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Il Teatro Brancati di Catania, nell’ambito dell’odierna stagione di prosa, ha ospitato dal 7 all’11 febbraio il nuovo lavoro di Antonio Grosso, “Una compagnia di pazzi”, diretto con mano felice dallo stesso Grosso, che ricordiamo per il suo apprezzato “Minchia Signor Tenente” (oltre 500 repliche in tutta Italia) e che stavolta ha confezionato un atto unico leggero, comico, profondo e poetico, che fa riflettere sulla libertà e sulla dignità degli uomini, sulla saggezza della follia e sulla violenza e l’inutilità delle guerre.

Ottanta minuti intensi che si rivelano soprattutto come una difesa alla libertà, in tutte le latitudini e che raccontano una storia semplice, dolce-amara, con dei personaggi che, alla fine rispecchiano, l’anima, la cultura, le differenze regionali, i dialetti dell’italiano medio, mostrandoci come quest’ultimo sappia adattarsi, reagire alle difficoltà, ai soprusi e come sappia, alla fine, morire con dignità, da “italiano”.

Ancora una scena – Foto Stefano Buda

Gli spettatori grazie all’impianto scenografico ed ai costumi di Alessandra De Angelis, al gioco luci di Luigi Ascione, si ritrovano nel 1944, alla fine della seconda guerra mondiale, in un manicomio dismesso, dove vivono tre pazienti ricoverati: Umberto, un cantante rinchiuso perché in odore di comunismo, Benni abbandonato in manicomio sin da bambino e ossessionato dalla pulizia e Natalino, che aspetta sempre l’arrivo della sua famiglia e che cada la neve. I tre sono accuditi, con amore e dedizione, da due infermieri, i fratelli Francesco e Armando che si occupano del manicomio.

Tutto sembra scorrere tranquillo, nonostante gli echi della guerra che dilania l’umanità ed il rapporto tra gli infermieri e i loro pazienti è sereno, tra battute, attese, aspirazioni, giochi e risate, anche se a volte irrompe la presenza autoritaria del burbero direttore del manicomio, uomo irrispettoso e cinico. Un giorno Natalino nell’ufficio del direttore trova una cassaforte, la cui scoperta cambierà ogni cosa. I cinque protagonisti cercheranno di aprirla, rubare il bottino e iniziare una nuova vita in America. Ma con l’avanzare delle truppe tedesche le cose non andranno proprio così, tra sorprese, scoperte e rivelazioni.

Alla riuscita dello spettacolo contribuiscono le semplici movenze, le brillanti interpretazioni degli attori, i suoni come l’improvviso sopraggiungere dei soldati, le loro voci, il rumore degli spari e poi è sicuramente vincente la scelta delle musiche con il brano “L’italiano” di Toto Cutugno oppure (I’ve had) The time of my life” dal film Dirty Dancing (che Umberto e Benni – che si amano – danzano insieme) o “What a wonderful world” di Louis Armstrong.

I saluti finali – Foto Dino Stornello

Lo spettacolo delinea a poco a poco i caratteri dei personaggi: Umberto e Benni si scoprono delicati amanti, Natalino aspetta sempre la neve e l’arrivo della sua famiglia sterminata dai nazi-fascisti, i due fratelli infermieri parlano della loro infanzia, dimenticando loro problemi. Ed anche l’apparente autoritario ed antipatico Direttore si rivela alla fine un ebreo camuffato da fascista che ha perso la sua famiglia. Tutti vorrebbero fuggire in America, ma dopo il fallito tentativo di scappare di Francesco, che nell’occasione perde la moglie e la figlioletta, scompare l’atmosfera leggera fatta di canti, scherzi e giochi e si arriva al tragico momento della fucilazione dei protagonisti che muoiono a testa alta, mentre cade la neve.

Spettacolo corale, commovente, con una convincente interpretazioni di tutta la compagnia a cominciare da Antonio Grosso e Antonello Pascale (i due fratelli  Francesco e Armando), per continuare con Adriano Aiello (il delicato Natalino), Gaspare Distefano e Gioele Rotini (Umberto e Benni), Francesco Nannarelli (il Direttore).

Alla fine, dopo i convinti applausi del pubblico e con la neve che cade nelle prime file, l’autore, regista ed interprete Antonio Grosso ha ringraziato gli spettatori sottolineando che dedica ogni sera lo spettacolo a Mahsa Amini, la ragazza iraniana uccisa per aver indossato l’hijab in modo sbagliato. Anche stavolta per Antonio Grosso un lavoro coinvolgente, toccante e comico che suscita tante semplici e profonde emozioni.

Scheda

Una compagnia di pazzi

scritto da Antonio Grosso

con Antonio Grosso, Antonello Pascale, Francesco Nannarelli, Gioele Rotini, Gaspare di Stefano, Adriano Aiello

Regia Antonio Grosso

Scene e costumi Alessandra De Angelis

Light designer Luigi Ascione

Aiuto regia Giuseppe Menzo

Assistente alla regia Marika Mengucci

Voice over Silvano Plank

Distribuzione e organizzazione 3ATRO produzione

Stagione Teatro Brancati di Catania – 7-11 febbraio 2024

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