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Il Piccolo Teatro della Città di Catania, nella sala di via Ciccaglione, ha ospitato dal 4 al 13 aprile, la produzione di Associazione Città Teatro, “Questa sera si recita a soggetto” di Luigi Pirandello, con la regia di Nicola Alberto Orofino. Si tratta del terzo dei testi dell’autore agrigentino (assieme ai “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”) dedicati al tema del “Teatro nel Teatro”, scritto tra la fine del 1928 e l’inizio del 1929, un testo alquanto complicato e difficile da mettere in scena per come è stato concepito e per la sua struttura rivoluzionaria. Allestito con estrema attenzione e cura, in un solo atto di circa due ore, con l’impianto scenico ed i costumi di Vincenzo La Mendola che prevede una tenda rossa con poltroncine di velluto rosso ed altri elementi, lo spettacolo punta tutto sul continuo movimento e sulla sincronizzazione di ben 19 attori (oltre a due piccole interpreti, le figlie di Mommina) che entrano ed escono dalla scena, mescolandosi al pubblico e dialogando e litigando con il regista, il dispotico dottor Hinkfuss, che decide di mettere da parte l’autore e far recitare ai propri attori la novella “Leonora, addio!” (che risale al 1910) a soggetto, ovvero non imparando a memoria il copione, ma creando loro le battute.

Miko Magistro – Foto Dino Stornello

Sin da subito il pubblico in sala, a tratti confuso, si trova coinvolto da un dramma “decostruito” , sicuramente fedele a quanto voluto dall’autore, con un prologo del dottor Hinkfuss, con una chanteuse fascinosa ed un incastro di situazioni che si compenetrano e si equilibrano fra loro e con una continua dissolvenza della trama. Nodo centrale della pièce – all’origine in tre atti ed un intermezzo- la rivolta di alcuni attori che si ribellano all’autore e pure al regista Hinkfuss (reso con grande padronanza da Miko Magistro), che ad un certo punto dello spettacolo viene portato a spalla e buttato fuori dallo spazio del Piccolo Teatro.

Il motivo della diatriba riguarda la messa in scena della novella di Pirandello “Leonora, addio!”, che secondo Hinkfuss dovrà essere rappresentata a soggetto, ovvero bisogna spezzettare il racconto in precisi quadri e scene, ridimensionando l’intensità dei sentimenti del dramma, soprattutto la forte ed intensa gelosia. Gli attori, quindi, si ribellano alle direttive, pretendendo la libertà d’interpretare i loro ruoli per evidenziare il loro talento teatrale e dopo l’allontanamento di forza del regista si arriva all’idea del “Teatro nel Teatro”, utilizzando sedici poltrone rosse disposte su due file, situate di fronte alla tribuna degli spettatori. Per gli attori una vittoria sul dispotico regista e la possibilità di iniziare la rappresentazione di “Leonora, addio!” incentrata sulla gelosia di Rico Verri (reso con autorevolezza da Giovanni Arezzo) per la moglie Mommina (una credibile ed intensa Egle Doria) tenuta segregata in casa con le due figliolette ed alla quale tornano i dolci ricordi della giovinezza quando una delle sorelle giunge in paese per recitare “Il Trovatore” di Verdi. Mommina nell’opera riconosce la favola della sua giovinezza e mentre sta cantando “Leonora, addio” cade a terra morta. La partecipazione dell’attrice che impersona Mommina è talmente intensa che ne rimane tramortita, sopraffatta dalla sua interpretazione. E nel finale ricompare Hinkfuss che rassicura gli spettatori sottolineando che l’inatteso colpo di scena dimostra che è giusta la sua concezione di spettacolo e che quello che accade sulla scena deve essere solo finzione.

