Cultura

Il gruppo MEIC (Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale) di Catania, nel proposito di approfondire lo studio dei documenti pontifici, ha affrontato in un incontro presso il Seminario arcivescovile dei Chierici il tema dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia” di Papa Francesco. Ha guidato la riflessione il docente universitario di Teologia morale, studioso di teologia del matrimonio e della famiglia, mons. Maurizio Aliotta, preside dello Studio teologico interdiocesano “San Paolo”, parlando dei “presupposti teologici e delle prospettive pastorali” del documento di Papa Francesco.

In premessa il relatore ha riaffermato il valore magisteriale dell’Esortazione che è stata preceduta dall’ascolto del popolo cristiano e di due sinodi di vescovi e nella quale sono contenuti ampi riferimenti a documenti magisteriali precedenti. Il testo è frutto di osservazione e rispetto di situazioni reali che diventano occasione di annuncio e non danno spazio al relativismo ma alla coscienza e alla responsabilità.

 “Esiste -ha precisato il preside- un presupposto antropologico e morale dato dall’esperienza pastorale del vescovo Bergoglio tra la gente nel considerare la <situazione>, nel senso di Romano Guardini, da cui deriva una morale ben più esigente, non garantita da norme astratte ma sostenuta dall’esercizio responsabile della libertà e della coscienza”.

 Il retroterra conciliare, ha spiegato, emerge nel ruolo centrale della coscienza, dell’ecclesiologia di comunione, della famiglia intesa come <chiesa domestica>, dell’apprezzamento dell’amore coniugale in tutte le sue dimensioni. Il prof. Aliotta ha sottolineato alcuni elementi essenziali dell’impianto del documento: il primato della grazia del matrimonio, la valorizzazione della ministerialità degli sposi, la conseguente progressività e gradualità di maturazione dell’esistenza cristiana, la necessità di un discernimento comunitario. “Ne risulta -ha affermato- una visione positiva dell’amore coniugale che si rifà alla <Gaudium er Spes>. Le prospettive pastorali si possono sintetizzare in tre verbi: accompagnare, discernere, integrare. “Amoris laetitia”, in linea con il Vaticano II, propone una morale fondata cristologicamente. Al discernimento morale si applica il criterio della gerarchia delle verità ponendo al centro “la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. A ciò si collega “il carattere progressivo della maturazione cristiana per il quale non tutto si comprende e si vive contemporaneamente e allo stesso livello”.

 Le scelte pastorali, ha aggiunto il relatore, devono essere guidate dalla convinzione della presenza dei <semina verbi> anche nelle esperienze diverse o distanti dal modello familiare che scaturisce da una consapevole adesione all’annuncio cristiano. Da qui la “pedagogia divina” che la Chiesa deve adottare nell’accompagnare le persone. “La vita morale –ha concluso lo studioso- è sostenuta dall’azione della grazia in modo progressivo, così da escludere ogni opposizione tra legge morale e pedagogia divina”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post