Teatro

Stasera, 15 Aprile, alle ore 21.00, con repliche domani alla stressa ora e domenica alle ore 18.00, al Teatro L’Istrione di Catania, in via Federico De Roberto 11, per l’odierna stagione di prosa “Servo di scena”, verrà rappresentato “Rosmersholm” di Henrik Ibsen, per la regia di Valerio Santi. Sulla scena, nei vari ruoli, Valerio Santi, Cindy Cardillo, Francesco Russo, Concetto Venti, Daniele Sapio, Laura Giordani. La scenografia è a cura di Valerio Santi.

Scritto nel 1886, “Rosmersholm” conobbe il successo in Italia il 4 dicembre del 1905 al Teatro Verdi di Trieste grazie alla magistrale interpretazione di Eleonora Duse. Ibsen ci consegna un testo apparentemente semplice sul piano della comprensione, poiché trattandosi di teatro di parola, tutto ciò che è scritto (in questo caso) risulta essere abbastanza chiaro; ma il vero senso della pièce in realtà sta là, in quello spazio vuoto che vi è tra una parola e l’altra. Un testo coinvolgente, penetrante, dove nulla è lasciato al caso, dove ogni qualvolta pare si stia per giungere ad un punto decisivo, ecco che tutto cambia. Ibsen affronta infatti il concetto di cambiamento sotto ogni aspetto; politico, spirituale, religioso, contrapponendolo a quella stasi tradizionale a cui gran parte della società dell’epoca resta aggrappata.

Altra tematica principale della storia è la morbosa ricerca della felicità, quella felicità a cui tutti i personaggi della pièce – chi più chi meno – aspirano e che a Rosmersholm (Casa Rosmer) il tempio dell’ordine, della disciplina e del buon senso, non esiste, poiché Rosmersholm – della suddetta felicità – ne è la tomba. Una casa vuota, scarna, lineare, proprio come la vita che vi si conduce all’interno, dove è impossibile camminare su un terreno retto, giacché il continuo mutamento degli eventi rende tutto decisamente instabile.

Nella foto Francesco Russo e Valerio Santi

Nella foto Francesco Russo e Valerio Santi

“Rosmersholm” è uno dei capolavori di Ibsen e da stasera – spiega in una nota il regista Valerio Santitorna in scena dopo tanti e forse anche troppi anni di lontananza dal palcoscenico. Le ultime notizie testimoniabili di produzioni italiane risalgono al 1906 con Eleonora Duse, dunque dovremmo essere i secondi forse, o comunque tra i pochi ad avere non la presunzione, ma bensì il coraggio di mettere in scena un lavoro così. Uno spettacolo unico, dove è possibile respirare del vero teatro, fatto di classe, di eleganza, di cultura e di energia giovane, quello che manca quasi a tutte le realtà teatrali che ci circondano. Bisogna svecchiare il teatro italiano, e soprattutto fornire al pubblico un’alternativa al teatro di massa, noi alziamo la mano e diciamo con orgoglio: scusate signori, ci siamo anche noi!”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post