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A Catania dal 2 al 30 aprile in via Suor Maria Mazzarello 12, Bipersonale “Il Verticalismo di Guglielmo Pepe e Rosario Platania”. Guglielmo Pepe e Rosario Platania sono colonne portanti storiche del movimento Verticalismo sorto a Catania nel 1973. Insieme ed a confronto due diverse “sensibilità” costantemente votate alla “ricerca” nell’universo dell’”io” e del “noi”, la loro vera cifra. Due artisti, diciamolo, dalla grande potenza espressiva che dopo 43 anni decidono di raccontarsi a un livello “altro” dove tradizione e invenzione, in un continuum originale, ampliano la Via del Possibile. E’ ancora vivo il ricordo delle loro performance che hanno animato e arricchito i tre film lungometraggi che compongono la trilogia “La Via del Possibile”, “Verticalismo e verticalisti”. Ma non basta. Stanno già lavorando per le riprese del nuovo film “Noi folli per il Verticalismo”. Un’ennesima sfida che sicuramente vinceranno.

Guglielmo Pepe

Don Antonio Corsaro: “(…) L’opera di Pepe apre all’uomo orizzonti sconosciuti, proprio quegli orizzonti sognati che hanno una loro vita e una loro legge. E’ un’opera che materializza la virtualità delle mente umana nel suo momento dinamico più felice. La verticale è connaturata allo spirito dell’artista.

 (…) Guglielmo Pepe dipinge, in realtà, dentro un’area astratta dai ritmi plurimi su fondi galattici. Il suo stile istintivamente verticalista presenta una evidente vittoria sul contrasto “esatto-astratto”. Guglielmo Pepe: ”Io amo vivere l’arte senza riserve mentali. Io amo vivere l’arte nei suoi pieni e nei suoi vuoti. Io amo vivere l’arte all’ennesima potenza. Io amo vivere l’arte sempre e a tutti i livelli, senza confini”.

 Rosario Platania

Don Antonio Corsaro: “Dalla interiorità vissuta come un’ombra cromatica, resa impalpabile dal colore in una serie polverizzata di figure ascendenti e di strutture in fuga, nasce il verticalismo assoluto di Rosario Platania. Ecco un pittore che nella libertà del suo spirito e nell’attenzione al gioco della luce, restituisce al cromatismo una funzione liberatrice, catalizza le possibilità dell’avventura luminosa, e, frammentando lo spazio, rinnova il dialogo tra fondo e forma. (…) E’ chiaro che qui ci troviamo di fronte a un ‘infinito’ sorgente dal sentimento del colore. Questo sentimento, nato dal colore e reimmerso nel colore, si propaga in ciascun punto della organizzazione pittorica e corrisponde a quel principio verticalistico per cui il tempo e lo spazio s’identificano nella irradiante simultaneità della mente”.

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