Cronaca

Si è svolta oggi in tutta Italia la decennale iniziativa di Legambiente “Spiagge e fondali puliti”. In provincia di Catania l’iniziativa si è svolta ancora una volta (la precedente edizione nel 2014) nella Riserva naturale “Oasi del Simeto”, l’area protetta di grande interesse naturalistico a livello internazionale ma purtroppo oppressa dal fenomeno ancora irrisolto dell’abusivismo edilizio. Alcune decine di volontari di Legambiente, affiancati da volontari dell’Associazione ESN ASE Catania (Erasmus Student Network), sono stati impegnati nella pulizia di un tratto di costa sito al limite settentrionale dell’area protetta (c.da San Francesco La Rena), uno dei pochi scampati alla devastazione dell’abusivismo edilizio e dei lidi balneari.

Nell’arco di poche ore sono stati riempiti numerosi sacchi con i rifiuti spiaggiati o abbandonati nelle dune, costituiti essenzialmente da bottiglie in plastica e da frammenti di polistirolo, molti dei quali derivanti da involucri utilizzati dai pescatori per contenere il pesce. Rimossi anche rifiuti ingombranti quali pannelli in legno e plastica, tubi, materiale metallico e persino il paraurti di un’auto.

Anche in questo caso Legambiente Catania, oltre a dare un contributo concreto alla tutela dell’ambiente, alla vivibilità delle coste ed alla conservazione della natura, intende sottolineare la necessità di interventi di tutela e gestione della riserva naturale, non soltanto per ripulire dai rifiuti l’area protetta ma soprattutto per impedire che ne vengano abbandonati altri. È stato osservato dai volontari presenti (oltre che da qualsiasi cittadino) la presenza di materiali di rifiuto di ogni tipo abbandonati alle spalle del lido balneare presente nella zona; per tale motivo Legambiente presenterà nei prossimi giorni appositi esposti alle autorità competenti e chiederà espressamente a Comune di Catania e ai responsabili dell’Area metropolitana di Catania, che gestisce l’area protetta dal lontano 1988, di adottare i provvedimenti dovuti per legge.

Il problema della presenza dei rifiuti non è, purtroppo, l’unico che affligge la riserva naturale. I volontari presenti hanno potuto constatare lo stridente contrasto tra un tratto di costa in condizioni naturali brulicante di vita e il deserto e lo squallore della costa interessata dalla presenza degli agglomerati abusivi. Secondo Legambiente non sono più accettabili ritardi da parte delle istituzioni (Comune e Ente Gestore della riserva) e oltre alle demolizioni sporadiche effettuate va predisposto un piano per l’eliminazione di tutte le costruzioni incompatibili con l’area protetta, piano che il Comune di Catania avrebbe dovuto redigere nel 1987! L’eliminazione degli agglomerati incompatibili  risulta il presupposto fondamentale per qualunque ipotesi di tutela e gestione dell’area protetta.

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