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Nella giornata di ieri, la Polizia di stato ha indagato in stato di libertà S.G. per i reati di scarico delle acque reflue nel sottosuolo; sfruttamento dello stato di bisogno dei lavoratori mediante l’approfittamento dello stato di bisogno degli stessi; invasione dei terreni; false attestazioni a pubblico ufficiale e, infine, reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e rimozione di sigilli.

Nel particolare personale del Commissariato Borgo-Ognina, ha effettuato un controllo  in un autolavaggio/gommista che già in passato era stato sottoposto a sequestro penale per scarico illegale delle acque reflue con relativo danno ambientale. A fronte di tale sequestro e nonostante indagato, il titolare, tale S.G., ha rimosso i sigilli per continuare a delinquere nel settore.

ll titolare, inizialmente ha anche dichiarato il falso ai poliziotti, affermando di essere un cliente dell’autolavaggio sottraendosi quindi alle relative responsabilità giuridiche: a tal riguardo ha anche detto  che il titolare era un suo dipendente. Inoltre sono stati trovati all’interno 2 dipendenti in nero sottoposti a turni di lavoro estenuanti.

Nell’attività commerciale sono altresì stati rilevati anche numerosi reati in materia di sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro e, infine, è stata accertata l’invasione di terreni poiché il titolare aveva occupato buona parte del marciapiede (circa 20 metri) in modo tale da non renderlo fruibile ai pedoni.

I poliziotti, a seguire e insospettiti dalla presenza di un cantiere edile adiacente a detto autolavaggio, privo di cartellonistica attestante il piano operativo di sicurezza, hanno eseguito un controllo all’interno di un terreno agricolo di circa 350 metri quadri con annesso appartamento.

A seguito di immediata attività investigativa, è stato riscontrato che il titolare del terreno, unitamente al proprio coniuge, aveva elevato un piano di oltre 100 metri quadri senza preventivamente munirsi della relativa concessione edilizia. Non solo, all’interno del terreno è stata anche riscontrata una discarica con rifiuti speciali pari a circa 10 metri cubi derivanti dai lavori edili eseguiti e, in questo, la titolare non ha esibito alcun formulario riguardante lo smaltimento rifiuti aggiungendo di non conoscere ove erano stati smaltiti.

Per tale motivo, i due coniugi G.T. e M.A. sono stati indagati in stato di libertà per i reati di abuso edilizio e smaltimento illegale di rifiuti speciali e l’area è stata sequestrata penalmente.

Infine, a fianco a detta costruzione edile abusiva, è stata riscontrata un’ulteriore immobile dove, i coniugi, nell’eseguire i lavori edili, anche in questo caso, hanno  abusivamente elevato  un piano abitativo  non dimostrando la destinazione dei rifiuti speciali. Anche in questo caso, detti soggetti, tali C.G. e S.P.S., sono stati indagati in stato di libertà per abusivismo edilizio e smaltimento illegale di rifiuti speciali.

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