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Continua anche quest’anno l’interscambio e gemellaggio tra due note compagini teatrali, la Compagnia sarda dell’Effimero Meraviglioso, diretta da Maria Assunta Calvisi e quella guidata da Enrico Guarneri – produzione ABC di Catania che proporranno due spettacoli di assoluto valore.

Locandina “La Scuola delle mogli”

La compagnia, guidata da Enrico Guarneri, ABC Produzioni e con la regia di Guglielmo Ferro, proporrà “La Scuola delle mogli” di Molière e sarà in Sardegna al Teatro Civico di Sinnai (Cagliari) il 31 Marzo e il primo di Aprile e poi il 2 Aprile al Teatro Comunale Andrea Parodi  di Porto Torres. Il cast della commedia vedrà Enrico Guarneri nei panni del vecchio e gelosissimo Arnolfo e poi  Vincenzo Volo, Iridiana Petrone, Rosario Marco Amato, Nadia De Luca, Mario Opinato, Pietro Barbaro, Turi Giordano e Gianni Fontanarosa.

Arnolfo, dalla lingua sforbiciante che, ormai in età più che matura (per l’epoca) si compiace di pensare che la colpa di tante ramificazioni su teste francesi sia da attribuire alla eccessiva libertà e alla cultura di cui godono le giovani signore che, conquistata la rispettabilità maritale, non trascurano di procurarsi piacere fuori dalle lenzuola di casa. Arnolfo, svelato l’inghippo, cerca subito il rimedio: procurarsi una bimba in buona salute e affidarla alle suore di un monastero con la raccomandazione di tenerla ben lontana da qualsivoglia suggestione culturale e persino di una sia pur minima istruzione primaria, un’asinella, ecco, non di più. La sorte della piccola Agnese, bel faccino roseo di una bimba di soli sette anni, con la bocca odorosa di latte, è così decisa: Arnolfo, penserà a modellarla con i suoi metodi per farne poi una casta sposa. Commedia con un meccanismo comico perfetto, che mantiene intatto il fascino elegante di una macchina teatrale molto curata e rifinita.

La regista Maria Assunta Calvisi

La Compagnia sarda de L’Effimero Meraviglioso, diretta dalla regista  Maria Assunta Calvisi, abruzzese di nascita, ma ormai da vent’anni in Sardegna, ritornerà in Sicilia con  “La Casa di Bernarda Alba”, dopo i consensi di pubblico e critica e gli applausi del pubblico del Teatro Vincenzo Bellini di Adrano ricevuti lo scorso anno per l’originalissima messa in scena del famoso dramma di Federico Garcia Lorca, un testo forte, potente, duro, che non lascia scampo, che dipinge senza indulgenze il disperato bisogno di libertà di chi vive una esasperata costrizione che alimenta sentimenti morbosi e segreti e di fronte alla quale si presentano due percorsi possibili: la follia o il suicidio.

Ecco la presesentazione dello spettacolo “La Casa di Bernarda Alba”  della regista Maria Assunta Calvisi: “Quando Garcia Lorca scrisse “La casa di Bernarda Alba”, nel 1936, non immaginava che la realtà descritta potesse essere calata pari pari nella Sardegna di allora. Il matriarcato delle donne sarde è un concetto che esprime in maniera calzante la figura di Bernarda: donna forte per necessità, castrante e a sua volta castrata. La realtà sociale, qui come in Spagna, sanzionava comportamenti e relegava ai margini chi non rispettava le regole stabilite dalla comunità; un lutto, soprattutto se a restare erano le vedove, durava anni di segregazione.

Il sesso, e quindi il proprio corpo, erano vissuti, o meglio non vissuti, come qualcosa da negare e quindi da nascondere. Ecco perchè il testo di Garcia Lorca si può mettere in scena in un paese sardo senza timore di forzature, e in un qualsiasi paese europeo dove si riscontrano condizioni sociali analoghe. Lo spettacolo rientra in una proposta di innovazione di linguaggi espressivi in quanto utilizza in maniera inusuale le immagini video che non sono, in questo caso, un contributo al “teatro”, ma parte integrante del racconto teatrale e a volte racconto di per se stesse, oltre il testo teatrale. Il funerale del marito di Bernarda, i sogni inconfessabili, le angosce delle figlie, le scene d’amore rubato o negato, la dimensione onirica della vecchia madre, rientrano a pieno titolo nella drammaturgia dello spettacolo anche se non esplicitate nel testo di Lorca.

Una scena de “La Casa di Bernarda Alba”

Teatro e cinema dunque in un connubio stretto e necessario per uno spettacolo dove l’assenza entra prepotentemente nella dimensione della presenza e il non visto e il non detto pesano come macigni. Un testo forte, potente, duro, che non lascia scampo, che dipinge senza indulgenze il disperato bisogno di libertà di chi vive una esasperata costrizione che alimenta sentimenti morbosi e segreti e di fronte alla quale si presentano due percorsi possibili: la follia o il  suicidio”. 

Lo spettacolo, che ha debuttato il 4 Marzo 2010 nell’ambito della Stagione Teatrale del Teatro Civico di Sinnai, è stato rappresentato a Lodz (Polonia) Odorheiu-Secuiesc (Romania- Tomcsa Sandor Theatre) nel maggio 2010. inserito nel circuito CEDAC della Sardegna – al Teatro delle Saline – Akroama, nell’ambito della Stagione del Teatro Contemporaneo 2011-2012 e ad Alghero nel 2014 – a L’Aquila nella rassegna del Teatro Stabile d’Abruzzo 2014 – nel Circuito ATAM (2014). E’ inserito nel progetto “Bernarda talk to the world” e ha avuto il riconoscimento della Comunità Europea, di cui l’Effimero Meraviglioso è capofila e partners Tomcsa Sandor Theatre (Romania), Academy of Humanities and Economies (Polonia) e Boga Net (Spagna).

La compagnia teatrale L’Effimero Meraviglioso nasce a Sinnai (un centro di 17.000 abitanti a dodici chilometri da Cagliari) nel 1991 grazie all’iniziativa della regista abruzzese Maria Assunta Calvisi, tuttora direttrice artistica della compagnia, che si trasferisce in Sardegna nel 1986 portando con sé e mettendo a frutto tutta la sua esperienza professionale e artistica. Da allora la compagnia porta avanti l’attività di produzione parallelamente a quella della formazione, a iniziare dal Centro di aggregazione sociale di Settimo San Pietro (un piccolo centro confinante con Sinnai) dove, dal 1994 al 2004, sono passati più di trenta allievi. 

 Piero Juvara

Questo interscambio tra la compagnia guidata da Enrico Guarneri e quella de L’Effimero Meraviglioso ricordiamo che è stato sollecitato dal  commediografo e scrittore Piero Juvara, amico ed estimatore di Enrico Guarneri, ma anche della regista  Maria Assunta Calvisi, conosciuta alcuni anni fa in una delle sue tante escursioni in terra di Sardegna.

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