Appuntamenti

Per avere un chiaro profilo della figura di Giovanni il Battista (in ebr.: Iehôhānān, in gr.: Ιωάννης ο Πρόδρομος (Giovanni il Precursore), in lat.: Ioannes Baptista), dobbiamo fare riferimento all’evangelista Luca che lo colloca in un quadro storico ben preciso, facendo anche i nomi dei protagonisti politici di quel tempo (Lc 3,1-2), riconducibili al periodo corrispondente agli anni 27 e 28 d.C., anno decimo quinto dell’impero di Tiberio. Luca, nel suo racconto, mette i evidenza il dittico degli annunci e delle nascite di Giovanni e di Gesù per far risaltare la rispettiva identità e missione.

San Giovanni Battista
El Greco, 1600-1605, Museo di Belle Arti di Valencia

L’arcangelo Gabriele annuncia la nascita di un figlio all’anziano Zaccaria, mentre celebrava nel tempio di Gerusalemme la liturgia dell’offerta dell’incenso al Signore: <<Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, … gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini» (Lc 1,8-25). Giovanni, che poi andò a vivere nel deserto, conducendo una vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato, <<portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico>> (Mc 1, 6). Nei Vangeli è definito <<voce di uno che grida nel deserto>> (Lc 3,4). Si discute tuttora sui possibili rapporti fra il Battista e la comunità giudaica degli Esseni, che vivevano in comunità monastiche nel deserto, aspettando l’avvento del Messia e praticando il battesimo come rito di purificazione. La novità del battesimo di Giovanni, rispetto alle abluzioni di tipo rituale che già si conoscevano nella tradizione giudaica, consisteva nel preciso impegno di “conversione”, da parte di coloro che andavano a farsi battezzare da lui. Giovanni dichiarò più volte di riconoscere Gesù come il Messia annunciato dai profeti, ma il momento culminante fu quello in cui Gesù stesso volle essere battezzato da lui nelle acque del Giordano; in tale occasione Giovanni additò Gesù ai suoi seguaci come <<l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo>> (Gv 1,29), e sottolineò il proprio rapporto di dipendenza affermando: <<Egli deve crescere e io invece diminuire>> (Gv 3, 30). Tuttavia risulta che molti continuarono a dirsi seguaci del Battista ancora per lungo tempo. La polemica tra i discepoli del Battista e quelli di Gesù (Mc 2,18) sembra trasparire dai Vangeli nel passaggio in cui lo stesso Giovanni, pur convinto del carisma profetico di Gesù, non era altrettanto convinto della sua messianicità definitiva tanto che, mentre era recluso nella fortezza di Macheronte, inviò alcuni dei suoi più fidati discepoli a domandargli per suo conto se fosse Lui quello che doveva venire <<o se si dovesse aspettare che venisse un altro Messia ancora… Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella» (Mt 11,2-5). Giovanni non poté seguire Gesù, che aveva additato come l’Agnello di Dio perché, con la sua coraggiosa predicazione, riprendeva i vizi, invitava alla penitenza e rimproverava pubblicamente anche al tetrarca di Galilea, Erode Antipa (4 a.C.- 39 d.C.), di essere adultero e incestuoso per aver sposato Erodiade, sua nipote e moglie di suo fratello Filippo ancora vivente (Mc 6,17-29). Erode, temendo che la possente eloquenza di Giovanni potesse provocare sollevazione nel popolo, certamente scandalizzato per la sua condotta, lo fece arrestare e, secondo Giuseppe Flavio, incarcerare nella fortezza di Macheronte[1], sulle montagne di Moab. Mentre Erode ascoltava Giovanni, rimanendo sempre più turbato dei suoi discorsi, Erodiade lo odiava e aveva deciso di farlo tacere per sempre. Erode non voleva questo, prima perché in cuor suo lo venerava e poi perché temeva la reazione del popolo che considerava Giovanni un profeta.

Mentre si celebra il genetliaco di Erode, durante il banchetto dato all’aristocrazia della Galilea nella fortezza di Macheronte, Salomè, la figlia di Erodiade, e quindi nipote di Erode, eseguì una conturbante danza; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui il re disse alla ragazza: <<Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò>>; Salomé allora chiese consiglio alla madre Erodiade che, prendendo la palla al balzo, chiese al re la testa del Battista. A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non poté rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era prigioniero nella fortezza. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio alla ragazza che la passò alla madre. I suoi discepoli, saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo deponendolo in un sepolcro (Cfr. Mc 6,17-29); l’uccisione di Giovanni, che morì intorno al 35 d.C., suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista. Il delitto di Erode, secondo Giuseppe Flavio[2], impressionò fortemente il popolo che stimava Giovanni come <<uomo dabbene>> e molti, nella sanguinosa sconfitta dell’esercito di Erode da parte di Areta, re dei Nabatei e padre della moglie di Antipa, defenestrata da Erorodiate, lessero un castigo di Dio per l’uccisione del Battista. Eusebio di Cesarea (265 – 340), nella Storia ecclesiastica (11,1-9), ci tramanda le testimonianze su Giovanni Battista e su Gesù.

