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Per molti secoli l’usanza di adornare l’albero di Natale in occasione della festa fu prerogativa degli antichi popoli germanici, dei Teutoni in particolare, che festeggiavano il passaggio dall’autunno all’inverno bruciando enormi ceppi nei camini e piantando davanti alle case un abete ornato di ghirlande. La tradizione si estese presso molti altri popoli del nord Europa e cominciò ad accompagnare la ricorrenza natalizia. Alle ghirlande si unirono nastri e frutti colorati, poi le candeline, fino a quando, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggeri e variopinti ninnoli di vetro soffiato che diventarono di moda e costituirono l’ornamento tradizionale dell’albero natalizio. Poi arrivarono anche le lampadine e le decorazioni di plastica; oggi non c’è più limite alle fantasie per creare addobbi e abbellimenti per i rami.

Albero a piazza Università (Catania)

Nelle case italiane l’albero di Natale è arrivato da pochi decenni e in circostanze curiose. Verso la fine del 1800 questa moda dilagava in tutte le corti europee tra le famiglie della nobiltà. Anche la regina Margherita, moglie di Umberto primo ne fece allestire uno, in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e…l’albero divenne di casa tra le famiglie italiane e popolarissimo tra i bambini. Purtroppo per alimentare questa tradizione ogni anno migliaia e migliaia di piante vengono sacrificate per essere utilizzate pochi giorni e finire poi nella spazzatura.

La parola presepio deriva dal latino Praesepium e significa mangiatoia: allude al posto dove fu posato Gesù appena nato. Oggi il presepio è la rappresentazione che per le feste di Natale si prepara nelle chiese e nelle case per ricordare la nascita di Gesù. Sembra che il primo presepio sia stato creato da San Francesco d’Assisi nel 1233. Da allora è nata l’usanza di costruire, a Natale, nelle chiese e nelle case dei fedeli, il presepio. Ma nessuno è uguale all’altro, ognuno ha qualcosa di particolare o di locale. I presepi meridionali hanno una colorita moltitudine di figurine legate all’esistenza di ogni giorno; nel presepe abruzzese, con le presenze sacre, ci sono anche quelle profane. Nel presepio lombardo è quasi sempre presente la figura di un pastore sdraiato in disparte: “un dormiglione”.

Il presepe

I figurinai di Napoli sono celebri invece per l’arte col la quale riproducono pastori in atteggiamenti che rispecchiano il costume di vita napoletano. Infine in alcuni presepi c’è una concessione al gusto western, giustificato dal fatto che, chi ha sentito il messaggio: “Pace agli uomini di buona volontà”, può giungere da ogni parte del mondo.

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