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Sicuramente non è facile districarsi tra i fili della matassa della vita. Spesso tutti ci ritroviamo imbrigliati nella matassa delle preoccupazioni, dell’amore perduto o inseguito, della paura delle guerre, delle crisi o delle pandemie e cerchiamo un rapporto, un dialogo, un volto amico, un sorriso, un gesto o un soffio di aria pulita per tirarci fuori e ripararci dalle cosiddette “intemperie della vita”, dai graffi della matassa che in ogni momento cerca di avvolgerci nei suoi ingarbugliati fili.

Saro Pizzuto e Salvo Musumeci

Agata Raineri, attrice, autrice, cantante e paroliere, con le musiche originali del maestro Alessandro Cavalieri, ha costruito e diretto un singolare lavoro dal titolo “Signorsí! È la matassa”, atto unico di circa 80 minuti, che ha inaugurato la stagione di prosa 2022/2023 del Teatro del Canovaccio di Catania, in via Gulli 12, dei fondatori Saro Pizzuto e Salvo Musumeci, con il cartellone “Presenze” dedicato alle donne (le autrici Agata Raineri, Giuseppina Torregrossa e Antonella Sturiale) e che privilegia testi intriganti ed originali.

Lo spettacolo “Signorsí! È la matassa”, con una semplice ed essenziale scenografia (una panchina al centro della scena, oggetti accumulati ai lati e sullo sfondo una intricata matassa) curata da Chiara Viscuso, che si occupa anche dei costumi e con il gioco luci di Simone Raimondo, vede protagonisti Mariagrazia Cavallaro e Luciano Leotta, negli insoliti e misteriosi panni di due figure complesse e da ben catalogare nell’intreccio della vita.

Lei, con tanto di borsa ed attrezzi, è Lady Bag, l’infermiera crocerossina in cerca di aria pura, di liberta e di certezze e che fugge dalle cattiverie e dalle regole imposte da un padre autoritario. Lui, Miles, ex guerriero, salopette con una margherita come medaglia, scopa e scarpe da lavoro, è il nume tutelare di un fantomatico parco che provvede a mantenere pulito, uno stravagante e smemorato custode del luogo, anche lui alle prese con la solitudine, i problemi, i fili intricati della matassa ed alla ricerca di un nuovo domani. I due personaggi, attraverso un dialogo a tratti incomprensibile, sofferto, da decifrare, sono alla ricerca di un “altrove” speranzoso e diverso, accompagnati dalle musiche piacevoli scritte per l’occasione dal maestro Alessandro Cavalieri e che guidano, forse, i due protagonisti/antagonisti Miles e Lady Bug, verso un agognato viaggio su una colorata mongolfiera. Un modo per staccarsi dall’intricato groviglio della matassa, dalle loro contorte e deludenti vite, dalle loro paure, tra guerre ed epidemie.

Testo  complesso, a tratti spiazzante, scritto dall’autrice Agata Raineri durante il buio periodo dell’isolamento per la pandemia e definito dalla stessa come “l’esorcizzazione tragicomica del dramma della sopravvivenza a eventi negativi da cui si ereditano inevitabilmente traumi, paure, vizi e disillusioni”. Spettacolo ricco -volutamente -di troppi elementi e rimandi, enigmatico e non facile da rappresentare e che, a volte, rallenta, si incarta proprio nella “matassa”, tra i dolci ed apprezzabili brani di Alessandro Cavalieri e le confuse parole e dialoghi “nonsense” dei due protagonisti (gli apprezzabili Mariagrazia Cavallaro e Luciano Leotta), coinvolgendo e spingendo il pubblico a sognare la speranza, il luogo tranquillo, il fatto positivo, districandosi tra gli intricati fili della matassa, tra i colpi di scena, gli imprevisti di una vita che ti stupisce giorno dopo giorno. Nel bene o nel male.  

La pièce, produzione del Teatro del Canovaccio, è della Compagnia Sciapó e che, dopo le prime sei rappresentazioni, replicherà ancora al “Canovaccio”, sabato 26 novembre, alle ore 21.

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