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Una ventata di vitalità, di canti, di gioventù, di voglia di vivere e di divertirsi, lasciandosi alle spalle il duro lavoro di campagna, la stanchezza degli anni che passano e l’ossessione e la necessità lavorativa. Tanti di questi aspetti come il momento della vendemmia, ma anche la rivalsa delle donne sugli attempati mariti, le regole del massaro e le prime ribellioni popolari, troviamo nella commedia di Nino Martoglio “Annata Ricca” proposta al Teatro Vitaliano Brancati di Catania a chiusura della stagione di prosa 2015-2016 diretta con arguzia da Tuccio Musumeci che, anche quest’anno, ha confezionato un cartellone ricco di proposte interessanti e che hanno soddisfatto un variegato pubblico.

“Annata Ricca”, commedia agreste in due atti, scritta da Martoglio nel 1921, è infarcita di allegria e saggezza contadina e segue l’onda dei consensi del “Liolà” pirandelliano, raccontando con balli, canti, aneddoti, amori e speranze nel domani, una giornata di lavoro nella vigna e nella masseria di un ricco possidente terriero, Massaru Michelangilu, sposato con la giovane Grazia e padre della smaniosa Pina. I due atti, diretti in modo scorrevole da Giuseppe Romani, sulla scena agreste curata da Jacopo Manni e con i costumi delle sorelle Rinaldi, si svolgono nella masseria di Massaru Michelangilu, dove proprio in tempo di vendemmia e nella notte di San Michele si intrecciano il profumo dell’uva e del mosto con la voglia di divertirsi e di innamorarsi dei contadini e dei vendemmiatori, si inseguono storie di corna, di sesso, di ammiccamenti o quelle narrate dal trascinatore Massaru Filippu, le bramosie del carrettiere Marianu, le voglie di Grazia, Pina, Santa e delle pigiatrici, le stramberie divertenti della sempliciotta Filumena. Il tutto si svolge a fine estate, tra il forte odore di mosto ed alla fine, all’imbrunire, ognuno trova il proprio partner e quello che ha intrattenuto e divertito tutti con le storie di Orlando e Rinaldo, si consolerà e divertirà il pubblico solo con un fiasco di vino: l’importante è che … “l’annata è ricca e ‘u massaru è cuntentu!”.

Nella foto Tuccio Musumeci, Margherita Mignemi ed Enrico Manna (Ph. Dino Stornello)

Nella foto Tuccio Musumeci, Margherita Mignemi ed Enrico Manna (Ph. Dino Stornello)

La vicenda narrata è semplice, ma sempre apprezzata, divertente ed è stata cavallo di battaglia di tanti capocomici del passato e di quasi tutte le compagnie filodrammatiche. Protagonista della commedia è Massaru Michelangilu (reso in modo esemplare da Tuccio Musumeci) che concede qualche ora di svago ai suoi vendemmiatori in occasione della notte di San Michele. Il ricco ed attempato possidente, apparentemente ingenuo, tiene in mano le redini del gioco consapevole che la giovane moglie Grazia (interpretata dalla seducente Lucia Fossi), abbia una relazione con Marianu, il conteso carrettiere (Giampaolo Romania) che riesce a farla franca lasciandosi sedurre e seducendo l’irrequieta Pina, figlia di Massaru Michelangelu, interpretata da una sensuale Laura Sfilio, che lascia sfumare l’eventuale storia con l’indeciso Filibertu (Claudio Musumeci) e si lascia vincere da una carica d’eros irresistibile proprio verso Marianu.

Altri protagonisti esemplari della storia sono i quattro giovani vendemmiatori, interpretati da Roberto Fuzio, Giovanni Strano, Lorenza Denaro e Marina Puglisi, sorridenti rappresentanti della gioia di vivere e che, con grande abilità e talento, costruiscono un momento davvero squisito dello spettacolo usando e ripetendo più volte i numeri uno, due, tre e quattro in toni differenti per riprodurre il suono di una rana.

Nella foto di Dino Stornello, Miko Magistro

Nella foto di Dino Stornello, Miko Magistro

Un posto di rilievo spetta al mastru Filippu, abile capo ciurma ed intrattenitore, interpretato con grande autorevolezza da  Miko Magistro, davvero straordinario, soprattutto nel secondo atto quando da spettatore durante la notte di guardia, assiste agli incontri amorosi e regala deliziosi commenti con il suo “vivi Filippu”. Protagonisti apprezzati poi il patetico mastru Vinnirannu (l’insaccatore di mosto) di Enrico Manna, l’effervescente moglie Santa di  Evelyn Famà, la contadinotta svagata e divertente Filumena (resa con il solito piglio esilarante da Margherita Mignemi) e per chiudere i vendemmiatori Luigi Nicotra, Alessandro Pizzimento e Giorgia Torrisi.

Lo spettacolo, grazie alle azzeccate e raffinate musiche di Matteo Musumeci, alle eleganti coreografie di Silvana Lo Giudice ed alla saggia regia di Giuseppe Romani, convince e diverte il pubblico ed il testo di Martoglio, sia pur datato, si rivela ancora una volta vincente, regalando, in un rassicurante clima agreste, momenti di spensieratezza, tra leggerezza autentica, gioco, allegria e canzoni, contrapponendo l’arroganza e la ricchezza della vecchiaia alla freschezza e irruenza della giovinezza in un turbinio di emozioni. Applausi e risate da parte del pubblico in sala per una “Annata Ricca” che verrà replicata al “Brancati” sino al 22 Maggio.

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