Sono trasandati, bivaccano senza idee e rimuginano su fatti e pensieri passati, barba lunga, bevono, dormono e fanno riferimento nei loro frammentari dialoghi a gruppi musicali, a canzoni ed a versi di Bukowski: sono “alieni”, ma non perchè provengono da un altro pianeta, ma perchè sono alienati e si autoescludono dalla vita, galleggiando senza mai decidere nulla, nel loro mondo di sbandati e fuori dal coro. Questi i protagonisti ed il tema della pièce “The Aliens” del premio Pulitzer Annie Baker, tradotto da Monica Capuani e diretto da Silvio Peroni, quarto appuntamento della seconda stagione di Teatro Mobile di Catania diretta da Francesca Ferro, proposto la scorsa domenica sul palco del Centro Zo, dopo i consensi ottenuti al Teatro dei Filodrammatici di Milano, al “Brancaccino” di Roma, a Caserta, Napoli ed altre piazze italiane.
Su una scenografia povera e che vede -in una sorta di retro di un bar caffetteria – solo un paio di cassette di plastica, una porta in orizzontale a fare da tavolo, delle sedie e una pattumiera, si muovono i tre protagonisti KJ, Jasper ed Evan (interpretati con estrema determinazione da Giovanni Arezzo, Giuseppe Pestillo e Francesco Russo): i primi due sono due trentenni che possiamo trovare ovunque, nelle grandi città o in provincia, scansafatiche, indecisi, rassegnati e che passano le loro inutili giornate nel retro di una caffetteria e proprio in quel luogo anonimo e disordinato, tra bidoni, bottiglie vuote e spazzatura, si lasciano andare a ricordi, canzoni e pensieri astratti. Quell’angolo è il loro luogo ideale per isolarsi dal resto del mondo, da una società conformista della quale non si sentono parte.
In scena Jasper e KJ si scontrano, si parlano, si abbracciano: sono due amici che si conoscono da tanto e che una volta formavano una band alla quale non sono stati capaci di dare un nome. Jasper scrive romanzi e legge poesie, ma non ha mai pubblicato nulla, KJ invece frequentava l’università, non si è mai laureato, ha avuto l’esaurimento nervoso e adesso si fa. Sono tante le domande che ruotano attorno questi due amici “alienati”, volutamente fuori dalla realtà e che non riescono a vivere la loro vita ed è importante l’incontro, sempre nel retro del bar, con Evan (Francesco Russo) un giovanissimo e neo assunto cameriere del bar, ragazzo timido, ingenuo, insicuro e un po’ fuori dal mondo, che, venuto a contatto con i due, prova – anche nella notte della celebrazione, tanto sentita in America, del 4 luglio – ad avere risposte in merito alla loro vita, li frequenta, provando a diventare loro amico ed alla fine del percorso e della vicenda impara a vivere, con le regole e dalla prospettiva di Jasper e KJ.
Testo, quello della drammaturga statunitense Annie Baker, del 2010 e pluripremiato nell’Off-Brodway, ricco di sollecitazioni, di domande, di appigli ai nostri tempi (quelli delle generazioni ai margini), di giovani senza stimoli e desideri, con tre interpreti all’altezza ed una regia – quella di Silvio Peroni – che lascia tanto spazio ai versi di Bukowski, ai silenzi, alle pause ed alle canzoni, confezionando uno spettacolo intrigante – sia pur con qualche logico rallentamento – che da modo allo spettatore di ripensare alle vite sconfitte e disilluse, nella periferia americana, di Jasper e KJ ed alle tante ambizioni, ai desideri oltraggiati e dimenticati delle periferie abbandonate di certe nostre città.
Nella pièce – di quasi due ore – ogni scena è introdotta da un paio di righe che la descrivono ed il regista Silvio Peroni utilizza poi volutamente diverse pause e silenzi per consentire al pubblico di meglio comprendere la vicenda dei tre protagonisti, per farlo entrare nel testo e nella realtà “aliena” dei personaggi, ma anche per riflettere, al di là delle risate, sulla vita, su rapporti quali l’amicizia, l’amore ed anche sulla morte. Alla fine testo, spettacolo ed interpreti riscuotono gli applausi del pubblico, anche se la serata è stata molto disturbata da un continuo andirivieni di alcuni spettatori e dalla solita ed insana abitudine di consultare durante la rappresentazione i propri cellulari, disturbando così gli attori e lo svolgimento del lavoro. Una pratica – quella della maleducazione ed insensibilità di parte del pubblico – che purtroppo ritroviamo in ogni parte del nostro Paese e che prevale, purtroppo, nel Sud Italia.
Scheda spettacolo
The Aliens di Annie Baker
Traduzione di Monica Capuani
Regia di Silvio Peroni
con Giovanni Arezzo, Francesco Russo, Giuseppe Pestillo
Produzione Khora Teatro/Pierfrancesco Pisani
Stagione Teatro Mobile – Centro Zo di Catania – 15 Aprile 2018