Sant’Ambrogio di Milano (337-397), con accenti poetici mette in risalto il martirio di Giovanni Battista e la crudeltà dei mandanti[3]. Sant’Agostino d’Ippona (354-430) ci fa sapere che la celebrazione della nascita di Giovanni era antichissima e che nella Chiesa africana veniva celebrata il 24 giugno[4]. Le Chiese d’Oriente festeggiano il concepimento di Giovanni fra il 23 e il 25 settembre. Il Protovangelo di Giacomo (150 ca.) racconta che, in occasione della strage degli innocenti ordinata da Erode, il sovrano cercò di uccidere anche Giovanni. Elisabetta allora fuggi sulla montagna con il bambino, dove Dio creò una spaccatura nel monte per poterli nascondere: <<Anche Elisabetta, sentito che si cercava Giovanni, lo prese e salì sulla collina guardandosi attorno, ove nasconderlo; ma non c’era alcun posto come nascondiglio. Elisabetta, allora, gemendo, disse a gran voce: <<monte di Dio, accogli una madre con il suo figlio>>.

Subito il monte si spaccò e l’accolse. E apparve per loro una luce, perché un angelo del Signore era con loro per custodirli>> (Prot. Giac. 22,3). Il protovangelo apocrifo prosegue raccontando l’uccisione di Zaccaria nel tempio da parte dei “ministri” di Erode (Prot. Giac. 2324). Questo  racconto ha origine verosimilmente da un’errata interpretazione di un detto di Gesù (Mt 23,35; Lc 11,51) che cita la prima e l’ultima delle persone assassinate nella Tanakh, la Bibbia ebraica (Gen 4,8-10). Il Vangelo dell’infanzia armeno (V-VI sec.) riprende al cap. XIV gli elementi già riportati dal Protovangelo di Giacomo sull’uccisione del sacerdote Zaccaria da parte degli “sgherri” di Erode. L’Islam venera Giovanni, figlio di Zaccaria (يحيى بن زكريا Yaḥyā ibn Zakarīyā,) come uno dei profeti precedenti a Maometto: un uomo di grande levatura morale e spirituale, fedele ad Allah al pari di Gesù e degli altri profeti biblici. Viene citato alcune volte nel Corano: (Sura, 3,39; 6,85; 19,1-15; 21,90) dove riprende il racconto lucano della nascita di Giovanni, limitando però il mutismo punitivo imposto a Zaccaria – anch’egli considerato un profeta – a 3 notti invece che a 9 mesi. La Moschea degli Omàyyadi di Damasco, ritiene di possedere la tomba di Giovanni Battista.  Dante, nel Paradiso, annovera Giovanni Battista tra i beati della candida rosa: <<Così di contra quel gran Giovanni, / che sempre santo ‘l diserto e ‘i martirio/ sofferse, poi l’inferno da due anni>>[5]. LOrdine di Malta, che ha come celeste Patrono san Giovanni Battista, ne celebra la festa il 24 giugno.

PREGHIERA DEL CORPO MILITARE DELL’ORDINE DI MALTA

Dio Onnipotente ed Eterno, davanti al cui trono gli Angeli cantano in perpetuo un inno di gloria, ascoltaci!

Noi, soldati del Corpo Militare dell’Ordine di Malta, siamo oggi alla Tua presenza per implorare da Te protezione e per offrirTi il nostro servizio.

Come militari Ti chiediamo la forza invincibile, la fedeltà incrollabile, lo spirito di sacrificio. Come militari del Sovrano Militare Ordine di Malta, Ti promettiamo la fedeltà alla millenaria tradizione melitense, l’impegno per la pace nel mondo, il servizio ai sofferenti e ai colpiti dalla sventura. La Croce Ottagona sia l’Ideale! La Vergine di Fileremo sia la guida! L’eroismo di San Giovanni Battista sia l’esempio! Amen.

Diac. Sebastiano Mangano


[1] Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XVIII, 118-119.

[2] Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XVIII,7,2.

[3] Ambrogio, La verginità, III,25, Biblioteca Ambrosiana, Città Nuova Editrice, Roma 1989, vol. 14, pag. 229-231.

[4] Agostino, Serm. 288; 289; 290; 291; 292; 293; 293/A;B;C;D; E: Opere di Sant’Agostino, Nuova Biblioteca Agostiniana, Città Nuova Editrice, Roma  1986, vol. 33, pag. 158-279; Serm. 379; 380 Opere di Sant’Agostino, Nuova Biblioteca Agostiniana, Città Nuova Editrice, Roma  1989, vol. 34, pag. 559-585.

[5] Dante, Parad. XXXII, 31-33.

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