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Anche quest’anno si può dire: buona la prima. Con i dovuti scongiuri… Stavolta, però, abbiamo avuto l’opportunità di essere presenti e assaporare la sensazione che questa è stata una vittoria più chiara, meritata, quasi normale; consapevoli che a squadre come Juve Stabia – ahinoi! – bisogna dare del “vossia” (ha dimostrato di meritarlo, andando in vantaggio al primo pasticcio difensivo dei “nostri”) e che non si possono sottovalutare limiti rilevati, che si spera di veder presto superati. Concordo con chi dice “a cominciare dalla difesa”, in cui la sola assenza di Bergamelli non può giustificare tutto né il suo rientro – da solo – potrebbe superarlo. Invece, è sembrato credibile il centrocampo che non ha fatto rimpiangere il mancato arrivo di Zibert, dirimpettaio numero otto, decente ma sconfitto insieme a Fabio Caserta (qui, mai dimenticato), vice allenatore delle “Vespe”, e al talentuoso Alessandro Mastalli (figlio di Ennio, uno dei “monumenti” della storia  rossazzurra). CATANIA LOGO

L’anno scorso, a centrocampo, non si vinceva un duello né, dalla zona nevralgica, partivano adeguati suggerimenti per le punte. Stavolta (si auspica che sia una tendenza), grazie soprattutto a capitan Biagianti, si è lottato, eccome! Gli altri – a cominciare da quel giovanotto dal nome complicato (Paulino da Silva Gladestony, semplificato in “Silva”), da Scoppa (perfetto lancio per il secondo eurogol di fila di Calil) a De Cecco (creatore, da solo, del dolce conclusivo) – hanno inviato alle punte una quantità industriale di suggerimenti, divenuti, per la verità, un pò prevedibili quando hanno avuto come riferimento principale un vivacissimo ed efficace – fortunatamente – Russotto. Mi sembra, invece, che nella stessa zona ci sia qualche difficoltà a recuperare palloni alti; lì, non mi pare che siano stati vinti molti duelli aerei.

Il Catania al "Massimino" contro la Juve Stabia (Ph. Calciocatania)

Il Catania al “Massimino” contro la Juve Stabia (Ph. Calciocatania)

È solo l’inizio; ma da anni non si assisteva a una partita così e non è cosa da poco. C’era anche caldo (nel chiosco solo acqua a temperatura ambientale e caffè) e questo va tenuto in conto; vedremo se con il fresco le qualità individuali, l’abitudine a giocare assieme (amalgama; ah, ah, ah…), gli schemi assimilati, ecc., esalteranno quel che di buono si è intravisto.

Sull’organo “ufficiale” l’editoriale (senza firma, dunque attribuibile a Scaltriti) è intitolato “Undici Uzeta rossazzurri”. Simpatico accostamento ma… Poche settimane addietro ho presentato a “Scienze politiche” il nuovo volume di Maria Antonietta Maiuri, edito da C. S. S. Macrì di Acireale, intitolato “Uzeta un eroe catanese – Il romanzo, lo spettacolo e 28 cartelli dell’opera dei Pupi” e – per forza di cose – ho “studiato” l’argomento e non certo su Wikipedia. Qualcosa da aggiungere c’è. È, infatti, documentato (tra gli altri, cfr.: Alessandro Napoli, Il racconto e i colori – «Storie» e «Cartelli» dell’Opera dei Pupi catanese, Sellerio, Palermo, 2002; Donata Amico, Teatrar narrando: L’Opera dei pupi catanese – Le serate di Raffaele Trombetta (1882-1928), Junior, Azzano S. Paolo, 2008) come, prima della pubblicazione del romanzo a dispense di Giuseppe Malfa, sia stato il puparo don Raffaele Trombetta a inventare la “Historia” del popolano che con atti di valore guadagna il salto di “stato”, sposando Galatea, figlia del re Cocolo di Catania. Invero, Salvatore Mangano capo de “Il Paladino”, compagnia attiva dell’Opera dei Pupi, mi ha fatto notare che il nome potrebbe anche scriversi come “UZ”, ultime lettere dell’alfabeto, rafforzative del concetto. Con il Catania e i suoi calciatori, il riferimento di “ultimi” alla conquista di uno status mi sembra quanto meno improprio. Tutti ci aspettiamo che i “nostri”, semmai, si ri-approprino – con umiltà, certo – del ruolo congeniale e ci tirino fuori dal pantano limaccioso nel quale loro stessi ci hanno e si sono gettati.

Il giornale è visionabile nel sito ufficiale della Società; non abbiamo avuto la fortuna di averne – come avveniva nel passato (collezione più che decennale e un arretrato in serbo per Nello Pappalardo) – copia cartacea all’ingresso dello stadio; mi riferisco alla tribuna B, per la quale ancora quest’anno ho sottoscritto l’abbonamento. Forse lo “sgavito” (unito alle altre misure di austerità, come l’aumento dei prezzi, la reintroduzione della “giornata rossazzurra”, la cancellazione delle riduzioni familiari, ecc.) si alimenta anche così. Mah… L’importante è il risultato e su quello finale non possono esserci divergenze di aspettative.

Nella foto Salvo Nicotra e l'impianto di Torre del Grifo

Salvo Nicotra e l’impianto di Torre del Grifo

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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