Intervista con...

E’ nata nel 2017 su iniziativa dell’Associazione Musicale Etnea come ensemble laboratorio diretto da Puccio Castrogiovanni, polistrumentista e compositore, storico membro dei Lautari. Da allora ad oggi ha fatto passi da gigante e può già vantare un ricco curriculum di esperienze varie e qualificate, oltre che l’incrocio con il teatro e la danza e soprattutto la realizzazione di due CD, sempre per le edizioni ViceVersa. Sto parlando di Jacarànda,  Piccola orchestra giovanile dell’Etna, un gruppo giovane, affiatato, ricco e colorato che produce e suscita con la sua musica tante emozioni.

L’orchestra propone canzoni originali in siciliano, per una nuova musica popolare contemporanea. Il gruppo affiatato, omogeneo e giovane, vanta strumenti della tradizione popolare come zampogna, friscaletti, marranzani, fisarmonica, tamburelli e mandolini che si uniscono a suoni più moderni come quello del basso elettrico e delle chitarre acustiche e a suoni classici come il flauto traverso e il clarinetto, il tutto abbellito da strumenti provenienti dal mondo come il birimbao e il pandeiro brasiliano, la darbuka e il dahul dalla Turchia, il bouzouki da Grecia e Irlanda, il liuto arabo (oud) dal Medio Oriente, il cajon della tradizione flamenca, e altri ancora. Si viene così a creare un sound ricco ed eterogeneo, frutto della spontaneità di ogni componente del gruppo.

In tempi di isolamento, di separazione e di emergenza Covid-19, con l’aiuto dei social ho provato a conoscere meglio questa giovane e validissima ensemble attraverso le parole di Giuliano Ursino, basso elettrico e chitarra della “Piccola orchestra giovanile” che, con simpatia e disponibilità, ha risposto alle mie domande raccontando così della band, della loro nascita, dei loro programmi e progetti.

“Siamo giovani, ragazzi e ragazze e in quanto tali – racconta Giuliano Ursinosiamo alla ricerca della spensieratezza, del vento tra le ciocche dei capelli e delle risa insieme: ricordo bene che i primi incontri erano un gioco per lo più, una distrazione dal solito “mondo serio” e al momento del nostro incontro, le quattro mura che ci separavano da esso, si tingevano di mille colori  grazie ai nostri volti così diversi ed ai nostri occhi che in fondo esprimevano la stessa voglia di giocare e conoscersi attraverso la musica e il dialogo. Tutti coloro che mano a mano si univano alla “combriccola” sembravano capire tacitamente il gioco instaurando una sorta di legame empatico e anche se adesso alcuni di noi sono sparsi per il mondo per lavoro, studio ed esperienze personali c’è sempre una trama che ci tiene uniti come se fossimo tutti semi dello stesso albero che attecchiscono in ogni dove, ma non smettono mai di guardare indietro con coraggio e sentimento di appartenenza”.

“La Jacarànda è il nostro nome ed anche uno stupendo albero che cresce in tutto il mondo rendendo magica l’atmosfera là dove fiorisce, seguito da “Piccola orchestra giovanile dell’Etna”. Etna, il nostro vulcano, la nostra fonte, la terra madre dove stanno le nostre radici e dalla quale traiamo “nutrimento” e ispirazione, perché siamo catanesi e poi musicisti. E anche se l’età dei componenti dell’orchestra varia dai 18 ai 28 anni, abbiamo in comune la passione per la condivisione, fattore che ci ha permesso di connetterci profondamente tra noi con le nostre diverse storie personali ed essere sempre aperti a tutti coloro che hanno voglia di farsi sentire ed entrare in questa magia della vita che grazie alla musica, apre e unisce, da qualunque parte noi proveniamo. Il progetto della piccola orchestra è nato da un’iniziativa dell’AME (Associazione Musicale Etnea) presieduta da Biagio Guerrera e dal grande impegno di Puccio Castrogiovanni che l’ha diretta e coordinata sin dall’inizio”.

La Piccola orchestra giovanile dell’Etna

Qual è il vostro genere musicale e come si è assemblato nel tempo il vostro gruppo?

