Cultura

Accostarsi agli apocrifi neotestamentari significa scoprire un ampio patrimonio di letteratura religiosa per certi versi problematico, ma anche di estremo interesse e di rilevante importanza per la storia del Cristianesimo antico e dello sviluppo delle fede della Chiesa. Questi scritti, che hanno avuto tanto influsso nell’iconografia di diversi epoche, ci presentano persone, circostanze, fatti relativi alla figura e alla vita del Signore, alla sua famiglia terrena; ci parlano degli apostoli, dei discepoli e di altri personaggi e avvenimenti che appartengono ad un’epoca considerata fondamentale per l’ingresso del Cristianesimo nella storia dell’umanità. Inoltre gli Apocrifi sono stati scritti con l’intenzione di stabilire una specie di accesso diretto ai personaggi e agli eventi in questione e questa finalità spiega il perché essi siano stati attribuiti ad autori che hanno svolto un ruolo storico negli avvenimenti descritti, come é il caso degli apostoli e dei discepoli di Gesù o di qualche altro personaggio che poteva vantare la prerogativa di grande testimone oculare. Se l’autore è un anonimo, allora la sua esposizione dei discorsi e degli avvenimenti è solitamente fatta in modo vivo e diretto. Benché la letteratura apocrifa non sia considerata un veicolo della divina rivelazione, se sottoposta a serio esame e ad una discriminazione critica ed accurata, può rendere delle preziose testimonianze circa la fede, la mentalità religiosa, le credenze e le pratiche cultuali e devozionali della comunità cristiana.

Il sommo sacerdote, sotto il baldacchino poggiato su quattro colonne, rifiuta i doni offertigli da Gioacchino  (Lib. Nat. di Maria, II,1)
Chiesa di San Salvatore in Chora di Istanbul – Mosaico inizio  XIV sec. – oggi  museo: Kariye Müzesi; Museo di Chora

I Vangeli canonici ci forniscono poche notizie su Maria, invece moltissime ne ricaviamo dai vangeli apocrifi, fra questi spicca in modo particolare il Protovangelo di Giacomo, in cui sono descritte la natività, l’infanzia e la giovinezza di Maria, databile attorno all’anno 150. Inoltre sono da ricordare anche il Libro della natività di Maria (redatto in latino in epoca carolingia (VIII-IX sec), che racconta la miracolosa nascita di Maria, la madre di Gesù; il Vangelo dello Ps. Matteo o con il titolo medievale di Libro sulla nascita della Beata Vergine e sull’infanzia del Salvatore (VIII/IX sec.) e il Vangelo Armeno dell’Infanzia, scritto in lingua armena, con datazioni diverse proposte dagli studiosi (dal IV al XII sec.). Altri testi apocrifi riguardano alcuni momenti della vita di Maria: il Vangelo di Gamaliele (datato al IV sec., scritto in copto, che è  forse una rielaborazione di un testo greco precedente), che racconta gli avvenimenti della Passione e in modo particolare il dolore della Madre per la crocifissione del Figlio. I racconti della Dormitio Mariae (II-V sec.), che narrano i momenti del trapasso e l’assunzione al cielo della Vergine Maria (M. Erbetta, Gli Apocrifi del Nuovo Testamento, Marietti Editori, Casale 1981).

Gioacchino con i pastori – (Prot. Giac. I,4).
 Giotto – Cappella degli Scrovegni 1303-1305 – Padova

In Israele una donna che non aveva figli era reputata una grande sfortunata, perché su di essa non si era poggiato lo sguardo di Dio; invece avere dei figli in età avanzata era considerata una grande benedizione del Signore. Maria, secondo il racconto del Protovangelo di Giacomo, essendo nata da una donna di età avanzata, è quindi una donna benedetta.

