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Può essere considerato spumante o champagne un vino bianco al quale è stato aggiunto gas (anidride carbonica) e confezionato con tappo a fungo e gabbietta metallica? No, certamente ma in commercio se ne trovano a prezzi piuttosto bassi, il che può ingannare il consumatore convinto di aver fatto un affare! Come fare per evitare fregature visto che, lo scorso anno sono state vendute 276 milioni bottiglie di spumante per 1,9 miliardi di euro e 9,3 milioni di bottiglie di champagne? Come al solito occorre leggere l’etichetta e in questo senso qualche consiglio è utile.

Un buon spumante deve indicare le dizioni: metodo classico (significa che è fatto con il metodo champenois); Doc (denominazione di origine controllata), Docg (denominazione di origine controllata e garantita) o l’analoga sigla europea VSQPRD, il che assicura che il vino è di una determinata area geografica; Prodotto e imbottigliato da… (un produttore corretto tiene a garantire la qualità del proprio prodotto); la data della sboccatura, cioè dell’eliminazione del deposito che si forma nelle bottiglie.

Per la scelta degli champagne in genere il consumatore guarda più alla marca che all’etichetta, anche perchè nessun commerciante si sente obbligato a fornire informazioni precise, spesso si limita a decantarne le qualità. Per lo champagne valgono in sostanza le stesse indicazioni dello spumante. In più sulle etichette degli champagne dovrebbe essere indicata: la sigla Ay che sta ad indicare la zona con i vigneti migliori; la sigla R.M (lo champagne e’ fatto con uve dei produttori); la sigla N.M (lo champagne è fatto con uve di diversa provenienza); la dizione pas dose’ o nature (non è stato aggiunto sciroppo zuccherino); l’indicazione dell’annata (champagne millesimato).

Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc

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