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Lo abbiamo applaudito di recente in tv, nella terza stagione della fiction Rai “Màkari”, con Claudio Gioè e Domenico Centamore ed in questa stagione al “Brancati” nel celeberrimo “Pipino il breve” e proprio oggi taglia l’importante traguardo dei 90 anni. Stiamo parlando di un catanese d’eccellenza, Tuccio Musumeci, attore versatile, ma soprattutto comico dall’innata simpatia e che, con il suo occhio critico, da sempre, è in grado di fotografare la realtà, i problemi, i difetti, ma anche i pregi del mondo in cui viviamo. Ma a parte le distrazioni televisive il suo amore, la sua passione da sempre, è stato il teatro ed infatti al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, ricopre il ruolo di direttore artistico.

Vogliamo augurare al brillante e sempre in forma Tuccio Musumeci un sereno compleanno, attraverso lo stralcio di una intervista realizzata nel 2011 dove si è, in modo schietto e divertente, parlato di teatro, di cinema, di politica, di cultura e naturalmente di Catania.

Tuccio Musumeci

“Ho iniziato ragazzino con Pippo Baudo – spiega il Maestro Musumeci – ed entrambi dovevamo fare altro, lui l’avvocato ed io il medico ed infatti abbiamo suscitato le ire dei nostri genitori. Il cinema e la televisione oggi forse sono in crisi, ma il teatro è un’altra cosa: c’è un rapporto diretto con la gente che ti vede in carne e ossa, ti scruta e si sente scrutata dai personaggi che sono sul palco. Ho sempre avuto una predilezione per il teatro e poi la mia svolta è stata nel 1958 quando entrai a far parte dell’Ente Teatro di Sicilia, oggi Teatro Stabile di Catania, diretto da Mario Giusti, dove ho avuto la fortuna di lavorare con Turi Ferro, Michele Abruzzo, Umberto Spadaro, Rosina Anselmi e tanti altri grandi. Il mio primo film al cinema, “Lo voglio maschio”, l’ho fatto con il catanese Ugo Saitta, poi da protagonista ne ho fatti altri. Allora il cinema era diverso da quello di oggi, infatti succede che si girano tanti film, ma non si sa che fine fanno se non hai una buona distribuzione…”.

L’amore di Tuccio Musumeci è stato sempre negli anni il teatro, con qualche tradimento col cinema e la tv..

“La tv ti da tanta popolarità, il cinema è importante, ma il mio primo e grande amore, ormai lo sanno tutti, è il teatro. Sono stato, sin da piccolo, innamorato perso del palcoscenico, dove ho vissuto le emozioni più intense e adesso curo la direzione del Teatro Brancati a Catania, una struttura privata, dove allestiamo dei cartelloni di grande interesse e abbiamo la massima autonomia, non ci sono segnalazioni, non ricevo pressioni politiche e portiamo avanti una politica sana”.

E’ ancora proponibile oggi il teatro dialettale siciliano?

“Oggi il teatro dialettale siciliano, secondo me, è sorpassato in quanto i giovani non riescono a capire determinate espressioni e molte situazioni, narrate dagli autori di allora, risultano datate. Sono molti i testi di teatro dialettale siciliano che risultano ormai sorpassati e qui bisogna considerare il fatto che noi catanesi, al contrario dei napoletani, rimproveriamo spesso i nostri figli quando parlano in dialetto, abbiamo quasi paura di quella che è la nostra lingua tradizionale. Cosa che invece non succede tra i napoletani che continuano a tenere ben vive le loro tradizioni ed il loro modo di parlare. Credo poi che oggi lo spettatore, la gente, ha un taglio visivo influenzato dalla tv, quindi uno spettacolo, come diceva anche il grande Eduardo, non deve durare più di un’ora e un quarto, deve interessare e non deve annoiare”.

In scena è meglio una risata o una lacrima?

“In tempi bui, di confusione, come quelli di oggi la gente ha bisogno di sorridere, ma debbo dire che servono l’una e l’altra infatti il pubblico si vuole commuovere e vuole ridere di gusto. Personalmente prediligo il genere del divertissement, del teatro leggero, in cui si ride in maniera intelligente, si riflette, perché il Teatro, a differenza della televisione, è il più autentico specchio della vita”.

Ancora una volta ringraziamo il maestro Tuccio e gli auguriamo tantissimi auguri per i suoi 90 anni e buona vita.

 

Scheda Tuccio Musumeci

Magnifico attore e comico catanese che con la sua interpretazione riesce sempre a far ridere e divertire il pubblico. Ha preso parte anche a diversi film, sempre in parti da caratterista, fra i quali si ricorda “Mimì metallurgico ferito nell’onore” di Lina Wertmüller, “Porte aperte” di Gianni Amelio, “Lo voglio maschio” di Ugo Saitta, “Virilità” di Paolo Cavara e “La Matassa” di Ficarra & Picone.

Tuccio Musumeci inizia la sua attività nel campo dello spettacolo esibendosi nel cabaret e nell’avanspettacolo in compagnia di Pippo Baudo nella Catania degli anni Cinquanta. Ha due figli, Matteo noto compositore lirico soprattutto all’estero e Claudio, che ha intrapreso la strada del padre.

La sua mimica da burattino e la sua vis comica innata, gli hanno consentito una lunga carriera costellata di successi. Ma la sua attività teatrale ha registrato la sua bravura in ruoli più impegnati come in Cronaca di un uomo di Pippo Fava, Il Consiglio d’Egitto di Leonardo Sciascia, Pipino il breve di Tony Cucchiara, Classe di Ferro spettacolo di Aldo Nicolaj che ha debuttato nel 2003 al Teatro Biondo di Palermo per la regia di Renato Giordano e le musiche di Matteo Musumeci. 

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