“Il genere musicale Jacaránda nasce rilegando rapporti con tradizioni, strumenti musicali e persone da un po’ tutto il mondo, che hanno condiviso con noi la loro musica. Forte è il contatto con la world music, come modalità di ricerca con la quale conduciamo le nostre suonate, grazie alla quale riempiamo di vibrazioni la nostra musica, vibrazioni di posti lontani nei quali ci ritroviamo sintonizzati e che risuonano in noi naturalmente e la commozione si fa sentire spesso quando riusciamo a sentirci tutti dentro un unica armonia, ma tutti diversi e l’orchestra prende vita.

Nella mia personale esperienza i brani che abbiamo costruito insieme sono diventati la colonna sonora delle mie giornate e le ascolto per rivivere i bellissimi momenti che abbiamo vissuto nelle collaborazioni organizzate dall’AME che prevedevano dei ritiri artistici in meravigliose zone della Sicilia, dove potevamo dedicare il tempo a comporre e suonare. Grazie a queste sessioni intensive e grazie al nostro coordinatore artistico Puccio Castrogiovanni, siamo riusciti a costruire un vero e proprio suono Jacarànda che è fatto dall’unione di tutte le sfumature artistiche di coloro che ne fanno parte. Penso di parlare a nome di tutti se dico che la fatica per raggiungere questo obiettivo è stata parecchia, ma la soddisfazione più grande è quella che siamo tutti uniti nel percorrere la strada che è ancora molto lunga”.

Il gruppo al Giardino Pippo Fava di Catania

La Sicilia, il suo fascino e la Piccola orchestra giovanile dell’Etna

“Personalmente mi sento un persona che ama la Sicilia, avendo visitato anche altre parti del mondo, mi sento di dire che non esiste un posto come la nostra terra: nel bene e nel male. La Sicilia è una terra piena di storia, di cultura e di leggende che ne narrano la natura, per questo ha tra le righe un anelito di magia. Come le sirene che incantarono Ulisse, si presume in un’isola del Mediterraneo vicino Messina, la Sicilia incanta tutti coloro che hanno un animo sensibile e poetico ed ogni suo scorcio funge da musa ispiratrice. In quanto gruppo artistico credo che questa terra ci abbia dato tanto e ci stia accogliendo con grande energia. Principalmente abbiamo suonato in Sicilia, dalle strade ai teatri e la forma di comunicazione che si crea con chi ascolta è particolarmente emozionante. È come se le pareti dei teatri e le mura delle città vibrino di arte e di musica e che anch’esse ascoltino e assorbano, il che è una grande responsabilità oltre che un onore”.

Il Coronavirus, i social e la nostalgia del palcoscenico…

Ho una riflessione da porgere, in questo periodo di profonda difficoltà sociale per via della pandemia in atto, dai social si evince che tutti noi abbiamo più arte di quanto pensassimo e credessimo e che condividerla diventa oggi quasi una necessità, perché aiuta chi la produce e chi ne gode assistendo, è per questo che mi sento profondamente nostalgico nei confronti del palcoscenico, sento molto la mancanza di quell’energia che si crea nel condividere arte tutti insieme e sto usando questa “mancanza” per esprimere tutto ciò che ho dentro continuando a comporre e a scrivere con i componenti del gruppo, in via telematica. Come dice Francesco Castrogiovanni, percussionista dell’orchestra: “Le prospettive, come suggerisce la geometria, variano in funzione dal punto di vista dell’osservatore. Non si tratta quindi di una condizione oggettiva ma dipende molto dalla capacità di osservazione e percezione degli stimoli esterni, la Sicilia può essere interpretata come una terra ricca di stimoli dai quali bisogna farsi coinvolgere e ispirare”.

Dal 2017, sotto la guida di Puccio Castrogiovanni e su iniziativa dell’Associazione Musicale Etnea, quali sono stati i vostri passi?