I genitori di Maria, Gioacchino ed Anna, erano ricchi pastori, ma non avevano figli, inoltre una volta i sacerdoti del Tempio avevano disprezzato Gioacchino e rifiutato <<i suoi doni, chiedendogli  perché mai, essendo infecondo, osasse stare con i prolifici e inoltre gli avevano fatto osservare che in nessun modo potevano i doni considerarsi degni di Dio, perché questi l’aveva ritenuto indegno di avere una prole. D’altra parte la Scrittura afferma che chi non dà alla luce un maschio in Israele è maledetto>> (Lib. Nat. di Maria, II,1)

Annunciazione ad Anna della nascita di Maria (Ps. Mt. II,3).
Chiesa di San Salvatore in Chora di Istanbul – Mosaico inizio  XIV sec. – oggi  museo: Kariye Müzesi; Museo di Chora,

Per questo motivo Gioacchino soffriva molto e <<colto da grande vergogna per l’insulto… si ritirò nel deserto ed ivi, piantata la sua tenda, digiunò quaranta giorni e quaranta notti. Così decise in cuor suo: non scenderò né per mangiare né per bere, finché non mi abbia visitato il Signore, mio Dio; La preghiera mi sarà cibo e bevanda >> (Prot. Giac. I,4). Anna, rimasta a casa, si struggeva in duplice pianto, il suo gemito era: <<Piangerò la mia vedovanza, piangerò la mia sterilità>> (Prot. Giac. II,1). Il Signore ascoltò la sua preghiera: <<Ed ecco un angelo del Signore le si presentò innanzi e le disse: <<Anna, Anna, il Signore ha esaudito la tua supplica: concepirai e genererai; della tua prole si parlerà su tutta la terra>> (Prot. Giac. IV,1). Il vangelo apocrifo dello Ps. Matteo descrive così lo stesso racconto: <<Le apparve improvvisamente l’angelo del Signore: <<Non ti turbare, Anna – le disse – Dio ha deciso un germoglio   per te. Ciò che nascerà da te formerà l’ammirazione di tutti i secoli fino alla fine>>(Ps. Mt. II,3).

Nel libro della Natività di Maria l’angelo che prima era apparso a           Gioacchino poi <<apparve ad Anna sua moglie e le disse: <<Non temere, Anna, ne pensare che sia un fantasma ciò che vedi. Sono l’Angelo del Signore che ha offerto le vostre elemosine al cospetto di Dio ed ora sono stato inviato da voi per annunciarvi che vi nascerà una bambina il cui nome sarà Maria e sarà benedetta più di tutte le donne. Questa fin dalla sua nascita sarà subito piena di grazia del Signore … si dedicherà al servizio del Signore non allontanandosi dal tempio … Non conoscerà mai uomo, ma lei sola, senza esempio precedente, libera da ogni macchia e corruzione, senza unione virile, darà alla luce, benché ancella, il Signore, il Salvatore del mondo con la grazia, con il nome e con l’opera>> (Lib. Nat. di Maria IV,1).

Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea
 Giotto – Cappella degli Scrovegni 1303-1305 – Padova

Dal deserto Gioacchino, che aveva ricevuto un simile annuncio, tornò a casa pieno di grazie, e arrivato alla Porta Aurea di Gerusalemme, abbracciò Anna che era andata ad incontrarlo (cfr. Ps. Mt. III,5; Lib. Nat. di Maria IV,2). Per riconoscenza verso il Signore, Gioacchino ed Anna, consacreranno la nascitura a Dio, come aveva fatto Anna, la madre di Samuele in condizione simile (cfr. I Sam 1,10-11; Vang. Inf. Armeno, II,3).

