Dolce, salato, inebriatoRubriche

La Capinera dello chef Pietro D’Agostino riapre al pubblico dopo una pausa invernale pronta a spiccare il volo con nuove proposte e nuove avventure. In quella Taormina, città di arte, cultura, oltre che di sole e di mare, tornata a respirare il vento del nord, per citare una frase di una celebre canzone, Pietro D’Agostino, Stella Michelin, racconta di sé e della sua cucina, con uno spirito contemporaneo e internazionale. Lo fa da appassionato di musica, di libri e di film. E non è un caso che il suo menu (già da oggi 8 marzo) abbia numerosi richiami al cinema e alla narrativa con un filo conduttore, quello del viaggio. Non è solo un viaggio dei sapori con le materie prime di eccellenza che raccontano un territorio, impregnati di mare e di salsedine, di campagna che sa di pioggia acida e bagnata, di sole che colora e che zucchera. Certo ci sono anche quelli, ma è un viaggio nei ricordi, che pescano da lontano. Come l’antipasto A la recherche du temps perdu (soffice sfornato di verdure, fonduta di formaggi siciliani); o il primo Senza via di Scampo (mezzi paccheri pastificio Piazza, scampi, vongole e pomodorini al forno). In questi piatti c’è passione, curiosità, incoscienza, immaginazione, stupore, coraggio, fiducia, condivisione, tutto declinato con pietanze semplici nella loro elaborazione, salubri nei metodi di cottura, sincere con gli abbinamenti che consegnano una degustazione sublime.

“Da ragazzo ho preso un bagaglio e ho girato il mondo – racconta Pietro D’Agostino –Sono tornato e ho aperto la mia cucina di fronte al mare. Senza mai smettere di immaginare e di valicare nuove frontiere. Le mete ancora inesplorate si nutrono di emozioni, si incasellano ai passi già compiuti e a quelli che verranno, prendono forma piano piano”.

“Riaprire la mia terrazza che si affaccia su questo scorcio della spiaggia di Spisone, mi dà una gioia incontenibile. Mi sono preso il tempo per elaborare nuove pietanze, nuovi incontri di sapori. L’ho fatto trascorrendo molte ore della mia giornata tra l’orto e i fornelli”. Ed ecco che sono nati i nuovi menu degustazione. Il primo “Mare&Aria”, da 6 portate di mare: racconta l’infanzia dello chef, dall’antipasto al dolce. Si comincia con L’isola del tesoro (cruditées di mare, abbinamenti di terra, sale in cristalli; Fish & Co. (delizia di pesce del Mediterraneo, verdure, miele, aceto); Rose rosse per te (gamberi, legumi, cardoncelli); Cacao meravigliao (tagliolini di pasta fresca al cacao, gambero rosso e spuma alla mozzarella); Onda su onda (filetto di pesce del giorno, capperi, olive, origano e pomodorino fresco; Sugar Sugar (Il gran finale a sorpresa).

Terra&Fuoco è la seconda proposta a 6 portate di terra alla scoperta del cuore di un’isola, la Sicilia, terra di contaminazioni. That’s amore è battuto di vitella, bottarga di sedano, uovo marinato; Pomodori verdi fritti (melanzana, pomodoro, aria di formaggi); The truffle hunters (soffice di vitello, tartufo, verdure di stagione; Benjamin Button (bottoni di pasta fresca, stracotto di vitellina, fonduta e olio al rosmarino); Bacco perbacco (costolette di agnello in salsa al nero D’Avola con senape e pane; per chiudere Willy Wonka$, un dolce scelto dallo chef.

Ed infine, la proposta a 8 portate “ 4 elementi”. Dai quattro elementi che generano la vita ritorna il racconto di una cucina essenziale, costruita nel tempo attraverso il dialogo con il territorio e vivificata dai viaggi per il mondo. “Vitale e appassionata, la mia cucina è come il fuoco che arde nelle cucine del sud – dice lo chef Pietro  D’Agostino – in cui i sapori decisi e suadenti parlano le antiche lingue di dominazioni arabe e normanne. La mia cucina, quella “liquida”, si ispira a questa distesa azzurra salata che è il mio mare, lo stesso che da posti lontani nel mondo mi ha riportato qui”.

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