Catania News

In pieno periodo estivo il problema atavico catanese legato alla rete viaria cittadina ed al servizio del trasporto pubblico rimane irrisolto ed in tal senso arriva la puntuale “lettera aperta” all’amministrazione cittadina da parte dell’associazione Free Green Sicilia, a firma del portavoce Alfio Lisi, che di seguito pubblichiamo confidando di poter ricevere anche dall’assessorato competente un aggiornamento sulle misure che si intendono adottare per limitare i disagi della popolazione.

BIKE SHARING VIA DUSMET PORTO

Bike sharing via Dusmet, zona Porto

“Non si possono lasciare a piedi i cittadini in una città europea dove le distanze sono irraggiungibili con le proprie gambe (e tra questi anziani, bambini, donne incinte, invalidi, ecc)   e dove i mezzi inquinanti hanno preso il sopravvento indisturbati a discapito della civile e salubre vivibilità. Non si possono avere solo 29 autobus circolanti (senza aria condizionata nel caldo estivo: altro che terzo mondo!) in una città dove vivono ogni giorno  oltre 350 mila cittadini (tra residenti ,  pendolari e turisti) quando tali numeri  di mezzi pubblici possono essere accettabili in una città che non supera i 50 mila abitanti. Non si possono spendere centinaia di milioni di euro per un metrò (a discapito del trasporto di superficie come autobus e tram elettrici) che viaggia da sempre con pochi utenti e che secondo studi statistici e urbanistici non avrebbe senso di esistere in una città delle dimensioni di Catania ( e poi non potere comprare nuovi autobus a misura di cittadini di tutte le età e di tutte le condizioni fisiche).  Non si può avere a disposizione solo un paio di chilometri di pista ciclabile, peraltro fuori dal centro urbano e scollegata da  tutti i quartieri della città quando si doveva e si deve iniziare dal cuore vitale della città. Non si può spacciare come integrativa ad una mobilità eco e socio sostenibile il cosiddetto car sharing (dimenticando il bike sharing  l’unico presente all’ingresso del porto (vedi foto) mai sfruttato per mancanza di bici e trasformato in parcheggio per auto) quando questo perlopiù fa accrescere il numero di auto che circolano in città senza avvantaggiare nessuno.  Il tutto mentre l’inquinamento da smog avvelena l’aria della città e conseguentemente ogni cittadino che vive o lavora nei pressi  delle arterie e degli incroci più trafficati della città e senza che vengano prese iniziative opportune a prevenzione della difesa della salute dei cittadini e della qualità della vita da parte delle istituzioni competenti (Comune in primis!)”.

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