Il giorno dopo l’incontro con Anna, Gioacchino offrì sacrifici e, dopo aver adorato il Signore, ritornò a casa (cfr. Prot. Giac. V,1). Il Libro della Natività di Maria ci mostra i coniugi Gioacchino ed Anna che offrono in adorazione sacrifici al Signore. Il Vangelo dell’Infanzia Armeno descrive le scene del sacrificio con molti particolari e alcuni dialoghi tra Gioacchino e il pontefice Eleazaro: <<Gioacchino poi, terminate le offerte, prese un agnello … e lo sacrificò sull’altare. Per prodigio inatteso, tutti videro una specie di latte bianco dall’arteria al posto del sangue. A quella vista i sacerdoti e il popolo furono presi da stupore e meraviglia  … Il pontefice Aleazaro disse a Gioacchino: “Dicci perché al presente questa offerta…”, Gioacchino rispose: “Le prime offerte le ho offerte al mio Signore, come un voto che devo compiere. Quest’ultimo agnello è offerto per la mia prole”. Il pontefice gli disse: “Vedi il segno che il Signore ti ha mostrato per la tua prole?” e aggiunse: “il latte è simbolo della tua prole: ciò che nascerà dal seno di sua madre sarà una fanciulla, una vergine impeccabile e santa. Questa vergine concepirà senza cooperazione di uomo. Nascerà da lei un figlio maschio che diventerà grande e sovrano d’Israele” … Gioacchino in silenzio si diresse verso casa e raccontò alla sposa, Anna, i prodigi occorsi, rendendo grazie a Dio…” (Vang. Inf. Armeno, II,5-6).

La nascita di Maria, sempre secondo il Vangelo dell’Infanzia Armeno, avvenne così: <<Duecentodieci giorni, cioè sette mesi d’improvviso alla ora settima Anna diede alla luce la sua santa prole, il 21 del mese di elul, corrispondente all’8 settembre…>> (II,7). Il Libro della Natività di Maria racconta che Gioacchino ed Anna <<attendevano sicuri e contenti la promessa divina. Anna concepì e diede alla luce una figlia. I genitori le diedero il nome di Maria, conforme al comando dell’angelo>> (V,2).

L’autore del Protovangelo di Giacomo scrive: <<Compiuti i suoi mesi, così come (l’angelo) aveva detto, nel settimo mese Anna diede alla luce. E domandò alla levatrice: “Che cosa ho partorito?” Quella rispose: “Una femmina”. Allora Anna esclamò: “Oggi l’anima mia è stata glorificata”; e la pose a giacere. Al termine dei giorni fissati, Anna si purificò, pose il seno alla bambina e la chiamò Maria>> (Prot. Giac.V,2).

La Chiesa di S. Anna e la Piscina Probatica – Gerusalemme

La nascita di Maria viene collocata presso la Piscina Probatica a Gerusalemme, dove oggi si trova la bellissima chiesa romanica dedicata a sant’Anna, costruita dai Crociati (1140) nel luogo che la tradizione indica come abitazione di Gioacchino ed Anna. Di questa antica tradizione si fa interprete il monaco Giovanni Damasceno, che visse dal 718 al 749 nella laura di San Saba, situata nella Valle del Cedron, nel deserto di Giuda. Egli, nell’Omelia del giorno della Natività di Maria, disse ai fedeli: <<Oggi è l’inizio della salvezza per il mondo intero. Acclamate al Signore, voi tutti della terra, cantate, gioite! Fate risuonare la vostra voce senza timore! Poiché presso la Piscina Probatica è nata per noi la Madre di Dio>>(6,11).

La Festa della Natività di Maria, insieme ad altre importanti feste mariane, è stata portata in Occidente dai monaci orientali che in quel tempo emigrarono da quelle regioni che erano cadute sotto il dominio musulmano. Papa Sergio I (687-701), secondo la tradizione bizantina, rafforzò il culto mariano, istituendo delle processioni durante le quattro feste principali: la Purificazione (2 febbraio), l’Annunciazione (25 marzo), l’Assunzione (15 agosto) e la Natività (8 settembre). Le processione muovevano dalla Curia Senatus,  S. Adriano al Foro,   per concludersi nella Basilica di Santa Maria Maggiore sull’Aventino (Lib. Pont. I, pag. 376).

Diac. Dott. Sebastiano Mangano

 già Cultore di Letteratura Cristiana Antica nella Facoltà di Lettere dell’Università di Catania

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