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Dopo poco più di una settimana dalla conclusione dei solenni festeggiamenti patronali cittadini in onore di Sant’Agata e nel ricordo del 150° anniversario della pubblicazione, da parte del beato papa Pio IX, della nomina ad arcivescovo di Catania dell’abate benedettino Giuseppe Benedetto Dusmet, a Catania nell’aula magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca”, sito negli antichi locali dell’ex monastero benedettino di San Giuliano in via Crociferi -dove tra le claustrali era vivissima la devozione verso la santa martire verginella di Catania- alla presenza di tanti devoti attivi nei sodalizi laicali cattolici intitolati all’amata Patrona, è avvenuta la presentazione del libro “Devoti. Le associazioni agatine dei fedeli” di Dario Costarella (Catania, Le Nove Muse Editrice), a cura di due relatori, un sacerdote e un laico: il direttore del “San Luca”, prof. Antonino De Maria e il presidente del gruppo diocesano di preghiera “Amici del Rosario”, dott. Giuseppe Carbonaro.

L’interessante incontro culturale ed ecclesiale -introdotto da un video che ha accompagnato una struggente poesia-preghiera in dialetto cantata da Giuseppe Castiglia e musicata da Mario Indaco e da una poesia scritta e declamata da Giuliana, la giovane moglie dell’autore- è stato l’occasione per focalizzare, in modo particolare, la figura del protagonista dell’incremento, della promozione e dell’organizzazione, tra i fedeli catanesi, dell’associazionismo laicale cattolico (basti pensare allo storico e solido retaggio confraternale) e la prima delle associazioni agatine: il Circolo Cittadino Sant’Agata voluto e fondato dal beato Dusmet sulla scia del precedente intitolato all’altro santo martire concittadino, S. Euplio. Associazioni aventi lo scopo di impegnare sul piano formativo il laicato devoto nel campo sociale e caritativo e per incidere anche nella vita della città governata da esponenti liberali anticlericali e intolleranti verso le manifestazioni esterne della fede: le feste religiose con particolare riferimento a quella di Sant’Agata. Da tale apostolato pubblico associativo dei sodali devoti agatini, adulti e giovani -molto rilevante sul piano caritativo ed educativo- sarebbe scaturito nel tempo il primo germogliare della buona stampa e dell’impegno di fatto sul piano elettorale, politico-amministrativo.

Il presidente Carbonaro con un rapido ed esauriente excursus sulla benemerita attività associativa degli “Amici del Rosario”, da lui fondata oltre 25 anni fa nell’ambito del culto e della devozione verso la santa protomartire nonché della testimonianza cristiana e dell’animazione orante delle affollate e lunghissime processioni di Sant’Agata tra i cordoni del fercolo, ha ripercorso il cammino del singolare sodalizio mariano-agatino nato spontaneamente tra i cittadini col sacco penitenziale e alimentato dalla preghiera più popolare ed evangelica dedicata alla Santissima Madre di Dio.

Il can. De Maria, docente di Teologia Dogmatica e di Patristica, in modo magistrale ha evidenziato, in particolare, come la fondazione dei Circoli S. Agata e S. Giuseppe, in vista della cura dei fedeli unita alla preoccupazione catechetica nei loro confronti, allo scopo di evangelizzare soprattutto il mondo operaio, ha preceduto di un secolo il Concilio Vaticano II che ha riservato molta attenzione al laicato. Lo sviluppo del movimento spontaneo, sorto intorno alla festa di S. Agata negli ultimi decenni del Novecento, e la “ricerca di qualcosa di più della semplice devozione, ha fatto sorgere diverse associazioni che partendo dalla testimonianza di Agata curassero una catechesi formativa di una fede spesso embrionale, non pienamente evangelizzata”.

Da questa esigenza e dall’iniziativa di pastori zelanti si sono sviluppate le associazioni agatine e ne sono sorte delle altre nelle comunità ecclesiali intitolate alla santa Patrona nel centro storico e in periferia. Secondo il direttore del “San Luca” il lavoro di Dario Costarella, un prezioso ed inedito tassello di storia patria tra aspetti giuridici e teologici con i quali approccia il fenomeno della crescita di un laicato più consapevole delle radici cristiane della propria devozione alla martire Agata, “costituisce un primo valido tentativo di dare corposità ad un’esperienza umana ed ecclesiale viva”.

Al dibattito che è seguito sono intervenuti, tra gli altri, anche mons. Gianni Perni, direttore dell’Ufficio scolastico diocesano e già parroco della basilica Cattedrale, e lo stesso autore, un laico impegnato nell’apostolato della cultura, tra l’altro, abilitato all’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole e laureato anche in Giurisprudenza con una tesi in diritto canonico su “I carismi dei laici nella Chiesa comunità”.

Il prof. Antonino Blandini che, da giornalista e da devoto di S. Agata, da anni segue con molta attenzione le vicende della festa ed anche le attività e le finalità dell’associazionismo laicale cattolico che 50 anni orsono è stato oggetto della sua tesi di laurea secondo la normativa del Codice di Diritto Canonino Pio Benedettino che Papa San Giovanni XXIII volle fosse riformato tenendo presenti le disposizioni che il Concilio Ecumenico Vaticano II, da lui indetto, avrebbe preso.

Per ultimo ha preso la parola il giovane autore – parrocchiano “dell’Immacola Concezione ai Minoritelli” – affidata alla cura pastorale del can. Gianni Romeo, un laico preparato ed impegnato nell’apostolato della cultura – frequenta l’ISSR San Metodio di Siracusa-  e dell’animazione che esercita dell’oratorio salesiano Santa Maria della Salette. Abilitato all’insegnamento della Religione Cattolica nelle è laureato in Giurisprudenza con una tesi in diritto Canonico su “I carismi dei laici nella Chiesa” ed ha conseguito una seconda laurea all’ISSR san Luca con la tesi che ha dato origine alla pubblicazione del primo volume da lui scritto sui devoti e sulle associazioni agatine.

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