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Martedì 13 febbraio (ore 20,45) con repliche fino al 18 febbraio, alla Sala Verga del Teatro Stabile di Catania va in scena “Boston Marriage” di David Mamet, voce tra le più rappresentative della scena americana, premio Pulitzer nel 1984 e più volte nominato agli Oscar per le sceneggiature cinematografiche di alcuni indimenticabili film. Con Boston Marriage, David Mamet ha realizzato un piccolo capolavoro drammaturgico che strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Concedendosi il lusso del gioco, l’autore eleva a protagonista assoluto il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso, realizzando una buffa commedia degli equivoci ambientata in un salotto vittoriano, messa in scena per la prima volta nel giugno 1999 all’American Repertory Theatre di Cambridge, in Massachusetts.

Protagoniste sono Anna e Claire, due signore brillanti e intriganti che hanno vissuto a lungo insieme ai margini dell’alta società. Per definire questo tipo di rapporto, tra il XIX e il XX, si usava nel New England l’espressione “Boston Marriage”, da cui il titolo dell’opera, che alludeva a una convivenza tra donne economicamente indipendenti dagli uomini.

Anna è appena diventata l’amante di un uomo facoltoso, dal quale ha ricevuto un enorme smeraldo e una rendita all’altezza. Claire, nel frattempo, si è infatuata di una rispettabile signorina e vuole ottenere l’aiuto della gelosa Anna per conquistarla.

Mentre le due donne si scambiano battute e, a turno, prendono in giro la sfortunata cameriera di Anna, la giovane innamorata di Claire appare all’improvviso, scatenando una crisi che mette a rischio il prezioso smeraldo e minaccia il futuro delle tre donne.

Protagoniste di questa commedia degli equivoci ambientata in un salotto vittoriano, tre attrici donne: Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria.

“Il continuo gioco di facciate – sottolinea il regista Giorgio Sangatidiventa la chiave di questa messa in scena che cerca di amplificare la funzione di prestidigitazione dell’opera, la quale nasconde da un lato per svelare dall’altro, usando la finzione come unico strumento per arrivare alla verità”.

Giovedì 15 febbraio, alle 18,30 al Ridotto di Sala Verga, la Compagnia incontra il pubblico del Teatro Stabile.

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