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Dopo la prima assoluta dello scorso luglio 2022, in apertura delle Celebrazioni Verghiane per il centenario, è ritornata in scena alla Sala Verga di Catania, dal 17 al 26 marzo, per la stagione 2022/2023 del Teatro Stabile di Catania, “La lupa” di Giovanni Verga, una co-produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro della Città, diretta ed interpretata da Donatella Finocchiaro, progetto drammaturgico di Luana Rondinelli. Premettiamo che l’odierna edizione scaturita dal progetto drammaturgico di Luana Rondinelli e con la regia di Donatella Finocchiaro, è una “Lupa” intrigante, rivoluzionaria, che analizza la cupa e drammatica vicenda narrata da Verga, prendendo in esame determinati aspetti, dando spessore ai personaggi e puntando ad una lettura corale ed al femminile dell’opera.

Una scena – Foto Antonio Parrinello

Nata come novella ed inserita nella raccolta “Vita dei campi”, pubblicata nel 1880, “La Lupa”, è stata poi adattata per il teatro nel 1886 (come scena drammatica in due atti) dallo stesso Verga. Protagonista della vicenda, ieri come oggi, la sensuale, ribelle Gnà Pina, detta “La Lupa”, assatanata mangiatrice di uomini, madre della giovane Mara, una che dava scandalo nella sua comunità arcaica di contadini, soprattutto per la tentazione amorosa e carnale per Nanni Lasca. Una ossessione che bruciava i due, tra i pettegolezzi del paese e le umiliazioni della giovane Mara, sposa poi di Nanni. Un gioco spietato e senza via d’uscita quello tra la Gnà Pina e Nanni e che solo la morte, forse, poteva mettere fine.

Donatella Finocchiaro – Ph. Antonio Parrinello

Al “Verga” lo spettatore assiste, in circa 80 minuti, ad una pièce di assoluta coralità rispetto all’originale testo verghiano (che invece si concentra sui tre personaggi chiave) con gli azzeccati movimenti scenici di Sabino Civilleri, l’intrigante scena popolare ed i costumi di Vincenzo La Mendola, il convincente tappeto sonoro di Vincenzo Gangi (con la scatenata “Andavo a cento all’ora”) ed il gioco luci di Gaetano La Mela. Con la ritmata regia e la dinamica interpretazione di Donatella Finocchiaro (convincente nel ruolo del titolo, donna libera, spregiudicata, diversa e che non si vergogna della sua sensualità) l’odierna edizione si discosta completamente dall’originario testo verghiano, regalando al pubblico una versione più moderna, ricca di desiderio e voglia di affermazione della donna. Il lavoro è ambientato nella  campagna siciliana degli anni Cinquanta e si concentra sulla donna, amplificandone il ruolo, i desideri, le passioni, ovvero la possibilità di vivere liberamentela propria vita sentimentale e sessuale, a dispetto di un ambiente retrogrado, pronto a puntare il dito. Il nuovo progetto drammaturgico e la regia puntano quindi non solo sul trio Lupa-Nanni-Mara ma anche sul contesto popolare, su donne e uomini che ruotano attorno ai protagonisti. E tutti, con parole, gesti, desideri, balletti, ossessioni, si proiettano verso l’emancipazione degli anni Sessanta.

La scena iniziale dello spettacolo – Foto Antonio Parrinello

La vicenda inizia con tre donne sedute che sgranocchiano semi di zucca e sputano verso il pubblico, tutte prese da una insana passione e da voglie irrefrenabili. E’ un lavoro che ricorda certe produzioni e regie di Emma Dante e che, in una atmosfera grottesca, introduce alla gioiosa rivoluzione sessuale di un mondo arcaico svegliato dai desideri erotici di donne senza freni inibitori. Un ruolo fondamentale nello spettacolo spetta all’impianto scenografico di  Vincenzo La Mendola, che riporta lo spettatore nella campagna siciliana, evocando odori, rumori e il vociare, la frenesia e la furia delle passioni di donne e uomini, a volte anche eccessiva, le loro filastrocche e i detti popolari, i dialoghi, nell’aia, la sera, prima della mietitura, al centro della vicenda di passione, follia ed ossessione della Gnà Pina (resa con vigore e sensualità da Donatella Finocchiaro) per Nanni Lasca (un determinato Bruno Di Chiara). Rilevante anche la scena d’amore dei due protagonisti, accompagnati da tutte le altre coppie che si lasciano andare ad una passione ed a una frenesia irrefrenabile.  Movimenti scenici e musiche dello spettacolo sottolineano quei cambiamenti, quella rivendicazione sessuale della donna che da lì a poco sarebbero arrivati in un ambiente arcaico e retrogrado.

Gruppo nel finale – Ph. Antonio Parrinello

A sorpresa il finale del lavoro, lontano da quello contenuto e ragionato del Verga, ovvero con l’incontro-scontro tra Nanni e la Lupa che si chiude con l’accoltellamento – femminicidio voluto, cercato, della Gnà Pina che consegna allo stesso Nanni un coltello mettendo così fine al loro rapporto ossessivo. Poi, tra le luci della festa e la presenza delle donne della campagna siciliana, la Lupa si trasforma in una statua della Madonna addolorata, viene santificata e portata in processione.

Ben amalgamato e convincente il cast dello spettacolo a cominciare dalla spregiudicata Gnà Pina di Donatella Finocchiaro per proseguire poi con la dolce figlia Mara di Chiara Stassi e con il combattuto Nanni di Bruno Di Chiara. Gli altri protagonisti in scena sono Ivan Giambirtone (nei panni di Malerba), Liborio Natali (nel doppio ruolo di Janu e del Prete), Giuseppe Innocente (Bruno), Gianmarco Arcadipane (Cardillo) e poi unaa scatenata squadra di donne formata dalle applauditissime Alice Ferlito (Filomena), Laura Giordani (Prefica), Raniela Ragonese (Nela), Giorgia D’Acquisto (Rosa), Federica D’Amore (Lia) e Roberta Amato (Grazia).

I ringraziamenti finali – Foto Antonio Parrinello

Pubblico alla fine soddisfatto e che ha riservato calorosi applausi a tutti gli interpreti ed all’innovativa e spregiudicata edizione di una “Lupa” targata Finocchiaro-Rondinelli che, pur tradendo, a volte, gli originari intendimenti del Verga, pur sembrando eccessiva, troppo passionale, sensuale e al limite della volgarità, propone allo spettatore uno spettacolo moderno, ritmato e più vicino ai giovani.

Scheda

La Lupa

di Giovanni Verga

Regia di Donatella Finocchiaro

Progetto drammaturgico e collaborazione alla regia Luana Rondinelli

Movimenti di scena Sabino Civilleri

con Donatella Finocchiaro nel ruolo de La lupa

Bruno Di Chiara nel ruolo di Nanni Lasca

Chiara Stassi nel ruolo di Mara

Ivan Giambirtone, Liborio Natali, Alice Ferlito, Laura Giordani, Raniela Ragonese , Giorgia D’Acquisto, Federica D’Amore, Roberta Amato, Giuseppe Innocenti, GianMarco Arcadipane

Scene e costumi Vincenzo La Mendola

Musiche Vincenzo Gangi

Luci Gaetano La Mela

Co-produzione Teatro Stabile di Catania/Teatro della Città centro di produzione teatrale – Catania

Sala Verga – Catania – Stagione Teatro Stabile 2022/2023 – 17-26 Marzo 2023

Ph. Antonio Parrinello

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