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E’ sempre un momento qualificante e emozionante assistere ad uno spettacolo della compagnia dei Fratelli Napoli, famiglia storica di Pupari catanesi che con la loro straordinaria macchina organizzativa sollecitano desideri, evocano sogni e ricordi. La sempre più affiata compagnia dei Fratelli Napoli, guidata dal regista e “parraturi” Fiorenzo Napoli, con il supporto, la partecipazione, dell’attrice (“parratrice”) Tiziana Giletto e dell’attore Concetto Venti, hanno proposto lo scorso fine settimana, al Teatro L’Istrione di Catania, diretto dall’attore e regista Valerio Santi, come secondo appuntamento della stagione “Aria Nuova”, un altro grande successo appartenente al ciclo Shakespeariano, “La tragedia di Macbeth” di William Shakespeare, riduzione e adattamento per pupi catanesi di Alessandro e Fiorenzo Napoli. Con la loro perfetta macchina organizzativa sono stati protagonisti delle tre affollate serate: Fiorenzo Napoli, Davide Napoli, Agnese Torrisi, Giuseppe Napoli, Alessandro Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Giacomo Anastasi, Martina Sapienza, Roberta Laudani e con la partecipazione straordinaria di Tiziana Giletto e Concetto Venti.

Inutile parlare del fascino della rappresentazione che, ancora una volta, oltrepassa storia e tempo, testimonianza assoluta di un’arte come quella dell’Opera dei Pupi che si tramanda di generazione in generazione, coinvolgendo, emozionando, il pubblico di ogni età, ieri come oggi.

“La tragedia di Macbeth”

“La tragedia di Macbeth” composta dal Bardo di Stratford–upon–Avon intorno al 1606, rappresenta uno dei vertici più alti della creazione shakespeariana, sia per qualità poetica che per intensità drammatica. La storia, come al solito, supportata dalla magia, dal fascino, dall’eleganza dei pupi, dall’immancabile simpatia di “Peppininu do’ Fortino”, dalla severa impostazione di “parraturi e parratrici” porta il pubblico nel mondo di Macbeth, fedele guerriero del buon re Duncan, irretito da fatali profezie che gli rivelano la propria segreta ambizione. E Macbeth accelera il compimento della sua sorte, istigato dal luciferino coraggio della sposa. Si rappresenta, quindi, una vera e propria tragedia del male e dell’ambizione, della paura e del rimorso, nella sua sinistra grandiosità. Si tratta di uno dei massimi capolavori universali incentrati sul tema della colpa e del rapporto dell’uomo con le potenze infernali.

“Rappresentare il testo shakespeariano secondo i codici teatrali dell’Opira catanese ci è sembrato possibile – scrivono nel programma di sala  Alessandro e Fiorenzo Napolinon solo perché crediamo nelle grandi potenzialità dei nostri attori di legno, ma anche perché Macbeth, col finale trionfo del diritto sul tradimento, sulla frode e sull’assassinio, ripropone quell’aspirazione a un ordine del mondo più giusto che è la cifra essenziale dell’Opera dei Pupi. Inoltre, molti caratteri dei personaggi shakespeariani si ritrovano nel gusto teatrale dell’Opira di tradizione. Solo per fare un esempio, Macduff, l’uccisore del tiranno, ci appare come un nobile paladino della giustizia che fa trionfare il bene sul male. E molte scene della tragedia rispondono a quel gusto per elaborate costruzioni scenotecniche che ha sempre caratterizzato l’Opira catanese, e soprattutto l’attività della nostra Marionettistica (le scene delle streghe, il banchetto e le apparizioni soprannaturali). La riduzione e l’adattamento hanno dovuto tener conto della necessità di sposare l’intensità poetica della parola shakespeariana con i codici vocali e gestuali dei pupi catanesi. La rispettosissima riduzione del testo originale ha perciò dovuto in alcuni casi adattarsi a precauzioni e modifiche imposte da una tradizione che ha il suo complesso di regole rigorose, articolate e precise”.

Ed alla fine reiterati e calorosi applausi per tutti i protagonisti della rappresentazione e adulti e ragazzi presenti in sala si sono dati appuntamento all’anno prossimo a “L’Istrione” per il terzo spettacolo del ciclo Shakespeariano con la magia e la professionalità della compagnia dei Fratelli Napoli.

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