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E’ in scena al Teatro Verga di Catania, fino al 26 Novembre, per la stagione 2017-2018 dello “Stabile” etneo, lo spettacolo in due atti di Fedor Dostoevskij, “Il giocatore” nell’adattamento di Vitaliano Trevisan e con la regia di Gabriele Russo. E’ una coproduzione Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Bellini e Stabile di Catania

“Il giocatore”, scritto nel 1866, è riletto ed adattato per il teatro da Vitaliano Trevisan e l’allestimento oscilla, in tutta la sua durata, tra dramma e commedia, ma soprattutto si focalizza su un tema più che attuale come quello del gioco d’azzardo e la dipendenza. Protagonista è il giovane precettore Aleksej (impersonato da Daniele Russo), personaggio nevrotico che tende ad autodistruggersi, destinato a diventare il giocatore, frustrato dalla società che lo considera un parassita e dall’amore per Polina (l’eccellente Camilla Semino Favro), donna volubile e cinica.

“Il giocatore” di Dostoevskij (Foto di Francesco Squeglia)

Gli spettatori assistono ad uno spettacolo che si dipana su due piani diversi, ma che si incrociano: la realtà claustrofobica di Roulettenburg, cittadina tedesca inventata dove si svolgono le vicende dei personaggi ed un presente dove lo scrittore Dostoevskij costruisce il romanzo con l’aiuto della stenografa Anna Grigor’evna, che poi diventerà sua moglie. I personaggi nati dalla fantasia dello scrittore si materializzano sulla scena con Daniele Russo che improvvisamente smette i panni di Dostoevskij e si cala nel ruolo di Aleksej, protagonista della storia. I destini di Dostoevskij e Aleksej si intrecciano, l’uno è l’alter ego dell’altro, considerando che l’autore era un giocatore e la stesura del romanzo è un processo alle intenzioni. A volte la rappresentazione è poco corale, ma tutti in scena sono come delle maschere tipiche della commedia dell’arte, rappresentano una specie di collettività carnevalesca. Si muovono all’interno della vicenda il generale (Marcello Romolo), M.lle Blanche (Martina Galletta), Mr. Astley (Alfredo Angelici), il marchese De Grieux (Sebastiano Gavasso), la “baboulinka”, ovvero la nonna (Paola Sambo), il croupier (Alessio Piazza) oltre ai due personaggi cardine, Aleksej e Polina, che vivono al di fuori delle regole e dell’ordine e la loro esistenza gravita intorno al gioco della roulette. I personaggi della vicenda sono delle marionette del gioco, lo sconfitto è il giocatore ed il manovratore, il burattinaio che tiene in pugno chi gioca, è proprio il croupier che, in modo glaciale, spietato, proclama numeri in francese e rappresenta il demone del gioco.

Uno spettacolo, “Il giocatore”, di grande attualità, vista la prevalenza, il diffondersi oggi del gioco, delle scommesse. Nella pièce i numeri, da 0 a 36, lampeggiano davanti agli occhi degli spettatori in modo frenetico, scanditi dal gelido e spietato croupier: il denaro è dominante nelle discussioni di tutti e le cifre vengono convertite di continuo da dollari a rubli fino agli euro. Ripetiamo, un lavoro di grande attualità, che mette in risalto materialismo, conflitto fra classi, stereotipi nazionali.

Un momento dello spettacolo (Ph. Francesco Squeglia)

Alla fine dello spettacolo, quando Dostoevskij e Aleksej si separano per inseguire ciascuno la propria strada, al pubblico resta la certezza che il vero e più pericoloso giocatore è colui che scommette per il gusto della scommessa. Gioco per amore del gioco, distruzione per amore della distruzione.

Il lavoro, nonostante le due ore circa di durata, non annoia lo spettatore, anzi lo intriga per il frenetico svolgersi della vicenda e presenta una sontuosa ed innovativa scenografia curata da Roberto Crea, con i costumi eleganti di Chiara Aversano, il disegno luci di Salvatore Palladino ed i movimenti coreografici di Eugenio Dura.

Pièce ben costruita, con un cast assortito ed all’altezza, struttura scenografica imponente e coinvolgente che suscita l’apprezzamento del pubblico che, alla fine, riserva i meritati applausi. Spettacolo che si sofferma, con l’azzerccato adattamento di Trevisan e la scorrevole e puntuale regia di Russo, su una delle piaghe sociali più diffuse degli ultimi anni, l’ossessione per il gioco, per il denaro, per l’approvazione altrui, per lo status sociale e per l’amore nella sua forma più distruttiva. Lavoro, come detto, di grande rilevanza ed attualità e molto applaudito dal pubblico. Repliche fino al 26 Novembre al “Verga” di Catania.

Il video-trailer

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