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Dal 6 aprile nuovo spettacolo per la compagnia catanese Fabbricateatro che presenterà a partire dal 6 aprile “Discorso su noi italiani” di Giacomo Leopardi, regia di Elio Gimbo e con Sabrina Tellico, Leonardo Cappellani e Filippo Gravina.

Lo spettacolo replicherà il 7, 12, 13, 14, 19, 26, 27 aprile alle ore 21 nei giorni feriali e alle ore 18 le domeniche nella Sala Di Martino, in via Caronda 82, a Catania. Fabbricateatro – ancora una volta – rinnova la collaborazione con il CUT (Centro Universitario Teatrale dell’Università degli Studi di Catania). La rappresentazione è realizzata con il contributo dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana.

Si tratta di un’opera minore di Giacomo Leopardi dal titolo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani”. Un “trattatello” del 1824 proto-sociologico dove l’autore – ai tempi ventiseienne – esercita una prosa straordinaria per scorrevolezza e sottile umorismo, sui comportamenti – pubblici e privati – diffusi nella società italiana. Ai suoi occhi gli italiani vivono una profonda contraddizione: da una parte, grazie al loro cinismo, manifestano un primato di modernità nell’aver individuato per primi l’infinita vanità del tutto; d’altra parte mostrano una pesante inferiorità sotto forma di maggiore immoralità. L’autore non parla mai di popolo ma di cittadini e di società civile. Eppure, in questo stesso saggio, così come nell’opera “La ginestra”, affiora sempre la speranza che un’etica possa prima o poi riaffermarsi nella società italiana, magari mossa da un autentico processo popolare.

Leopardi traccia un quadro desolato dell’Italia e dei suoi abitanti: troppo disincantati per nutrire illusioni ed allo stesso tempo poco civili per farsi guidare dal senso civico. La causa viene individuata nella mancanza egoistica di una condivisione di tradizioni, di intenti, di costumi, di mentalità e di memoria condivisa. É qui che il “trattatello” leopardiano riacquista interesse nel vigore immutato del suo stile, nella descrizione della mancata formazione di una “società stretta”, di una “élite” in seno alla borghesia italiana.

“Ci sono uomini che non posseggono – spiega il regista Elio Gimbonemmeno le parole per descrivere la propria infelicità e poi ci sono donne che, proprio perché conoscono le parole adatte, vorrebbero essere utili al prossimo a patto di riceverne una disponibilità al cambiamento, alla maturazione, alla consapevolezza. Entrambe le posizioni hanno come sfondo un senso d’incertezza che spesso si trasforma in crudeltà da parte dei primi. Da questo spaesamento maschile parte l’azione teatrale del nostro spettacolo. Ho assolto all’esigenza di un omaggio verso gli insegnamenti ricevuti dai maestri del mio pantheon: da Mejerchol’d, da cui ho appreso come la partitura fisica degli attori non debba per forza coincidere col testo, da Grotowski, che illumina lo spettacolo con i suoi principi del “teatro povero”, sopra a tutti, in occasione dei sessanta anni dell’Odin Teatret, c’è la irripetibile figura di Eugenio Barba. Ecco  la ‘piccola tradizione’ a cui Fabbricateatro sente di appartenere; per vie imperscrutabili da essi discende ciò che siamo e tutto ciò che il teatro è per noi”.

Il biglietto ha un costo di 10 euro; gli studenti potranno usufruire del prezzo ridotto. Per info e prenotazioni: 347 3637379.

 SchedaDISCORSO SU NOI ITALIANIdi Giacomo LeopardiPersonaggi e interpreti:SABRINA TELLICO (Cassandra, colei che vorrebbe salvare il proprio popolo)LEONARDO CAPPELLANI E FILIPPO GRAVINA (Il popolo che non vuole essere salvato)Regia ELIO GIMBOImpianto scenico BERNARDO PERRONECostumi FABBRICATEATROLuci – SIMONE RAIMONDOAmministrazione – DANIELE SCALIA

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