frontiere, per esempio, è consapevole del fatto che i suoi fondi verranno utilizzati per andare a finanziare le attività e i progetti che l’ente gestisce in tutto il mondo, assicurando un supporto prezioso a bambini, donne e uomini che hanno la necessità urgente di assistenza sanitaria e cure mediche. Il sito web dell’organizzazione fornisce tutte le informazioni necessarie e permette fra l’altro di scoprire come vengono utilizzati e i fondi che si raccolgono attraverso le donazioni che provengono dai privati.

Come si fa per donare il proprio cinque per mille

È rapida e al tempo stesso facile la procedura che occorre mettere in atto per versare il proprio cinque per mille: una donazione che, è bene sottolineare, non comporta alcuna spesa o alcun esborso supplementare rispetto al pagamento di imposte che dovrebbero in ogni caso essere versate. Quando si compila la Certificazione Unica, il Modello Unico o il Modello 730 – dipende dal regime fiscale in cui si rientra – non si deve far altro che mettere la propria firma e inserire il codice fiscale di Medici Senza Frontiere, che è 970 961 205 85, nel riquadro dedicato al sostegno delle organizzazioni del terzo settore.

Come vengono investiti i fondi ottenuti

Vediamo, ora, che cosa può fare Medici Senza Frontiere grazie ai soldi ricevuti attraverso il cinque per mille. Due anni fa, circa 500mila euro sono stati destinati alle attività del campo rifugiati di Yei, dove erano necessarie le cure primarie e inoltre c’è stato bisogno di offrire assistenza a livello di salute mentale. 600mila euro, invece, sono finiti nello Yemen per garantire l’attività della struttura ospedaliera di Mocha, e in particolare le prestazioni di chirurgia di urgenza, di ostetricia e di ginecologia. Medici Senza Frontiere, tra l’altro, durante i mesi della pandemia di Covid 19 aveva dato il la a progetti correlati alla situazione di emergenza sanitaria anche nel nostro Paese, e nello specifico nelle Marche, in Lombardia e nel Lazio.

Un supporto per i progetti di Medici Senza Frontiere

L’attività meritoria di Medici Senza Frontiere è dimostrata anche dal fatto che questa organizzazione negli anni ha avviato progetti anche in contesti che non sempre attirano l’attenzione dei media: dello Yemen abbiamo già detto, ma vale la pena di citare anche la Repubblica Centrafricana, il Sud Sudan, il Pakistan, il Librano e Haiti. Inoltre in Nigeria, a Maiduguri, è stato possibile realizzare un centro nutrizionale terapeutico che si occupa della cura dei più colpiti affetti da malnutrizione grave: per questo progetto c’è stato bisogno di 1 milione e 300mila euro, e questo denaro è stato ricavato dal cinque per mille offerto dagli italiani con le loro dichiarazioni dei redditi. Un discorso simile vale per l’Ospedale di Hangha, sempre in Africa ma in Sierra Leone. Da più di mezzo secolo, insomma, Medici Senza Frontiere si impegna a salvare vite là dove ci sono catastrofi naturali, epidemie e guerre.

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