Cultura

Francesco Paolo Frontini sarà protagonista oggi, venerdì 11 novembre alle ore 17,30, al teatro Sangiorgi di Catania, delle Celebrazioni per il centenario della morte di Luigi Capuana con un concerto per pianoforte di Giuseppe Senfett  che eseguirà brani tratti da “Malìa”, il melodramma in tre atti che il compositore creò su libretto di Capuana.

Catania potrà così riscoprire Frontini, il quale, nato nel 1860 a Catania, dove morì nel 1939, fu allievo di Pietro Platania e fu a lungo direttore dell’Istituto musicale. Scrisse lavori teatrali, orchestrali, vocali-orchestrali e da camera.

Il concerto si svolgerà nell’ambito dell’incontro dal titolo “Letteratura e musica al tempo di Capuana”, in cui Maria Rosa De Luca e Rosalba Galvagno – entrambe docenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania – parleranno della vivacità artistica e letteraria della nostra città tra Otto e Novecento. Seguirà l’esecuzione dei brani musicali e la lettura di poesie e aneddoti da parte dell’attore Angelo Tosto.

Giuseppe Senfett, siciliano che vive e lavora a Lugano, dove ha una cattedra in pianoforte e compone  musiche per il teatro e il cinema, ha sottolineato come il suo incontro con Malìa sia stato del tutto casuale ma coinvolgente.

“Mi appassionò subito – racconta –  e cominciai a interessarmi a Frontini e alla sua musica, poco nota ai catanesi ma che ebbe invece una certa risonanza fuori dalla Sicilia. Mi misi in contatto con Pietro Rizzo, pronipote del maestro, custode di un materiale davvero prezioso di lettere, musiche e illustrazioni che evocano l’atmosfera di quel tempo, tra passeggiate alla Villa Bellini che proseguivano lungo la via Etnea, teatri e salotti culturali impegnati, senza disdegnare i luoghi più colorati della città. Fu proprio Pietro Rizzo a darmi gli spartiti che hanno fatto nascere il mio ultimo cd, Chansonne Sicilienne, una raccolta di dodici bellissime romanze di Frontini, dal sapore popolare e romantico”.

L’incontro, a ingresso gratuito, è patrocinato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’ Università degli Studi di Catania, dalla Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale e dal Teatro Massimo Bellini.

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