Una scena – Ph. Dino Stornello

Spettacolo sicuramente intrigante, che a volte disorienta il pubblico proprio per la frammentazione della trama, ma la regia attenta di Nicola Alberto Orofino conferisce alla pièce compattezza ed omogeneità, grazie anche ad una prova corale degli attori, che ben si disimpegnano con i toni del melodramma, del dramma e della commedia. Commovente il ruolo del povero signor La Croce, detto “Sampognetta” (interpretato con rigore da Luca Fiorino) che non trova la sua dimensione, è ignorato dagli altri attori e che si rifiuta di morire in scena senza il suo “effetto”, mentre strappano gli applausi del pubblico il serrato confronto fra Mommina e il geloso marito Rico Verri, che la accusa di tradimento ed il monologo finale di Egle Doria nei panni di Mommina che parlando alle bambine, cade a terra morta. Da ricordare tra gli interpreti del dramma l’Ignazia di Barbara Gallo, attrice caratterista, la Totina di Lucia Portale, cantante lirica e sorella di Mommina. Completano il cast Anita Indigeno, Eleonora Sicurella, Vincenzo Ricca, Daniele Bruno, Alberto Abbadessa, Luigi Nicotra, Alessandro Chiaramonte, Carmelo Incardona, Amedeo Amoroso, Grazia Cassetti, Chiara Di Gregorio, Iris Concetta Lombardo e le piccole Arianna Garaffa e Marina Doria. Tutti, in scena e tra il pubblico, estremamente coinvolti nei loro ruoli ed orchestrati da un carismatico Miko Magistro, abile nel ruolo del regista. Interessante la presenza della chanteuse (Giorgia Faraone) con il suo commento sonoro sinuoso e malinconico e di particolare effetto i movimenti e le coreografie degli interpreti e gli aeroplanini luminosi che fanno venire in mente quelle particolari processioni delle feste religiose che si svolgono Sicilia. Assistente alla regia Gabriella Caltabiano e gioco luci di Simone Raimondo.

Giovanni Arezzo ed Egle Doria – Foto Dino Stornello

Spettacolo raffinato, intenso ma impegnativo da seguire per il pubblico e che mette a dura prova sia il regista che l’intero cast ma, alla fine, riscuote gli applausi degli spettatori presenti. Portato per la prima volta sul palco del Teatro di Torino il 14 aprile del 1930, con una Compagnia diretta da Guido Salvini, il dramma si sofferma  sull’autoritarismo del regista, elemento allora innovativo nel panorama teatrale e inoltre scandaglia la messa in scena ed i rapporti che intercorrono tra il regista e gli attori, oltre alla comunicazione/connessione tra questi e il pubblico.

Gli applausi finali – Foto Dino Stornello

Scheda

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO
di Luigi Pirandello
Regia Nicola Alberto Orofino
Scene e costumi Vincenzo La Mendola
Rielaborazioni musicali e soundtrack live Giorgia Faraone
Assistente alla regia Gabriella Caltabiano
Luci Simone Raimondo

Personaggi e interpreti
Il Dottor Hinkfuss Miko Magistro
Rico Verri – Il Primo Attore Giovanni Arezzo
Ignazia – L’attrice Caratterista Barbara Gallo
Sampognetta – Il Vecchio Attore Brillante Luca Fiorino
Mommina – La Prima Attrice Egle Doria
Totina Lucia Portale
Dorina Anita Indigeno
Nene’ Eleonora Sicurella
Sarelli Vincenzo Ricca
Pomarici Daniele Bruno
Nardi – Il Terzo Ufficiale Alberto Abbadessa
Mangini Luigi Nicotra
Pometti Alessandro Chiaramonte
La Chanteuse Giorgia Faraone
Avventore 1 Luigi Nicotra
Avventore 2 Alessandro Chiaramonte
Carmelo Carmelo Incardona
Amedeo Amedeo Amoroso
Grazia Grazia Cassetti
Chiara Chiara Di Gregorio
Iris Iris Concetta Lombardo

Piccolo Teatro della Città
giovedì 4 aprile, ore 21
venerdì 5 aprile, ore 21
sabato 6 aprile, ore 17:30
domenica 7 aprile, ore 17:30
giovedì 11 aprile, ore 17:30
venerdì 12 aprile, ore 17:30
sabato 13 aprile, ore 21

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