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Col cartellone “Evasioni“, il Teatro Stabile di Catania porta il teatro nel cuore della città, moltiplicando gli spazi e le modalità di fruizione, ora che è possibile accogliere il pubblico dal vivo. Dopo il debutto con ‘A Cirimonia di Rosario Palazzolo, con la regia e l’interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, in Sala Verga, i prossimi quattro spettacoli saranno in scena alla Corte Mariella Lo Giudice di Palazzo della Cultura, cominciando col debutto de L’ultimo degli Alagona di Nino Martoglio, con la regia di Elio Gimbo, in programma giovedì 20 maggio alle 20.15.

Con la produzione de L’ultimo degli Alagona, in collaborazione con Fabbricateatro, il Teatro Stabile fa un omaggio a un doppio anniversario: il 1921, infatti, fu l’anno della tragica morte di Nino Martoglio e contestualmente l’anno della nascita della Marionettistica Fratelli Napoli. “Cento anni dopo – commenta il direttore del Teatro Stabile Laura Sicignano scegliamo di ricordare questa coincidenza con uno spettacolo fortemente legato alla memoria e alla tradizione teatrale della città di Catania. Su un testo di Nino Martoglio, nasce un lavoro originalissimo che vedrà in scena sia i pupi dei Fratelli Napoli sia attori in carne e ossa”.

Nino Martoglio

“Questo spettacolo è un funerale e un battesimo mischiati insieme, conferma Elio Gimbo nelle note di regia: “E anche L’ultimo degli Alagona è alcune cose insieme. Il testo del 1908 è una dei pochissimi scritti e diretti da Martoglio in italiano ed è anche l’unico in cui appare un preciso riferimento storico sullo sfondo dell’azione scenica. Queste novità per Martoglio sono la reazione ad una crisi di crescita: da qualche anno lui e Giovanni Grasso hanno separato le proprie strade, il successo nazionale ha creato prospettive divergenti. Sono gli anni in cui Martoglio sta inventando ciò che in Italia non esiste ancora, la regia, ma anche Grasso sta perfezionando qualcosa di mai visto nel teatro italiano: un personalissimo e rigoroso ‘sistema di azioni fisiche e vocali’ plasmato dalla propria esperienza nell’Opra dei pupi catanese. È questa grammatica vocale e gestuale che consente a Grasso e al suo ensemble di varcare l’ennesima barriera linguistica e diventare un fenomeno internazionale.Il ‘sistema’ poteva fare a meno di testi raffinati: per la drammaturgia fisica dell’attore-pupo il testo è solo una delle tante componenti dello spettacolo, le battute sono solo pretesti per azioni vocali da ‘parraturi’. Anche questo è L’ultimo degli Alagona: due tradizioni teatrali europee che diventano una sola. Con attori di legno e attori di carne, L’ultimo degli Alagona è il riconoscimento del Teatro Stabile di Catania alla ricerca teatrale sulle dialettiche tra le azioni fisiche e vocali dell’attore e quelle del pupo in alleanza col suo ‘maniante’. Questa ricerca è stata condotta fin dal 1994 dalla Marionettistica fratelli Napoli e Fabbricateatro lungo nove spettacoli precedenti: fin qui credevamo di esplorare una frontiera del teatro contemporaneo, di navigare sulla foce del fiume già al confine col mare. Eravamo invece alla sorgente, in cima alla montagna: senza saperlo eravamo all’origine di una tradizione che, come l’ermafrodita del mito platonico, è arrivata a noi rigidamente separata. L’ultimo degli Alagona è quell’ermafrodita”.

Il lavoro di adattamento del testo è stato condotto da Nino Bellia e Alessandro Napoli. In scena ci saranno Francesco Bernava, Cinzia Caminiti, Lucia Portale e, per la Marionettistica Fratelli Napoli, Alessandro Napoli, Fiorenzo Napoli, Davide Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Agnese Torrisi, Giacomo Anastasi.

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