“Mi piace, a tal proposito, dirvi come Simone Ardita, cantante e chitarrista, racconta la sua prima esperienza con Puccio, dopo la quale si sarebbe pian piano formata l’orchestra: “Io ho conosciuto Puccio in occasione di un’esibizione di Zampognari al Teatro Massimo Bellini di Catania, alla fine dell’esibizione mi iniziò a parlare di un progetto musicale che avrebbe coinvolto molti ragazzi provenienti da tutta la Sicilia, e non solo. Nel sentire questa sua proposta mi sono sentito entusiasta nel poterne far parte e nel potermi mettere in gioco con altri musicisti per imparare e migliorare. Già dal primo incontro sentii una grande sintonia e dopo anni di scambi mi sento di aver imparato tantissimo e di aver arricchito il mio bagaglio culturale. Dopo essere stati reclutati un ad uno i nostri incontri si svolgevano nel locale di Saro Nievski, che ci ha accolti in una saletta dove abbiamo iniziato a conoscerci, poi, successivamente siamo stati accolti da Padre Stefano Panebianco, in una sala prove allestita dietro l’oratorio di San Nicolò, dove abbiamo iniziato a dare vita al nostro sound”.

Puccio Castrogiovanni

“Il ruolo di Puccio è stato particolarmente arduo perché ha dovuto contenere l’irruenza di più di 10 ragazzi squinternati chiusi in una stanza piena di strumenti di tutti i tipi, portando l’ascolto ad un livello di consapevolezza musicale più alto, condividendo con noi la sua stessa esperienza musicale e contemporaneamente restando uno spensierato giocherellone, condividendo con noi momenti comici ed ironici. È grazie a lui, sicuramente, che siamo passati dall’essere una “banda” di scalmanati ad una piccola orchestra giovanile come se fosse tutto un gioco inconsapevole, e per fare ciò ci vuole molta pazienza e molta esperienza. Un grande ringraziamento va all’Associazione Musicale Etnea, che sin dall’inizio ha creduto nel progetto ed ha scommesso sul nostro lavoro di insieme. Biagio Guerrera e Luca Recupero, insieme a Puccio, ci hanno guidato in un percorso di crescita artistica e individuale ma, allo stesso tempo, rendendo noi indipendenti e autonomi nell’esprimere i nostri concetti e il nostro estro musicale” .

La copertina del disco

Da ensemble laboratorio a Piccola orchestra giovanile, ai concerti, al vostro primo disco. Come è nata l’idea di questo disco e quali sono i brani che contiene la vostra prima creatura discografica?

“Jacaránda Vol. 1 (Piccola Orchestra Giovanile dell’Etna)” nasce dalla collaborazione con i ragazzi dell’Istituto Penitenziario Minorile /IPM  di Acireale, nell’ambito di un laboratorio di scrittura creativa diretto dall’educatore Girolamo Monaco, durante il quale ai ragazzi veniva assegnata una lettera dell’alfabeto, sulla quale doveva essere elaborato un piccolo testo intorno ad una “parola chiave”. Avevano imparato a lasciarsi ispirare da una lettera diversa per settimana, e a scavare, attraverso quella parola che volta per volta, dentro le loro memorie e dentro le loro emozioni, trovava un contatto profondo con la loro esperienza personale. E noi li abbiamo ascoltati, abbiamo  imparato a leggerli attraverso le metafore del linguaggio emotivo, tutto ciò ha dato vita ad uno scambio empatico e naturale, ci ha fatto da specchio e ci siamo riconosciuti nell’unico denominatore comune: una profonda voglia di libertà. Abbiamo musicato le loro parole e da qui nascono molte delle canzoni di questo primo volume”.

Questi i 12 brani del primo volume: “Cca manca” (Puccio Castrogiovanni, Luca Conte, Francesco Quaceci; “Quattru” (Puccio Castrogiovanni, Simone Ardita); “Porta nsirrata” (Benedetta Carasi, Puccio Castrogiovanni”; “Addi tempi” (Biagio Guerrera, Salvo Basso); “Vuatri” (Biagio Guerrera); “Canciari” (Biagio Guerrera, Giuliano Ursino, Puccio Castrogiovanni, Kaled Zaguez); “I misi di l’amuri” (Gabriele Ricca); “Peri tunni (Alessandra Pirrone); “Taliu fora” (Puccio Castrogiovanni, Francesco Castrogiovanni); “Munnu pessu” (Sara Castrogiovanni, Alessandro Pizzimento, Andrea Mirabella; “Mi movu” (Puccio Castrogiovanni, Riccardo Conte); “Giuglianese rotante” (Tradizionale)”.

