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Il miglior Fabio Aru di sempre sbaraglia la concorrenza a La Planche des Belles Filles e conquista un successo immenso. Cambio di casacca in casa Sky con la maglia che passa da Thomas a Froome.

Giornata solare al Tour dopo quella nebulosa legata alle chiacchiere per l’esclusione di Sagan. Il programma prevedeva il primo arrivo in salita sulla rampa brutale di La Planche des Belles Filles che mai sinora ha tradito le attese della vigilia.
La BMC ha subito dichiarato apertamente le intenzioni di Porte inseguendo tutto il giorno chi come De Gendt, Voeckler, Gilbert, Van Baarle, Bakelants, Perichon, Boasson Hagen e Delage aveva cercato fortuna da lontano. Con l’aria che tirava è già tanto che Gilbert e Bakelants sono riusciti ad affrontare i sei chilometri di ascesa finale con una manciata di secondi sul gruppo nel quale da qualche chilometro la Sky aveva rilevato la BMC.
La tattica è la medesima di sempre. Un ritmo sostenuto ma costante dettato prima da Kwiatkowski poi da Nieve che determina una selezione naturale. Il copione prevede le frullate di Froome, invece a duemila e quattrocento metri dalla fettuccia arriva una rasoiata di Aru. Decisa, senza incertezze, profonda. La fila non si scompone, Nieve non reagisce minimamente ed il sardo va.

Neanche Thomas, giallo al servizio di Froome, riuscirà a far meglio del collega nel breve apporto a favore del suo leader. Del resto neanche lo stesso Froome in persona, la cui sfuriata durerà sì e no cinquecento metri, riuscirà a riportarsi sul campione italiano. La richiesta di un cambio del keniano bianco a Daniel Martin, Porte e Bardet, gli unici che gli son rimasti a ruota, sancirà la resa degli inseguitori. Aru nel frattempo, con il suo incedere forsennato, si è portato entro l’ultimo chilometro. La prestigiosa vittoria è ormai cosa fatta.
All’arrivo si presenterà con il piccolo ma significativo vantaggio di 16’’ su Daniel Martin, terzo è Froome a 20’’, quarto Porte con lo stesso tempo dell’inglese. Un po’ più staccati Bardet, Contador e soprattutto Quintana, passivo e deludente su una salita dalle pendenze favorevoli al colombiano.

La nuova classifica vede ora Froome al comando con Thomas a 12’’, terzo è Aru, vestito anche a pois, distante 14’’.
Che dire? Che non bisogna lasciarsi prendere dai facili trionfalismi? Me ne frego delle solite frasi di circostanza dettate più dalla scaramanzia che da quanto si è visto sulla strada. Oggi Aru ha vinto benissimo, scattando in faccia ai migliori che si son guardati bene dal rispondere per il preciso timore di saltare e farsi molto male. Del resto BMC e Sky non avevano fatto alcun mistero delle loro intenzioni bellicose dissoltesi del tutto solo al momento dell’affondo di Fabio.
Inutile girarci attorno Aru in un sol colpo ha conquistato la leadership dell’Astana e soprattutto sono cresciute le sue credenziali che ora gli consentono di guardare molto in alto.

Dopo lo spettacolo pirotecnico di oggi, domani si ritorna a sonnecchiare. La sesta frazione propone un altro lungo trasferimento in bici di 216 km, da Vesoul a Troyes. I velocisti torneranno a sorridere, Il Salotto del Ciclismo un po’ meno.

Il finale del post non può che essere dedicato al vincitore di oggi. Dopo un anno tribolato che si è protratto sino a questa primavera, Aru è tornato fortissimo.
Non come nella Vuelta vinta, molto di più!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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