Cronaca

Italia, un Paese nel non lontano passato plasmato dall’emigrazione e da oltre 30 anni dall’immigrazione di anno in anno mutevole non solo numericamente ma anche qualitativamente per provenienza etnica e geografica. I flussi migratori, quasi tutti forzati, sono ormai una realtà strutturale, come ha affermato Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato- e la prima questione che s’impone riguarda il superamento della fase di emergenza per dare spazi a programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni, dei cambiamenti che si producono e delle conseguenze che imprimono volti nuovi alle società e ai popoli. I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una avita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dalla guerra, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse che equamente dovrebbero essere divise fra tutti.

Questo è stato il motivo di fondo del tema migratorio che ha animato la presentazione a Catania, presso la sala Cirinnà del Museo diocesano, del XXV Rapporto Immigrazione 2015 dal tema “La cultura dell’incontro” da parte della Caritas e dell’Ufficio pastorale Migrantes della nostra arcidiocesi, rappresentata dalla partecipazione del vicario generale mons. Salvatore Genchi che ha portato i saluti dell’arcivescovo mons. Salvatore Gristina impegnato nella visita pastorale, con l’intervento dei rispettivi direttori, il sacerdote Piero Galvano e il diacono Giuseppe Cannizzo. E’ stato il diacono Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio pastorale Migrantes di Messina, a presentare il voluminoso documento di ben 520 pagine illustrare e ricche di grafici statistici: oltre 5 milioni di persone di cittadinanza non italiana risiedono in Italia, mentre cresce il fenomeno dei richiedenti asilo e rifugiati.

Il fitto dossier da una panoramica internazionale ed europea si sofferma sulla situazione italiana: al 1 gennaio 2015 risiedevano in Italia 60.795.612 abitanti, di cui l’8,2% stranieri (52,7% donne), con un aumento rispetto al 2014 dell’1,9%. Risultavano in corso di validità 3.929.916 permessi di soggiorno (48% donne). Distinguendo i permessi nella loro totalità per aree di origine, la quota maggiore riguarda l’Europa centro orientale (30%), l’Africa settentrionale (20,7%), l’Asia centromeridionale (13%) e l’Asia orientale (13,4%). Le nazionalità extracomunitarie più numerose sono il Marocco (13,2%), l’Albania (12,7%), la Cina (8,5%) e l’Ucraina (6,0%).

Il segnale più emblematico della tendenza degli stranieri a integrarsi in Italia è confermato dal fatto che sul totale dei permessi rilasciati per motivi familiari, le donne sono il 60,3%.  Nel territorio nazionale sono presenti ben 198 nazionalità su un totale mondiale di 232. Il 60% degli immigrati vive nel Nord, il 25,4% nel Centro e il 15,2% nel Mezzogiorno.

Il fenomeno migratorio ha rivoluzionato il volto delle nostre città, il mondo della scuola multietnica e interculturale, dei servizi, della giustizia, del lavoro (nel campo dell’agricoltura, dell’imprenditoria e della collaborazione domestica), dell’occupazione e della disoccupazione (gli inattivi stranieri su scala nazionale sono il 30,8% e gli italiani il 51,6%, mentre in Sicilia gli inattivi stranieri sono il 36,2% e i siciliani il 60,6%) nonché la stessa comunità ecclesiale cattolica, data la presenza stabile sul piano pastorale e assistenziale di 3mila sacerdoti e 3mila religiosi non italiani. Sul piano della diversità religiosa i più numerosi sono i cristiani ortodossi e riformati, in coda gli islamici con i quali è sempre necessario dialogare. La grave crisi demografica italiana è parzialmente colmata dalle nascite di figli di immigrati. La presenza lavorativa degli immigrati nel nostro Paese è senz’altro anche una irrinunciabile opportunità socio-economica come ha attestato la stessa INPS. In Sicilia non è più maggioritaria la presenza africana perché è stata soppiantata da quella rumena, la più numerosa.

  E’ seguita una prima riflessione comunitaria tra i presenti, per la maggioranza volontari rappresentanti diverse comunità ecclesiali e particolarmente le parrocchie dove le tabelle statistiche in modo particolare riguardanti la Sicilia e la provincia di Catania, elaborate e spiegate per materia su dati Istat dal relatore su scala regionale e diocesana fino all’11 novembre 2016, saranno nei prossimi mesi oggetto di studio e di iniziative sul solco dello “speciale 25 anni”, predisposto a livello nazionale ma con riferimento costante al territorio, dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas Italiana.                                                                                                     

 Antonino Blandini

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