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“Il giardino dei ciliegi”, manifesto di libertà, resoconto drammatico di un lunghissimo percorso di liberazione, è il più importante testo della letteratura teatrale mondiale che riflette sul significato e le conseguenze della “modernità”. Con questo capolavoro, all’interno del progetto Cechov sviluppato in collaborazione con l’Associazione Città Teatro, il regista catanese Nicola Alberto Orofino ha deciso di cimentarsi portando in scena uno spettacolo corale e dinamico. Così in questa edizione ha cercato di scrostare il testo e la messa in scena di vetusti cechovismi. Il risultato è uno spettacolo con un andamento più contemporaneo e mediterraneo.

La pièce va in scena al Piccolo Teatro della Città da giovedì 12 a domenica 15 ottobre (alle 21 – domenica ore 18). Protagonisti sono Luana Toscano, Egle Doria, Francesco Bernava, Anita Indigeno, Daniele Bruno, Luigi Nicotra, Alice Sgroi, Carmela Silvia Sanfilippo, Lucia Portale, Giovanni Zuccarello, Alberto Abbadessa, Vincenzo Ricca. Le scene e costumi sono di Vincenzo La Mendola, assistente alla regia Gabriella Caltabiano.

“La perdita del “giardino” appartenente a Ljubov’ Andreevna e suo fratello Gaev, membri di una aristocrazia in completo declino, rappresenta a ben vedere un’opportunità di reale cambiamento”, spiega il regista. “Un nuovo mondo si affaccia: nasce la borghesia, viene abolito il sistema feudale, la rivoluzione è alle porte. Cechov – continua Orofinorespira questo fermento e lo trasmette ai suoi personaggi (mai come in quest’opera indimenticabili). E se le precedenti “tre sorelle” pur bramando l’avveniristica Mosca, non riuscivano a liberarsi della noiosa e grigia campagna russa, qui l’ironico bel “giardino” è destinato a trasformarsi in discutibili villette a schiera. Il cambiamento diventa un obbligo al quale è impossibile sottrarsi. Impraticabile è qualunque possibilità di crogiolarsi in un passato nostalgico e vetusto. I venti rivoluzionari cominciano a soffiare impetuosi”.

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