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E’ in scena al Teatro Verga di Catania, sino al 12 Febbraio, per la stagione di prosa 2016-2017 dello “Stabile” etneo, la commedia analitica e grottesca del drammaturgo Edoardo Erba, “Vizio di famiglia“, per la regia di Saro Minardi. La pièce, produzione del Teatro Stabile di Catania, si sofferma sulla famiglia, sui mille modi di desiderarla, di formarla, usando la chiave ironica e del paradosso. L’autore analizza con occhio indiscreto e critico, l’istituzione famiglia che può rivelarsi gabbia, approdo pseudo felice ed ossessione e che, quasi sempre, coinvolge, illude, appaga, soddisfa, delude e che rappresenta, per i più, uno dei più reconditi desideri.

Nella foto di Antonio Parrinello, Concita Vasquez e Pietro Montandon

Il lavoro in due atti, per la durata di circa due ore, si avvale delle scene moderne ed accattivanti di Salvo Manciagli, dei costumi di Riccardo Cappello e del gioco luci di Salvo Orlando e sulla scena si muovono cinque brillanti interpreti che sanno dare il giusto ritmo all’esilarante e grottesca storia narrata dall’autore.

A dare il via all’intrigante ed ambigua vicenda è una donna matura, Annalisa, che, animata dal forte desiderio di crearsi una famiglia, in un “Family Tour”, accetta la proposta di un agente imbonitore che le offre un pacchetto allettante, con famiglia già pronta e completa di marito, figli, suocera e governante tuttofare. La società del consumismo sappiamo che oggi offre tutto, basta spendere e la famiglia “all inclusive” è noleggiata, il contratto è già bello e firmato. Ben presto, però, la povera Annalisa si renderà conto che non ha affittato la famiglia che sognava e dovrà così adattarsi ad un marito inconcludente, indifferente ed infedele, ad una strana suocera, a due figli di colore sempre assenti e ad una babysitter bella e tuttofare. La protagonista è spiazzata, vorrebbe tornare indietro, ma il contratto non permette ripensamenti. Intanto gli anni passano e le sorprese, specie alla fine, non mancano…

In scena un cast all’altezza: il convincente Pietro Montandon è il particolare e scombinato marito, Concita Vasquez è la povera Annalisa, mentre Filippo Brazzaventre veste i panni dell’inquietante agente-venditore di famiglie su misura, Elisabetta Alma  è  l’irrequieta suocera ed Eleonora Sicurella ricopre il ruolo della moderna e giovane babysytter.

Nella foto Concita Vasquez e Filippo Brazzaventre

Moderna, scorrevole e brillante (con un finale in musica, grazie al brano anni Settanta degli Abba, “Dancing Queen,” che vede in primo piano tutti i protagonisti) la regia di Saro Minardi, ben congegnate le scene di Salvo Manciagli, per un testo, per una messinscena, che sottolineano, evidenziano le nostre insicurezze, le nostre fissazioni ed egoismi che spesso trovano facile sfogo e realizzazione in quel tanto agognato nucleo familiare. Ma la famiglia può continuare ad essere, ai nostri giorni, quell’ancora di salvezza a cui si aggrappa la maggioranza del genere umano? E’ il grande ed intrigante interrogativo che l’autore e lo spettacolo pongono al pubblico in sala. E lo spettatore, sorpreso, incuriosito dall’evolversi della vicenda e dai particolari, in alcuni frangenti anche duri – ma sempre attuali -della storia, sorride e riflette ed alla fine applaude convinto.

Gli Abba in “Gancing Queen) (1976)

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