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cremazione1jpgIl recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Istruzione “Ad resurgendum cum Cristo” circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, come ha sottolineato il cardinale prefetto Gerhard Muller, primo dei relatori della conferenza stampa di presentazione, “e rivolto ufficialmente ai vescovi della Chiesa cattolica, ma riguarda direttamente la vita di tutti i fedeli” e richiama la normativa ecclesiastica in materia di cremazione dei cadaveri, attualmente regolata dal Codice di Diritto Canonico e notevolmente diffusa anche in ambito della Chiesa cattolica che continua a raccomandare insistentemente “che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in un altro luogo sacro. Nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, l’inumazione è la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale”. Inoltre la sepoltura, sottolinea il documento approvato da Papa Francesco, risponde alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti. “Prendendosi cura dei corpi dei defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione e si separa da atteggiamenti e riti che vedono nella morte l’annullamento definitivo della persona, una tappa nel processo di re-incarnazione o come fusione dell’anima con l’universo”.

Questa nuova istruzione, dottrinale e pastorale, “potrebbe contribuire perché i fedeli cristiani prendano ulteriore coscienza della loro dignità di ‘figli di Dio’ perché siamo di fronte ad una nuova sfida per l’evangelizzazione della morte. L’accettazione dell’essere creatura da parte della persona umana, non destinata all’evanescente scomparsa, domanda di riconoscere Dio come origine e destino dell’esistenza umana: dalla terra proveniamo e alla terra torniamo, in attesa della risurrezione”. Da qui l’esigenza di evangelizzare il senso della morte, alla luce della fede in Cristo Risorto, fornace ardente d’amore, che “purifica e ricrea, in attesa della risurrezione dei morti e della vita del mondo che verrà”. Come ha scritto Tertulliano: “La risurrezione dei morti, infatti, è la fede dei cristiani: credendo in essa, siamo tali”.

dati-cremazione Il sacerdote domenicano Serge-Thomas Bonino ha puntualizzato che “la Risurrezione di Cristo, che è ‘principio e sorgente della nostra risurrezione futura’ viene presentata dall’istruzione come ‘la verità culmine della fede cristiana’. Nella risurrezione Dio porta a compimento l’opera d’amore iniziata con la creazione”. Come attestato dai vangeli, “non si può negare la continuità reale tra il corpo seppellito e il corpo risorto di Gesù, segno che l’esistenza storica, quella di Gesù e la nostra, non viene abolita nell’escatologia, anzi viene trasfigurata. La risurrezione cristiana non è né una reincarnazione dell’anima in un corpo indifferente né una ri-creazione ex nihilo”. La Chiesa non smette d’affermare che è proprio il corpo in cui viviamo e moriamo che risusciterà nell’ultimo giorno. Del resto, “è la ragione per la quale piace al popolo cristiano, guidato dal sensus fidei, venerare le reliquie dei santi: esse sono legate all’identità del santo, un tempo Tempio dello Spirito Santo, ed aspettano la risurrezione. Anche se la continuità materiale venisse interrotta, come è il caso nella cremazione, Dio è assai potente per ricostituire il nostro corpo proprio a partire dalla nostra sola anima immortale, che garantisce la continuità della nostra identità tra il momento della morte e quello della risurrezione. Ma resta che sul piano simbolico –e l’uomo è un animale simbolico- la continuità viene espressa in modo più adeguato per mezzo della sepoltura -‘il chicco di grano caduto in terra’- anziché per mezzo della cremazione che distrugge il corpo in modo brutale”. Per la fede cristiana, il corpo non è tutta la persona ma è una parte integrante, essenziale, della sua identità. Nell’Antico Testamento, seppellire i morti è una delle opere di misericordia rispetto al prossimo. “L’ecologia integrale che brama il mondo dovrebbe cominciare col rispettare il corpo, il quale non è un oggetto manipolabile ma l’umile compagno per l’eternità”. In ogni caso la Chiesa insiste, ha sottolineato mons. Angel Rodriguez Luno, consultore della Congregazione, affinché il trattamento dei cadaveri sia ispirato da rispetto e carità e possa esprimere adeguatamente il senso cristiano della morte e la speranza della risurrezione del corpo, tenendo come punto di riferimento la risurrezione corporale di Cristo, avvenuta dopo la sua passione, morte e sepoltura. “I defunti fanno parte della Chiesa, sono oggetto della preghiera e del ricordo dei vivi, ed è bene che i loro resti vengano ricevuti dalla Chiesa e custoditi con rispetto nei luoghi benedetti a tale scopo, senza venir sottratti al ricordo e alla preghiera dei parenti e della comunità”.  

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