Jacarànda in concerto

Quali i vostri i sogni nel cassetto ed i prossimi obiettivi?

“In questo momento stiamo lavorando al nostro secondo disco (Vol.2), di cui abbiamo già iniziato il lavoro di stesura a Gennaio 2020, durante una residenza artistica a Ragalna. Avremmo dovuto già iniziare le prime registrazioni, ma la situazione odierna ci vede tutti reclusi e impossibilitati a portare a termine questo lavoro. Noi, però, non abbiamo interrotto il nostro flusso creativo e  per non farci abbattere emotivamente stiamo lavorando a nuove idee. Abbiamo molti sogni nel cassetto, ma per scaramanzia non ne parliamo, nella speranza che si avverino!

Per quanto riguarda i nostri obiettivi invece penso di parlare a nome di tutti dicendo che il primo obiettivo è quello di crescere e approfittare di tutte le esperienze che il progetto Jacarànda ci propone, senza mai perdere lo spirito e l’entusiasmo che ci hanno accompagnato da sempre”.

“Tamurriata d’amuri” – Jacarànda

Jacarànda-Biografia

Il gruppo nasce nel 2017 su iniziativa dell’Associazione Musicale Etnea come ensemble laboratorio diretto da Puccio Castrogiovanni, polistrumentista e compositore, storico membro dei Lautari. Ha esordito a Catania e Messina nell’ambito del SabirFest 2017. Ricca la collaborazione con MoDem Collettivo giovane della Compania Zappalà Danza, due prime assolute, un tour siciliano e numerosi interventi in luoghi non convenzionali per il progetto Dance Attack. Il gruppo inoltre ha realizzato le musiche per il nuovo ciclo di San Berillo web serie doc. Nel febbraio 2018 ha lavorato alle musiche dello spettacolo Trinacria sulla luna scritto e diretto da Gaspare Balsamo che ha debuttato al Teatro Sangiorgi di Catania nell’ambito della rassegna “Un palcoscenico per la città”. A Maggio 2018 ha ha realizzato le musiche per La cité des Tiroirs e una nuova produzione della compagnia internazionale di danza QBR e per Le ragazze della coreografa Claudia Rossi Valli. Nell’estate 2018 ha partecipato al progetto di residenza d’artista Musica nel Borgo – l’irresistibile contemporaneità della tradizione realizzato all’Atelier sul Mare di Antonio Presti a Tusa (Me) e all’Eremo di S. Antonio a Gangi (Pa) con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura. Il progetto si è concluso con un concerto presentato in prima assoluta al SabirFest 2018. A ottobre 2019 ha preso l’avvio un nuovo progetto in collaborazione con l’Istituto Penale per i Minorenni di Acireale (CT) sostenuto da Fondazione Treccani che prevede il coinvolgimento di tre poeti internazionali e che si concluderà con la realizzazione del secondo CD del gruppo sempre per le edizioni ViceVersa. Le attività di Jacarànda  in collaborazione con l’Istituto Penale per i Minorenni di Acireale (CT) hanno ottenuto il patrocinio del Ministero della Giustizia – Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.

La Piccola orchestra giovanile dell’Etna

Jacarànda, la Piccola orchestra giovanile dell’Etna è formata da: Simone Ardita (voce e chitarra), Benedetta Carasi (voce, glockenspiel, marranzano e percussioni), Alessandro Pizzimento (plettri, chitarra, zampogna, friscalettu, basso e voce), Luca Bordonaro (clarinetti), Giuseppe Sapienza (clarinetti), Andrea Mirabella (flauto traverso, percussioni), Gabriele Ricca (fisarmonica, voce e percussioni), Luca Conte (chitarra, percussioni, voce), Riccardo Conte zampogna, percussioni, voce), Giuliano Ursino (basso elettrico e chitarra), Francesco Castrogiovanni (tammorra muta, pandeiro, tamburi a cornice), Sara Castrogiovanni (darbuka, percussioni, voce) e Puccio Castrogiovanni (direzione).

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