Il Teatro del Canovaccio di Catania, in via Gulli 12, come quarto appuntamento della stagione “Reazioni” proporrà il 16-17-23-24 Febbraio alle ore 21:00 ed il 18 e 25 Febbraio alle ore 18:00, “Trovarsi…Quando si è qualcuno”, testo di Luigi Pirandello con Saro Pizzuto, Stefania Micale e Gianmarco Arcadipane, Fiorenza Barbagallo, Salvo Musumeci, Agata Raineri, Carmela Silvia Sanfilippo e Giovanni Zuccarello. Adattamento e regia di Marco Longo, assistente alla regia Rita Stivale, musiche originali di Alessandro Cavalieri, produzione Teatro del Canovaccio. Per info: 3914888921- 3498158615 – Teatro del Canovaccio, Via Gulli 12, Catania.
“Immaginiamo che un grande autore di successo – spiega in una nota i regista Marco Longo – voglia incontrare un’attrice altrettanto celebre per porle un quesito che lo angoscia. Immaginiamo che l’attrice si presenti all’appuntamento, ignara di quello che le succederà, e che scopra ciò che non poteva prevedere. Immaginiamo infine che di tali incontri Pirandello sia stato testimone, protagonista e autore, nella vita come nell’arte. Queste le circostanze, non solo letterarie, da cui prende le mosse Trovarsi…quando si è qualcuno, un adattamento nato dalla fusione di due drammi pirandelliani inclusi nel nuovo titolo che vuole essere non solo un omaggio all’autore, ma anche una dichiarazione di autenticità rispetto alle fonti: Trovarsi (1932) e Quando si è qualcuno (1932-33). Si tratta di opere della maturità dell’agrigentino in un momento in cui la straordinaria ricchezza delle tematiche ch’egli metteva in scena e l’enorme successo di pubblico, in Italia e all’estero, subiscono una battuta d’arresto, un momento di crisi per due motivi: i rapporti tesi con il fascismo e la relazione eccessivamente eterea con Marta Abba. Tali ragioni si celano nelle due pièces originarie, una dedicata alla sua Musa, l’altra in cui la presenza della sua prima attrice è adombrata, e costituiscono il fil rouge dell’adattamento e i punti di riferimento della linea registica”.
“L’escamotage per fare incontrare due figure pirandelliane provenienti da due mondi diversi, ma contigui, – prosegue Longo – è il pretesto per dare la parola al Maestro di Girgenti e lasciarlo esprimere attraverso le sue creature che, come sempre, vivono di vita autonoma, cercando nel loro autore la completezza dell’esistenza. Un meccanismo che è per sua stessa natura “pirandelliano” e che quindi poco tradisce il nostro autore, ossessionato dal dialogo con i suoi stessi personaggi. L’atmosfera, a metà tra la realtà di un parterre, una prova aperta e la dimensione onirica di una proiezione mentale, è la cifra del testo e della regia. L’intento è quello di non tradire mai l’espressione pirandelliana, recuperata nell’integralità dei dialoghi originari, né tanto meno la ricerca delle sfaccettature della verità, propria dell’impegno filosofico del drammaturgo. Grazie al Teatro del Canovaccio per la fiducia e per l’opportunità, grazie a Saro Pizzutto e a Salvo Musumeci, grazie a Stefania Micale, in tre sono stati l’origine di questa ennesima esperienza teatrale, grazie a tutta la compagnia, che ha accettato di fare insieme a me questo viaggio dentro le parole del Maestro, negoziandone i significati e rendendo in scena come meglio non avrei immaginato l’arcano del gioco (teatrale) della vita”.