Intervista con...

Anche durante il lockdown non si sono fermati, hanno lavorato a nuove idee, hanno suonato, si sono confrontati e soprattutto si sono preparati – appena si concluderà o si attenuerà l’emergenza Covid-19 – per presentare la loro ultima fatica discografica dal titolo “Fora Tempu”. Parlo del gruppo “I Lautari” che si muove da trent’anni nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento con un progetto che prevede la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani, ma anche la composizione di canzoni inedite nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali.
Gli elementi del gruppo sono polistrumentisti e cantanti di lunga esperienza il cui approccio alla musica è essenzialmente acustico, con un’attenzione particolare per il suono degli strumenti tradizionali: mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra classica, chitarra acustica, contrabbasso, fisarmonica, organetto, piva, flauti e percussioni.

Lautari in concerto

Il valore musicale e culturale del progetto musicale dei Lautari ha consentito loro di collaborare in teatro con artisti e registi di grande spessore come Pino Micol, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Armando Pugliese, Peppe Barra e ha permesso loro di partecipare a prestigiose rassegne, come il Club Tenco e Arezzo Wave, che hanno riconosciuto il valore del loro percorso artistico.

A parlarmi dell’ultima fatica discografica e non solo, in tempi di Coronavirus, quindi via social e telefonica, è uno dei leader della formazione, Puccio Castrogiovanni (Voce, Mandolino, bouzuki, mandola, marranzani).

“Il titolo dell’album, che è anche il titolo di un brano contenuto in esso, -racconta Puccio Castrogiovanni è una rivendicazione al diritto di non esserci, di non inseguire, di essere fedeli al credo “non fare mai oggi quello
che potresti fare domani”, di continuare a fare un lavoro artigianale che poi è quello che abbiamo sempre fatto in più di trent’anni di esistenza musicale. Potremmo fare un disco ogni tre giorni, ma non è quello che ci interessa. Ne facciamo uno ogni tanto per consolidare il nostro lavoro e lasciare un’eredità”.

Puccio Castrogiovanni (Ph. Stefano Buda)

Parlami di come è nato questo disco e della vostra musica…

Dopo 5 anni dall’uscita dell’ultimo album, a Marzo 2019 abbiamo deciso di avviare una nuova avventura e quando Gionni Allegra ci ha proposto questo brano, – racconta Puccio Castrogiovanniche aveva appena scritto, ci siamo immediatamente riconosciuti nelle parole. Lui le aveva definite “vagamente autobiografiche”, ma noi ci siamo resi conto che parlava anche del gruppo Lautari. Dopo più di trenta anni ancora con un vagone di entusiasmo e una pigrizia che ci ha contraddistinto da sempre. La nostra musica è sempre stata “fora tempu”. D’altro canto il nostro obiettivo è sempre stato quello di rinnovare la tradizione e per far ciò ci vuole pazienza. Bisogna lavorare senza alcun anelito al successo di massa e concessione alle semplificazioni. Pazienti, ostinati e per certi versi inarrestabili. Per questo motivo abbiamo deciso di rivolgerci al nostro pubblico per un aiuto nella costruzione di questo lavoro”.

Il nuovo lavoro “Fora Tempu”

Come vi ha aiutato il vostro affezionato pubblico a pubblicare il nuovo lavoro discografico?

Abbiamo avviato un crowdfunding che ci ha permesso di lavorare serenamente e senza condizionamenti e adesso il disco è pronto. Certo dovremo aspettare ancora un poco per vederlo stampato. Ma appena finisce l’emergenza il disco vedrà la luce e inizierà il suo percorso”.

Come è strutturato “Fora Tempu” e quali canzoni contiene?

“Fora tempu” contiene undici canzoni che non avevamo mai pubblicato, ma non tutte si possono definire nuove. Alcune risalgono ad una ventina di anni fa. Chissà perchè avevamo totalmente abbandonato alcune canzoni con dei temi ancora attualissimi? Fortunatamente Salvo Farruggio, il nostro motore ritmico e nostra “memoria storica”, le ha riesumate da vecchi video tape che aveva gelosamente conservato e così abbiamo ripreso e ri-arrangiato brani come la rockeggiante “Zza monica”, un inno al ritorno alla natura e alle cose semplici; la sensuale “Trazzera dei briganti”, dedicata al quartiere a luci rosse catanese e infine un piccolo gioiello scritto, appositamente per i Lautari, da Cesare Basile e ispirato alla “Peddi nova” di Buttitta. Poi due canzoni d’amore, “Cori curuzzu” ispirato al choro brasiliano e “Su li stiddi” sorta di serenata appassionata, che già partecipò al “Festival della canzone siciliana” cantata da Patrizia Laquidara. La struggente “Salti nel tempo” è dedicata a Pier Paolo Pasolini, una canzone di spartenza con la quale abbiamo voluto immaginare le ultime parole del poeta prima di morire. “Volare” è il nostro omaggio ad un grande amico che ci ha insegnato che nulla è impossibile , Angelo D’Arrigo. “Melquiades” , personaggio nato dalla fantasia di Gabriel Garcia Marquez , diventa l’emblema di tutti i “caminanti” del mondo. “U paisi di tri soddi” parodia di tutte le piccolezze umane e infine “Li cristiani” dissacrante non sense, ma anche puntuale atto d’accusa contro ogni razzismo”.“Non vediamo l’ora di farvelo ascoltare e -come ci diciamo sempre fra noi – ”Comu finisci stu burdellu ni nni jemu a sunari unni e gghiè”.

Lautari in concerto (Foto Stefano Buda)

I componenti del vostro gruppo e gli ospiti che hanno partecipato al disco…

“I Lautari sono: Gionni Allegra che canta e suona bassi e plettri, Salvo Assenza che suona i fiati, Puccio Castrogiovanni che canta e suona la fisarmonica e il marranzano, Marco Corbino che suona tante chitarre, Salvo Farruggio che percuote il percuotibile, Salvo Noto che registra con perizia e grande amore Stefano Buda che sopporta e supporta stu pugnu di vecchi su tutti i media. Gli ospiti invece, sono Alfio Antico, Cesare Basile che ha cantato e suonato la chitarra, Alessandro Pizzimento oud Jacaranda, Andrea Mirabella flauto Jacaranda, Sara Castrogiovanni darbouka Jacaranda, Simone Ardita voce Jacaranda, Francesco Castrogiovanni pandeiro Jacaranda e Cristian Ferlito cavaquinho”.

I Lautari e l’emergenza Covid-19…

“Il COVID19 ha stravolto le nostre vite e le nostre abitudini. La situazione ci ha imposto a rimanere nelle nostre abitazioni. Lontani fisicamente, ma vicini grazie alla musica. Invitiamo a partecipare alla raccolta fondi per la Croce Rossa Italiana: Croce Rossa Italiana – Comitato di Catania Via Etnea, 353 – 95125 CATANIA IBAN IT 27 I 07080 16900 000000009931”.

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