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Al Teatro del Canovaccio, in via Gulli 12, Catania il 27 Settembre alle ore 19.00 si presenta la rassegna di “MezzAria Teatro” dal titolo “Olodrammi dell’amore e di altre solitudini”. La rassegna sarà illustrata dall’attore Francesco Bernava ed interverranno attori e registi degli spettacoli in cartellone e poi seguirà, alle 20.30, un “cocktail break” ed alle 21.00 lo spettacolo “Aquiloni” (in replica sabato 28 sempre alle 21.00) per la regia di Nicola Alberto Orofino con Francesco Bernava e Alice Sgroi. Lo spettacolo sarà in omaggio per gli abbonati alla rassegna “Olodrammi” e ad un prezzo speciale per il pubblico non abbonato. L’Associazione MezzAria, nata a Catania nell’aprile del 2017, ha l’intento di promuovere il teatro e in generale le espressioni artistiche come occasione di crescita culturale. MezzAria Teatro ha come obiettivo primario quello di indagare le dinamiche della comunicazione e dell’interazione tra gli esseri umani attraverso la produzione di spettacoli che siano frutto di ricerca, studio e confronto continui sulla realtà e sulla espressività poetica di cui essa è portatrice.

Gli spettacoli di “Olodrammi”

Io, Sarah, Ultime Ore di Sarah Kane, in scena l’11, 12 e 13 Ottobre, al Teatro del Canovaccio, per la regia di Giovanni Arezzo, con Alice Sgroi. Tratto dal romanzo di Francesca Auteri, Io, Sarah.Ultime ore di Sarah Kane, un monologo post-mortem, in cui a parlare è Sarah Kane, drammaturga inglese morta suicida a ventotto anni, uccisa dalla solitudine e dalla mancanza di amore. Dopo essersi strangolata con i lacci delle sue scarpe nel bagno dell’ospedale psichiatrico in cui era ricoverata, nel tentativo di liberarsi delle sue ossessioni, Sarah – non-morta e in un non-luogo definito solo dallo scorrere del tempo – si ritrova a dover fare i  conti con i suoi mostri, perseguitata dai pensieri che sono stati causa del suo stesso suicidio. Tra ricordi, visioni e rimandi al suo teatro, Io, Sarah è un viaggio intimo tra le riflessioni di una donna appassionata e fragile, tanto capace di dare amore quanto desiderosa di riceverne, in bilico tra dannazione e salvezza, e che si ritrova costretta a dover decidere il proprio destino anche dopo la morte.

Il Natale di Harry di Steven Berkoff, diretto e interpretato da Nicola Alberto Orofino, in scena il  15, 16 e 17 Novembre. Il testo affronta il tema della solitudine in una società che ha ridotto al minimo i rapporti familiari e affettivi a sterili rituali. Il Natale è il periodo dell’anno in cui tutto si amplifica: le feste, i regali, i biglietti d’auguri, i pranzi, le giocate a carte, le riunioni. La solitudine di Harry si ingigantisce e diventa insopportabile.

Il signor Dopodomani di Domenico Loddo,  regia di Roberto Zorn Bonaventura, con Stefano Cutrupi, in scena il 17, 18 e 19 Gennaio 2020. Spettacolo selezionato al Roma Fringe Festival 2019. La vita non è una preposizione semplice. Piuttosto, è una preposizione decisamente articolata, financo disarticolata, che da una pre-posizione eretta ci conduce ad una post-posizione coricata, e finisce il teatro, si spengono le luci, si chiude il sipario. In mezzo, l’abuso sulla nostra impotenza. Il sangue ci lega, il coito ci tramanda, la terra ci accoglie. E il mondo continua a compiersi senza la nostra presenza. Quindi, cosa vuole ancora il protagonista del nostro monologo da questa terribile meraviglia che è la vita? Ci parla da un lontano luogo della sua memoria. Anzi, non parla a noi, ma registra un messaggio per il suo grande amore, durato una eternità di soli tre anni, e mai più dimenticato. Di lei gli è rimasta soltanto una audiocassetta, con dentro canzoni, voci e rumori dei loro anni insieme, ultima testimonianza di ciò che era stato il loro meraviglioso amore. Cosa si ostina a cercare, il nostro uomo in frack? Una vendetta! Implacabile, feroce, definitiva, affinché lo salvi finalmente da tutto quel suo immenso dolore.

Met for Mina di Giusi Arimatea e Domenico Loddo. Regia di Nicola Alberto Orofino, con Francesco Bernava, Stefano Cutrupi e Alice Sgroi (spettacolo extra abbonamento) in scena il 21, 22 e 23 Febbraio 2020. Lo spettacolo prende le messe da una cellula compositiva: l’incipit di una famosa canzone di Mina il cui testo, apparentemente pop, sconfina di fatto nella metafisica. Met For Mina è una storia di stupore e la sua protagonista è Metella, una donna tradita e abbandonata, che nel testo di quella canzone fa un nido per continuare ad andare avanti. Metella sta ferma, indecisa sulla soglia di casa se andare o restare. Da una parte l’ignoto e dall’altra il dolore già appreso. Nel mezzo, la presenza di un topo che si aggira tra le stanze della sua casa. E una trappola che non scatta per nessuno. In questa sospensione arriva Metastasio, un uomo anacronistico e pieno di domande cui Metella non vuole rispondere. Dopo la diffidenza iniziale, il dialogo tra i due prende una piega profonda. In quella strana notte Metella si svela, si confessa e alla fine toglie la maschera, restando nuda di sé e delle sue fragilità. A quel punto si ritrova spalancata di fronte a Damiano, l’uomo che l’aveva lasciata da sola. In bilico sulle sue paure e a soffrire sul suo dolore. Metella e Damiano finalmente si parlano senza più nascondersi nulla e la verità su ciò che li ha divisi viene fuori in tutta la sua dirompente tragicità. In fondo, basta chiudere gli occhi, e guardare il mar.

MezzAria Teatro – mezzariateatro@gmail.com – Organizzazione: Filippo Trepepi 347 4755553.

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