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Domenica 7 aprile, in doppia replica sul palco del Centro Zo di Catania, per “Altrescene” – Rassegna di creazioni contemporanee e Nuove Forme – La terza stagione del Teatro Mobile, è stato proposto da Antonio Rezza e Flavia Mastrella “Pitecus”, uno spettacolo sicuramente inusuale, imprevedibile e che per oltre novanta minuti, tra strani e surreali pezzi, bis e scambi di opinione con il pubblico, coinvolge e diverte lo spettatore.

Locandina “Pitecus”

Antonio Rezza e Flavia Mastrella, sono un mix artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, ai quali la Biennale di Venezia ha assegnato i Leoni d’oro alla carriera per il Teatro 2018. Calcano le scene dall’87, l’uno performer-autore e l’altra artista-autrice, sempre firmando a quattro mani l’ideazione e il progetto artistico degli spettacoli che hanno raggiunto un pubblico di fan ampio e soprattutto trasversale.

Su un impianto scenografico realizzato da Flavia Mastrella, protagonista assoluto di “Pitecus”, lavoro del ’95, è il camaleontico, originale, Antonio Rezza che ci mostra l’uomo, con le sue debolezze, le sue abitudini e i suoi desideri e sogni. E lo fa, con tante facce ed espressioni, attraverso una serie di personaggi ed un viaggio alla scoperta di tante tipologie umane, che poi racchiudono i vizi e le virtù di tutti.

“Pitecus” prende in esame, con ironia scatenata, il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni presentando laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un’occasione che ne accresca tasche e fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di una identità che li aiuti ad ammazzare il tempo, prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.

Antonio Rezza

Antonio Rezza durante la pièce si scaglia contro la cultura dell’assopimento, con atteggiamento crudele ed esilarante, mettendo in piazza il difetto umano, reso riconoscibile, sempre come parte di una umanità che volontariamente sprofonda allegramente nel baratro. La scena dove Antonio Rezza si muove, saltella, insulta con simpatica cattiveria lo spettatore, è semplicissima ovvero è formata da teli-costume coloratissimi ed il protagonista si avvolge su di loro o si sporge dalle fessure, dai tagli, dai buchi in essi praticati, dando vita ai suoi personaggi.

Compaiono e scompaiono velocemente personaggi bizzarri, simili a noi, a quelle parti oscure di noi che ci condizionano e vorremmo nascondere agli altri: ecco quindi Gidio il neghittoso, antipatico, avvolto nel suo malumore e barricato in casa, anche se c’è qualcuno che continuamente va a trovarlo, le sorellastre di Cenerentola, il padre logorroico che parla e non vuol accettare l’omosessualità del figlio e poi la preghiera interessata di Mirella che vuol essere assunta alle poste e i progetti dell’architetto di barriere architettoniche. C’è poi spazio anche per Roscio che frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano, per il rapporto uomo-droga, per due ragazzi che restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, per uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perché a sprazzi, non la riconoscono più, per giovani handicappati incattiviti e solidali che si scagliano contro creato e convinzioni.

Ancora Rezza in scena

Rezza da voce ed espressione, tra lo stupore e le risate del pubblico, a personaggi che si esprimono in un dialetto frastagliato, si muovono nervosi e fanno capolino dalle fessure e dai buchi delle tele di stoffa. Ogni storia ha il suo ambiente, la sua collocazione, il suo colore ed ogni personaggio un corpetto diverso.

Nel finale della pièce si susseguono una serie di bis, parte integrante dell’insolito spettacolo e che servono anche per punzecchiare il pubblico, quasi aggredito da Rezza che gli chiede sempre d’applaudire, di ridere e capire le battute, la fine del singolo pezzo, in tempo e nel tempo giusto. Si arriva quindi alla fine, con il travolgente Antonio Rezza che, saltellando, ironizza e saluta tra i reiterati applausi degli spettatori che hanno apprezzato una proposta ed un artista davvero fuori dal comune e che con Flavia Mastrella forma un affiatato sodalizio che dura ormai da 32 anni e che li ha portati a ricevere tanti riconoscimenti e soddisfazioni.

Scheda

PITECUS
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
con Antonio Rezza
habitat: Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione: Massimo Camilli
disegno luci: Mattia Vigo
organizzazione generale: Stefania Saltarelli
macchinista: Andrea Zanarini
Sartoria Nennella
produzione: REZZAMASTRELLA e TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Centro Zo di Catania – Domenica 7 Aprile 2019 – Doppia replica  ore 18 e ore 21.
Info e prenotazioni info@zoculture.it – tel. 347 4826940
Ingresso :
Intero 20 €, ridotto 18 €

Antonio Rezza e Flavia Mastrella

ANTONIO REZZA e FLAVIA MASTRELLA (Novara, 1965 e Anzio, 1960) – Flavia Mastrella e Antonio Rezza si occupano di comunicazione involontaria. Hanno realizzato tredici opere teatrali (tra cui Pitecus, Io, Fotofinish, Bahamuth, 7-14-21-28, Doppia Identità, Fratto_X e Anelante) cinque film lungometraggi (tra cui Escoriandoli presentato a Venezia nel 1996, Delitto sul Po e Milano Via Padova) e una serie sterminata di corto e medio metraggi.

Nel 1991 presentano Barba e cravatta al Festival di Avignone. Flavia Mastrella si occupa inoltre di scultura, fotografia, video-scultura (ha esposto alla GAM, al Mambo e al PAN) e Antonio Rezza di letteratura pubblicando i suoi romanzi con Bompiani (Premio Feronia 2008 con Credo in un solo oblio). Tra il 1996 e il 1998 collaborano con Tele+ ideando la trasmissione Critico e Critici. Per RAI 3 hanno realizzato nel 2000 il programma Troppolitani. Nel 2008 ricevono il Premio Alinovi per l’arte interdisciplinare e pubblicano con Kiwido la prima raccolta video del loro cinema in bianco e nero Ottimismo democratico. Nel 2010 presentano a Madrid e a Palencia, Pitecus in lingua spagnola ed eseguono alcune azioni performative insieme agli Afterhours. Nel 2011 presentano 7-14-21-28 al Théâtre de la Ville di Parigi e nel 2013 al Theatre Center Na Strastnom di Mosca. Nel 2012, edito da Barbès, è uscito il libro – La noia incarnita, il teatro involontario di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Nel 2013 sono stati loro conferiti il Premio Hystrio e il Premio Ubu.

Nel 2014 pubblicano con la casa editrice il Saggiatore Clamori al vento. Nel 2016 viene loro assegnato il Premio Napoli; nello stesso anno presentano al Teatro La Mama di New York Pitecus. Nel 2017 ricevono a Montecitorio l’attestato di Unicità nella Cultura e il Premio Ermete Novelli.

Nel 2018 realizzano per RAI 3 il programma televisivo “La tegola e il caso”. Collaborano da diversi anni con TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello e con la Fondazione Teatro Piemonte Europa.

Video “Pitecus”

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