Il 7 Settembre, alle ore 21.00, Mezzaria Teatro presenterà, alla Casa Museo della civiltà contadina “Lucio Messina” di Nicolosi, in via Garibaldi 58/a, la pièce “Shots” di Alice Sgroi e Francesco Bernava, liberamente ispirata dai racconti di Charles Bukowski, organizzazione di Filippo Trepepi.
Shots è il plurale di una parola inglese e, come molte parole inglesi, può avere diversi significati, diverse accezioni e può essere usata in molteplici situazioni. Shot, al singolare, può significare ipotesi, foto, sparo, ma è anche una parola utilizzata in un campo semantico molto familiare agli inglesi, che l’hanno creata, e non solo a loro. Shot è infatti un preciso tipo di bicchiere, piccolo e compatto, che si utilizza per bere liquori puri, non allungati con altre sostanze; è il bicchierino che, nelle serate passate nei locali o nelle discoteche, si beve tutto d’un fiato.
“Il nostro spettacolo – spiegano Alice Sgroi e Francesco Bernava – vuole raccontare tre storie ad alta gradazione sessuale da vivere tutte d’un fiato, proprio come tre SHOTS, in cui l’amalgama tra sesso e ironia è l’ingrediente principale del miscuglio letterario: sono infatti tre storie, liberamente ispirate dai racconti di Charles Bukowski, che affrontano il rapporto uomo-donna con un comune obiettivo, quello di dilatarne il perimetro sensibile, il confine tra il magma viscerale che scaturisce dall’incontro di due esistenze e il mondo che li avvolge.
In TIME-LAPSE, la prima di queste tre storie, si racconterà del rapporto sentimentale di un uomo e una donna che, proprio come dentro a un film a velocità accelerata, ripercorrono gli istanti di vita vissuti insieme; istanti a cui restano aggrappati in un circuito ripetitivo ma non chiuso, perché ad ogni giro completato la ripartenza è accompagnata sempre da una piccola rinascita, piccola quanto un granello di sabbia.
In TRENTACENTIMETRI si consumerà la trasformazione di un uomo nell’oggetto sessuale da parte della sua donna; e quando diciamo trasformazione, la intendiamo nel senso più letterale della parola. Non abbiamo, però, voluto puntare su strabilianti effetti speciali o su formule magiche di fiabesca memoria, anche se un pochino di magia l’abbiamo dovuta usare per forza, ci ha stupito piuttosto dover ammettere che anche ciò che definiamo surreale possa essere vissuto con estrema naturalità, soprattutto quando quella trasformazione che lo genera, il surreale cioè, è frutto di amore, qui sicuramente erotico, ma sempre di amore si tratta.
Infine in SCOTCH&SETA si indagherà il diverso punto di vista, femminile e maschile, sul rapporto sessuale e sentimentale. Due modi, sicuramente diversi, di concepire e vivere il contatto con l’altro ma che hanno in comune la passionalità, che è manifestazione esplosiva e coinvolgente della scoperta: scoperta di se stesso e dell’altro, scoperta di se stesso attraverso l’altro, scoperta solo di se stesso senza l’altro, o solo dell’altro; insomma sono molteplici le variabili ma il denominatore comune è, appunto, la scoperta: evoluzione?, involuzione?, sicuramente movimento.
E l’amore cos’è se non movimento; e non solo “quel tipo di movimento” anche se di quello noi parleremo, forse in alcuni punti un po’ esplicitamente ma sempre con grande ironia, eleganza e profondo rispetto, non dimenticando di aggiungere qua e là un pizzico di poesia che non guasta mai quando si parla di coppia e, perché no, anche quando si parla di sesso”.