Cultura

In questi giorni è meta di numerosi visitatori -studiosi, docenti, studenti, turisti- nei monumentali e storici locali dell’Ente morale “Biblioteche Riunite ‘Civica e Antonino Ursino Recupero’” (inserita nei locali dell’ex Abbazia dei monaci Benedettini Cassinesi di San Nicolò l’Arena), la mostra “Sant’Agata in biblioteca”, straordinaria e pregevole esposizione di tante opere sul martirio di Sant’Agata e di preziosi documenti bibliografici ed archivistici riguardanti le celebrazioni che, grazie al formidabile allestimento promosso e curato dall’infaticabile e zelante direttrice, dott. Rita Angela Carbonaro, permette facilmente di spaziare lungo i secoli alla riscoperta, alla fruizione e alla rivalutazione di rari e poco noti reperti, non solo esclusivamente bibliografici, di grande valore culturale e cultuale per la storia dell’incessante e profonda devozione agatina e dell’ininterrotto patrocinio civico della venerata santa protomartire catanese.

Sono occupati tutti gli ampi spazi espositivi dell’insigne ex Biblioteca monastica benedettina, compresi i locali che sino ad un secolo fa ospitavano il celebre Museo dei dotti monaci catanesi di San Benedetto: dalla sala di consultazione -Sant’Agata negli inni, nelle odi, nei programmi- alla sala di lettura con spigolature in 9 pannelli di iconografia filatelica e ceramica e nella libreria a vetri opere rare e di pregio del Seicento: panegirici, prediche, catanesità natìa e patria terrena della santa, oratori.

Troneggia in un leggio il volume “Sant’Agata” di Lina Scalisi (Domenico Sanfilippo Editore, 2009). Percorrere il lungo “Corridoio dell’Elefante” è una veramente delizia inaspettata per tutto quello che si trova ivi esposto: Sant’Agata nel libro “in pasta di zucchero”, in musica (antifonario, graduale con gli introiti delle messe in onore dei santi concittadini e protomartiri coprotettori di Catania, Agata ed Euplio), nei manoscritti (come la lettera di “Sisto IV Papa al Ven. F. Iuliano Episc. Cathanensium” diretta al nipote cardinale Giuliano della Rovere poi Papa Giulio II), nei cerimoniali, nella celebre “Cronica” manoscritta del Cristoadoro.

Molto interessanti i volumi di storia, di devozione, di apologetica del Settecento catanese stampate nell’antica tipografia del Civico Senato Catanese. Non mancano rarità del Cinquecento prelevate dal “Fondo Biblioteca Civica”. Di grande effetto visivo il settore fotografico sui cavalletti (immagini dei fotografi-artisti Francesco Barbera e Salvo Sallemi, che si trovano pure sistemate nella sala rotonda del “Refettorio Piccolo”).

Nella sala “Emiliano Guttadauro” su un tavolo e in una bacheca “Sant’Agata e Sant’Euplio negli <Acta Sanctorum> dei padri Bollandisti, opere di Vito Maria Amico Statella, Francesco Mongitore, Giacinto Maria Paternò Bonajuto, ecc. Seguono gli artistici dipinti di Mauro Meli, Giada Fedele e Giuseppe Salafia e un’incisione novecentesca.

La meraviglia delle meraviglie della monumentale “Sala Vaccarini”, ossia il maestoso vano dell’imponente ed intatta “Biblioteca Benedettina” finamente restaurata, agibile e consultabile, accoglie il visitatore che rimane abbagliato e sbalordito davanti alle preziosissime e autentiche pergamene originali, esposte in eleganti bacheche: basta notare gli anni di atti notarili per lasciti testamentari prima della scoperta della stampa: 1119 (donazione alla chiesa “San Leone di Mongibello” con firma di vari testimoni, tra cui una in lingua greca), 1348, 1363 (Papa Urbano V al tempo del famoso interdetto apostolico sulla Sicilia), 1428.

 Antonino Blandini

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