SpettacoloTeatro

“Vina Fausa. In morte di Attilio Manca” di Simone Corso – Produzione compagnia Santina Porcino è il terzo appuntamento previsto per domenica 25 Febbraio, alle ore 18.30, al “Roots” di Catania, via Giuseppe Borrello 73, della rassegna “Underground rivers”, organizzata da Teatro Argentum Potabile.

La pièce vedrà in scena  Francesco Natoli, Michelangelo Maria Zanghì, Simone Corso, regia di Michelangelo Maria Zanghì, costumi ed elementi scenici di Francesca Cannavò, musiche di Chiara Pollicita, assistente alla regia Caterina Sfravara.  Biglietto intero 10 euro, ridotto 6 euro per under 25 e over 60. Ingresso riservato ai soci. Info:338/2044274 – 3497174913.

Una scena dello spettacolo

Nota di regia

“Vina Fausa. In morte di Attilio Manca” non è una storia da raccontare, ma piuttosto un insieme di indizi che, messi insieme, indagano su chi siamo stati, chi siamo e chi vorremmo essere. La vicenda di Attilio Manca, giovane urologo del messinese, morto nel 2004 in circostanze ancora poco chiare, è uno dei tanti piccoli – grandi casi di cronaca che s’intrecciano con gli ultimi vent’anni della nostra Storia. Attilio, brillante medico trentaquattrenne è stato trovato senza vita nel suo appartamento, a Viterbo, dove lavorava presso l’ospedale Belcolle, con due buchi nel braccio sinistro. Overdose si è detto. Suicidio, subito dopo. Ma nonostante la (presunta) verità che è stata accertata nel corso delle indagini e del processo, affiorano fantasmi dalla coscienza che fanno rumore e che ci chiedono altre domande, altre verità. Troppe le cose che non tornano, troppi i sospetti, troppe le coincidenze; troppo sangue per essere un suicidio. Forse, la morte di Attilio, allora, non è solo uno dei tanti casi, ma un tassello di qualcosa di più grande che ha fatto dell’Italia ciò che è oggi, della Storia un mistero, degli italiani di prima dei complici, degli italiani di oggi dei dimentichi. Ma tutto sta in una scelta: bene o male. Non è così netta, non può esserlo, ma può essere una consapevolezza, prima di tutto, prima dell’attesa, prima del non sapere. Sulla sua morte un’ombra nera, nerissima: Bernardo Provenzano.

La compagnia

La Compagnia teatrale Santina Porcino ha debuttato nel 2010 con “Porta Chiusa” di Jean Paul Sartre, con Michelangelo Maria Zanghì, Angela Alizzi e Chiara Schepis, per la regia di Stefano Molica. L’anno successivo produce “Fiori Malsani”, scritto, diretto e interpretato da Michelangelo Maria Zanghì e con Simone Corso, Francesco Natoli, Martina Morabito e Gabriella La Fauci. Nel 2014 è in scena con “Mathilde” di Véronique Olmi, con Gianni Fortunato Pisani e Isabella Giacobbe, per la regia di Michelangelo Maria Zanghì. Nel 2015 debutta con “L’Amore Sacro, l’Amor Profano. Omaggio a Fabrizio De Andrè”, uno spettacolo di teatro – musica di e con Michelangelo Maria Zanghì e la chitarrista Chiara Pollicita: lo spettacolo viene replicato in diversi teatri italiani.

A gennaio 2016 ha debuttato con “Vina Fausa. In morte di Attilio Manca” di Simone Corso, con Francesco Natoli, Michelangelo Maria Zanghì e Simone Corso, per la regia di Michelangelo Maria Zanghì. Dal 2013 è tra gli organizzatori della rassegna di nuova drammaturgia “Sceanuda” del Teatro “Beniamino Joppolo” di Patti (ME).

La rassegna “Underground rivers” che ricordiamo privilegia la drammaturgia contemporanea, proponendo testi originali di autori viventi del Sud Italia e di gruppi teatrali indipendenti, si concluderà il 17 e 18 Marzo con l’ironia inglese di Steve Cable con il monologo comico “Uomo maturo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post