Calamandrana, settembre 2023 – Cannubi è conosciuto come uno dei cru più antichi d’Italia, come testimonia la bottiglia riportante l’indicazione “Cannubi 1752”, la prima a riportare il nome di un singolo vigneto in etichetta. Da allora, è presente nelle più grandi antologie sui vigneti di Langa, come la Monografia sulla Viticoltura ed Enologia nella Provincia di Cuneo – redatta nel 1879 da Lorenzo Fantini. Questa fama, che persiste ancora oggi, è dovuta dalla presenza di caratteristiche uniche – come l’ottimale esposizione alla luce solare e ai venti e la particolare conformazione del suolo – in grado di restituire vini dall’espressione compiuta, armonica e rappresentativa, una summa delle anime della denominazione, che ha reso questo cru ambito da tanti e coltivato da pochi.
In omaggio alla straordinaria vocazione vitivinicola e alla veneranda storia di questo vigneto, Michele Chiarlo ha scelto di dare vita al Barolo Docg Cannubi Riserva, per la prima volta in commercio con l’annata 2016.
I vigneti di proprietà di Michele Chiarlo si estendono nel cuore storico di Cannubi, nella parte centrale della collina rivolta verso il paese di Barolo, con un’ottima esposizione da sud-est a sud-ovest. L’ appezzamento ha una forte pendenza, tale da richiedere il terrazzamento a ciglioni inerbiti, in grado di favorire l’esposizione e garantire l’integrità del terreno, oltre alla prevenzione del dissesto idrogeologico; un lavoro delicatissimo, che non trova altri esempi nelle Langhe del Barolo e che per questo ha richiesto per la realizzazione la supervisione dell’Università svizzera di Changin.
Anche i suoli esprimono armonia, grazie alla perfetta congiunzione tra Marne di Sant’Agata fossili, che sfumano progressivamente all’aumentare della quota altimetrica, e affioramenti di Arenarie di Diano, creando un suolo povero di sostanze organiche ma ricco di sabbie (oltre il 30%) e di microelementi quali ferro e manganesio.
Il Barolo Cannubi Riserva di Michele Chiarlo è un vino ambizioso, che vuole catturare l’anima dell’eccellenza a partire dalle annate; viene infatti vinificato solo nei millesimi eccezionali, per cui clima e condizioni metereologiche, con andamento regolare e super classico, hanno contribuito ad una lenta ed equilibrata maturazione polifenolica delle uve.
“La 2016 è una grande annata classica – racconta Stefano Chiarlo, enologo e titolare insieme al padre Michele e al fratello Alberto – un millesimo di eccellenza caratterizzato da una rara complessità e da un notevole potenziale di invecchiamento che stupisce per la sua eleganza. È inoltre un’annata molto speciale per la famiglia perché dal 2016 tutti i nostri cru sono certificati come “vini Sostenibili”.”
Barolo Cannubi Riserva 2016 esalta l’incredibile forza del vigneto di cui porta il nome, posizionandosi al vertice della produzione di Michele Chiarlo in una limitatissima edizione di 2.500 bottiglie.
Vendemmia 2016
“L’annata 2016 sarà ricordata a lungo per la rara eccellenza qualitativa. È stata una vendemmia caratterizzata da un clima che ha seguito i canoni classici delle stagioni, senza anomalie metereologiche, permettendo alle uve sanissime di raggiungere una maturazione perfetta ed uniforme nei tempi classici. Un adeguato diradamento dei grappoli effettuato a fine agosto, ha fatto sì che negli ultimi 40 giorni la pianta abbia convogliato tutta l’energia sui pochi grappoli, determinando una splendida maturazione favorita da giornate soleggiate e notti fresche. La vendemmia è avvenuta nei tempi classici (11-12 Ottobre). Un millesimo d’eccellenza” che avrà una longevità eccezionale racconta Stefano Chiarlo (nella foto).
Il mese di gennaio e i primi quindici giorni di febbraio sono stati caratterizzati da temperature miti e scarse precipitazioni. Da metà febbraio a tutto marzo le temperature sono state decisamente inferiori alla media del periodo e sono arrivate abbondanti precipitazioni: condizioni climatiche che hanno determinato un ritardo nella ripresa vegetativa di almeno 10 giorni.
La primavera è proseguita con abbondanti piogge, che non hanno creato danni fitopatologici, ma determinano un’ottima riserva idrica nel suolo che si è rivelata preziosa durante la lunga estate. La maturazione è avvenuta in maniera graduale con giornate luminose e secche, con temperature abbastanza elevate – che però non hanno mai superato i 35°- mantenendo i ritardi accumulati in primavera. Nel periodo della maturazione non ci sono state precipitazioni consistenti ma solo sporadici temporali. Da metà agosto a fine settembre escursioni termiche notte/giorno di 15-18° hanno favorito lo sviluppo di aromi importanti in uve perfettamente sane con bucce alquanto spesse.
La vendemmia è stata particolarmente lunga. Iniziata la prima settimana di settembre con il Moscato, è terminata a metà ottobre con il Nebbiolo da Barolo.
Note di vinificazione e degustazione
In vigna è stato eseguito un diradamento dei grappoli in eccesso a fine estate, lasciandone 5/6 esemplari per ceppo. La raccolta è a mano, cui segue ulteriore selezione prima della diraspapigiatura.
In cantina la filosofia produttiva premia in tutto e per tutto la longevità. La fermentazione è in tiri di Rovere, con lenta macerazione (30 giorni) a contatto con le bucce e bagnatura soffice del cappello con il sistema “a doccia”, favorendo estrazioni importanti, nobili ed equilibrate. Segue la fermentazione malolattica. L’affinamento ha poi il compito di creare il carattere regale del vino, con un invecchiamento minimo di 6 anni, di cui 3 in botte di Rovere di media capacità e 3 in bottiglia, prima dell’uscita in commercio.
Nasce così un’etichetta sontuosa, che raggiunge il bicchiere nel cuore dalla sua evoluzione, ma in grado di sfidare tranquillamente un tempo superiore a 20 anni. Il colore è rosso granato vivo, di grande profondità. Un barolo di incredibile complessità e austerità che sviluppa sentori dolci con evidenti note di bacche rosse seguite subito dagli aromi terziari tipici dell’affinamento in legno, come petali di rosa appassita, liquirizia, rabarbaro e genziana, a corollario di una speziatura dolce e finissima caratteristica di questo cru. Al palato si riconosce per la struttura eccellente, con un attraente tessuto di tannini setosi e di perfetta armonia, con un finale lunghissimo e fresco. Si abbina perfettamente a tagliolini ai funghi porcini, agnolotti, brasato o formaggi di buona stagionatura.