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Mantiene sempre le aspettative, regalando una serata, un pomeriggio di divertimento e di riflessione al pubblico, “L’Altalena”, ovvero “Voculanzicula”, il classico di Nino Martoglio, una tra le commedie più amate scritta dal drammaturgo belpassese, lavoro molto rappresentato e la cui prima messa in scena, ad opera della compagnia di Giovanni Grasso, risale al 1912. A regalare al pubblico uno spettacolo all’insegna del divertissement e dello spasso è l’edizione proposta a Catania (nella foto in alto di Dino Stornello una scena), alla Sala Verga, all’interno della stagione di prosa 2022-2023 dello “Stabile” etneo, con l’agile regia di Giuseppe Romani, che oltre a dare slancio e brio ai tre atti, colora con intelligenza ogni personaggio, ogni sfumatura della commedia, mantenendone lo spirito e restando fedele all’autore.

Una scena – Ph. Dino Stornello

Il lavoro, in circa due ore e mezza, può contare su un cast di autentici fuoriclasse del teatro siciliano, su cui spicca la coppia Tuccio Musumeci e Miko Magistro, oltre a Luana Toscano e all’irresistibile Guia Jelo. La regia di Giuseppe Romani, con le scene e costumi di Giuseppe Andolfo e le musiche di Carmen Failla, confeziona uno spettacolo davvero gradevole. La vicenda de “L’Altalena” è arcinota, si tratta di una storia d’altri tempi, una sorta di sceneggiata in termini drammaturgici, trasformata in seguito in farsa, senza perdere, però, di vista alcuni argomenti legati al quel determinato periodo storico come la condizione della donna, l’aspetto religioso (la festa di Sant’Agata), la politica (si parla di socialismo). In scena si narra la vicenda della giovane orfana Ajtina, abbandonata dal fidanzato Mariddu che trova conforto ed aiuto nella sua famiglia ovvero nel “fratellastro” Neli, proprietario di una sala da barba. Mariddu, ingelositosi, ferisce Ajtina e viene arrestato; uscito dal carcere torna dalla donna, che però a sceglie Neli. Nel contesto drammatico della vicenda da annoverare le figure comiche di Ninu e Pitirru, giovani di barbiere e nel terzo atto della ‘za Sara, una sorta di sanguisuga di Ajtina, dall’aspetto di mavara. Tutti i personaggi danno vita ad una serie infinita di gag e situazioni di incontenibile divertimento. E proprio nei ruoli di Neli, Ninu, Pitirru e della ‘za Sara, nella storia delle messe in scena di questa commedia,  si sono cimentati i primi attori del teatro siciliano ed i grandi comici.

Luana Toscano e Guia Jelo – Foto Dino Stornello

Lo spettacolo, oltre che regalare un puro e sano divertimento, consente di riscoprire le origini, gli usi e il dialetto di Catania attraverso lo strampalato mondo creato da quel maestro del teatro popolare catanese che fu Nino Martoglio. Accanto all’esilarante coppia Miko Magistro e Tuccio Musumeci nei panni dei due lavoranti barbieri Ninu e Pitirru,  interpreti di tutto rispetto hanno dato vita al pittoresco manipolo di popolani le cui vicende ruotano attorno al salone del barbiere Neli (reso da un ben dosato Filippo Brazzaventre). In una Sicilia fatta di amori e rancori e tra secolari convenzioni sociali si muovono la giovane ed infelice innamorata Ajtina (la determinata Luana Toscano), lo spocchioso ed arrogante Mariddu (un efficace Emanuele Puglia), la sua protettiva madre Flavia (Agata Montagnino) e la ‘za Sara (l’esilarante Guia Ielo) attaccata alle superstizioni ed alle credenze popolari tanto da risultare il personaggio radicato più di tutti al sostrato più arcano e ancestrale della nostra terra.

Un momento dello spettacolo – Ph. Dino Stornello

Completano poi il cast Santo Santonocito nel ruolo di ‘Gnaziu, Santo Pennisi nei panni del povero e divertente avventore, Carmela Buffa Calleo nei buffi panni della caratterista Nunziatina. Tutti i personaggi che animano la storia d’amore contrastata, ma a lieto fine, sono figure tipizzate e genuine tratte dall’ambiente della Civita del tempo.

I ringraziamenti finali – Foto Dino Stornello

Lo spettacolo, che alla fine riscuote i divertiti e convinti applausi del pubblico, è una coproduzione Teatro Stabile di Catania e Teatro della Città/Centro diproduzione teatrale e si replica al “Verga” sino al 25 giugno.

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